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News dalle Città della BAT

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lunedì 16 luglio 2018

BARLETTA : Vertenza Timac, venerdì 20 luglio un incontro in Procura


 “Ringrazio la dottoressa Silvia Curione per la disponibilità mostrata e per l’impegno condiviso con codesta istituzione, così da contemperare le esigenze della giustizia e delle indagini con quelle dell’amministrazione comunale, di tutela dell’ambiente e della salute pubblica e dei lavoratori”.

A dirlo è il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, il quale venerdì prossimo, 20 luglio, parteciperà a un incontro in procura convocato alle 9.30, dal pm titolare del fascicolo d’inchiesta su Timac.

“Non lasceremo nulla d’intentato – ha spiegato il sindaco - e stiamo vagliando ogni possibile soluzione della vertenza Timac, a tutela dei 51 lavoratori dello stabilimento di Barletta della multinazionale francese e della tenuta del tessuto economico e produttivo della città”.

Il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, la scorsa settimana, partecipando al tavolo della task force regionale, presieduto da Leo Caroli, insieme a una delegazione dell’azienda, dei lavoratori e dei sindacati, aveva chiesto all’amministratore delegato di Timac Agro Italia, Pierluigi Sassi, di concedere una proroga sui tempi di avviamento della procedura di licenziamento collettivo e un incontro in procura a Trani.

I dipendenti dell’azienda, infatti,  una volta che partirà la procedura di licenziamento, il 10 agosto e non più il 25 luglio, non saranno purtroppo destinatari di alcun ammortizzatore sociale, come, proprio in occasione della riunione della task force in regione, il presidente Leo Caroli ebbe modo di chiarire e riferire alle parti.

“Questo, pertanto, è un tentativo estremo che ci accingiamo a compiere – ha concluso il sindaco Cannito - e ringrazio tutti, sindacati, azienda, il presidente Leo Caroli e i lavoratori per la loro dignità e pazienza, per l’impegno dimostrato in questa delicata vicenda, auspicando un interessamento diretto del presidente della regione Puglia Michele Emiliano, perché tutto quanto possibile venga posto in essere per la risoluzione migliore di tale vicenda”.

lunedì 10 aprile 2017

BARLETTA : IL TAR BOCCIA IL RICORSO TIMAC. LA FALDA VA RISANATA E PER L’ARIA CHE RESPIRIAMO?

La bocciatura del TAR al ricorso della Timac non fa altro che confermare il disastro ambientale in atto sul nostro territorio e la necessità di proseguire e accelerare il percorso di risanamento. Questa ennesima stroncatura dimostra quanto sia necessario dar voce alla delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio ambientale promossa dal Forum Salute Ambiente e approvate in consiglio comunale, sotto la spinta di una mobilitazione popolare. Proprio per l’avvio di un programma di monitoraggio incentrato sulla raccolta dei dati dell’inquinamento delle matrici ambientali nell’area industriale e urbana lo scorso consiglio comunale, nella seduta del 29 marzo, ha stanziato 100.000 euro.
Questa somma deve essere spesa immediatamente dall’Amministrazione Cascella perché il problema dell’inquinamento non riguarda solo la falda ma investe anche l’aria, il suolo e chiaramente coinvolge i lavoratori delle aziende insalubri e la stessa nostra comunità.
Oggi la Provincia per bocca del suo ex Presidente Spina esulta per la sentenza del Tar, dimenticando che proprio l’ente provinciale ha rilasciato a Timac e Buzzi Unicem la valutazione d’impatto ambientale.
Proprio nei prossimi mesi le due aziende dovranno rinnovare le autorizzazioni ambientali e lì vedremo realmente che atteggiamento avrà la Provincia Bat.
Questo sentenza dimostra inoltre che per quanto le aziende insalubri presenti ed operanti sul territorio cittadino provino a costruirsi una parvenza di credibilità a mezzo di campagne di comunicazione la verità, sotto gli occhi di tutti, è di ben altra natura. In particolar modo la stessa Timac, negli ultimi mesi con la pubblicazione di bollettini e di “dati positivi” circa le indagini condotte da presunti organismi accreditati, ha più volte cercato di rassicurare la cittadinanza di fatto prendendosi gioco di essa.
Sempre nel tentativo di costruirsi un’immagine mediatica accattivante per la cittadinanza la stessa azienda ha, inoltre, annunciato l’avvio di percorsi condivisi con alcuni istituti scolastici fatti di visite guidate e progetti di alternanza scuola lavoro. Quest’ultimo passaggio ci dà giusta misura di quanto il senso di comunità di certa imprenditoria sia malato per principio. Credere di offrire qualcosa alla comunità cittadina avviando progetti basati sul lavoro gratuito (leggi nuova forma di schiavitù) è lo specchio di un modello sociale basato sullo stupro dei territori e lo sfruttamento delle persone.
Alla nostra città non servono campagne mediatiche sulla presunta sostenibilità di certe aziende e offerte di lavoro gratuito, ma dati certi sul disastro ambientale ormai conclamato e riconversione economica del tessuto produttivo.


Alessandro Zagaria- Collettivo EXIT

lunedì 24 ottobre 2016

BARLETTA : CONFERENZA TIMAC, UN COPIONE GIA’ VISTO

Il copione ormai lo conosciamo a memoria, quando un’azienda insalubre sale sul banco degli imputati a causa delle sue attività, passa rapidamente all’offensiva nel tentativo di tranquillizzare un’opinione pubblica sempre più allarmata. È accaduto nel recente passato con la Cementeria Buzzi Unicem, che ha promosso non solo visite guidate dello stabilimento a giornalisti e alle scolaresche, ma è arrivata a promuovere un tour con la partecipazione del primo cittadino, cercando di rimescolare le carte in tavola e rilanciare la propria immagine.

Oggi anche la Timac ha deciso di mettere in campo un’iniziativa simile con una conferenza stampa e una successiva visita allo stabilimento.
È comprensibile che le aziende cerchino di allontanare dal proprio orizzonte la responsabilità dell’impatto ambientale che producono sul nostro territorio.
Anzi, queste aziende cercano di far passare l’idea che forse le responsabilità debbano essere attribuite ad altri, senza però dichiarare apertamente quali siano secondo loro i veri responsabili dell’inquinamento.

Paradossalmente, sono i movimenti dei cittadini attivi, che da anni hanno reso cruciale il tema della sostenibilità ambientale e del futuro economico e produttivo della nostra città, a salire sul banco degli imputati e ad essere accusati di provocare inutili allarmismi, mentre Timac e Buzzi Unicem rigettano qualsiasi ipotesi di coinvolgimento nell’emissione di sostanze nocive, arrivando a rassicurare la popolazione che dai propri camini fuoriesca solo vapore acqueo.

Questo è ciò sta facendo Timac in questi giorni supportata dai dati dell’Arpa, sebbene i cittadini si ricordino benissimo che nel 2012 fu proprio l’Arpa, durante un sopralluogo, a riscontrare numerose anomalie all’interno dello stabilimento Timac, con emissioni di acido solforico ed elevate quantità di polveri, e che tutto cadde nel dimenticatoio grazie anche all’intervento dell’allora amministrazione Maffei.

Ancora una volta i cittadini barlettani devono constatare che la grande assente di tutta questa vicenda è proprio la politica, la quale non riesce a far proprie le istanze che provengono dalle realtà auto-organizzate che hanno fatto proposte concrete per superare l’emergenza ambientale. Si obietterà immediatamente che, al contrario, l'amministrazione Comunale ha promosso nei mesi scorsi un monitoraggio ambientale nella zona industriale. A nostro avviso questo monitoraggio è incompleto e parziale perchè non riguarda tutte le matrici ambientali (acqua, suolo e aria) ma solo la falda acquifera, e quindi non ci permetterà di avere un quadro completo su quale sia l’impatto ambientale e sanitario delle aziende insalubri e, cosa ancor più grave, non si arriverà mai ad individuare i veri responsabili dell’inquinamento.

Lo stesso questionario inviato dall’amministrazione Cascella alle aziende presenti sul territorio, in cui devono essere specificati le lavorazioni ed eventuali sostanze nocive utilizzate, va purtroppo nella direzione di cercare di allargare il campo per alleggerire il peso delle responsabilità nei confronti delle aziende insalubri, e giungere infine alla conclusione paradossale che tutte le aziende presenti nella zona industriale barlettana contribuiscono in misura diversa alla grave crisi ambientale: tutti colpevoli, quindi nessun colpevole.

Al contrario la nostra proposta di delibera sul monitoraggio ambientale, sottoscritta da ben 1200 cittadini, prende in esame proprio le aziende classificate come insalubri, iniziando un serio percorso di analisi e studio su tutte le fonti di inquinamento emesso nelle matrici ambientali, con l’ausilio di istituzioni pubbliche, arrivando persino a prevedere un elevato livello di protezione sanitaria per i lavoratori che operano all’interno.

Come tutti ormai sappiamo questa delibera di iniziativa popolare giace nel cassetto dell’amministrazione dal 17 dicembre 2015, e dopo quasi un anno dalla sua presentazione non viene ancora portata in Consiglio Comunale per essere discussa. Il Forum Salute e Ambiente per l'ennesima volta torna a chiedere al Presidente del Consiglio Comunale, che dovrebbe essere garante della funzione della massima assise cittadina, di non voltare le spalle a chi da anni lotta per un reale cambiamento di rotta nel risanamento ambientale di Barletta, e di calendarizzare al più presto la discussione sulla proposta di delibera sul monitoraggio delle aziende insalubri.


Sandra Parente, Antonio Tartaglia- Forum Salute Ambiente Barletta  

giovedì 16 giugno 2016

BARLETTA : Sicurezza ambientale della zona industriale

La Giunta, considerando i procedimenti aperti e in particolare il decreto di sequestro preventivo d’urgenza con facoltà d’uso della autorità giudiziaria dell’area in cui insiste lo stabilimento industriale della Timac Agro, ha deciso di attivarsi, avvalendosi delle strutture pubbliche di competenza operanti sul territorio, nelle realtà in cui la salute della popolazione possa risultare a rischio. La competente Unità Operativa Complessa (UOC) della AUSL BAT è stata invitata a svolgere la dovuta ed urgente sorveglianza igienico-sanitaria a tutela della salute pubblica, in relazione all’avvio della stagione balneare, della falda presente nell’area della zona industriale di via Trani nella quale sono stati riscontrati fattori contaminanti. E’ stato, inoltre, incaricato il competente servizio comunale di vigilanza ambientale ad espletare tutte le dovute attività di controllo supportando sia le attività della UOC della AUSL BAT sia predisponendo un programma straordinario di controllo delle attività presenti nella zona interessate dal divieto di emungimento dai pozzi. E’ stato altresì deciso un piano di monitoraggio straordinario anche delle acque di balneazione sotto costa e saranno promosse le azioni necessarie al procedimento di bonifica in via sostituiva, nel caso in cui dovesse emergere l’inottemperanza alle ordinanze provinciali inerenti le attività di bonifica della falda, incaricando il dirigente del Settore Ambiente ad espletare tutte le attività necessarie.

martedì 14 giugno 2016

BARLETTA : SUL DISASTRO AMBIENTALE CHIEDIAMO UN CONSIGLIO COMUNALE MONOTEMATICO

Nella mattinata di ieri i Carabinieri di Barletta hanno disposto il sequestro giudiziario preventivo dello stabilimento Timac Agro Spa, sito in via Trani. Siamo dinanzi ad una situazione di urgenza, nel corso di indagini preliminari, che porterà il pubblico ministero, entro 48 ore dalla ricezione del verbale del luogo in cui il sequestro è stato eseguito e se non dispone la restituzione delle cose sequestrate, a richiede al giudice la convalida e l'emissione del decreto motivato.
Come per la Buzzi Unicem è la magistratura a procedere per verificare la correlazione fra inquinamento ambientale ed aziende insalubri al fine di individuare i responsabili ed applicare il principio “chi inquina paga”.
Questo accade in una città che vede la classe politico-amministrativa trincerarsi dinanzi ad un protocollo sul monitoraggio ambientale generico volto unicamente a valutare la presenza e la consistenza di alcuni dei numerosi veleni sprigionati da attività insalubri non solo nelle matrici ambientali ma anche in quelli umani ed animali, senza che questi vengano legati alle industrie presenti sul territorio.
Già dallo scorso agosto le comunicazioni dei funzionari degli enti competenti per la tutela dell’ambiente e della salute contenevano una fotografia del sito in cui si producono fertilizzanti chimici che avrebbe dovuto far scattare innumerevoli campanelli d’allarme, evidenziando le stesse che “il sito Timac del Comune di Barletta in data 15 dicembre 2008 è stato posto sotto l’attenzione delle amministrazioni pubbliche, in quanto l’Agenzia regionale per l’ambiente della Puglia ha accertato che nel sito in oggetto i livelli di contaminazione da piombo, rame e zinco del sottosuolo e da cromo esavalente, floruri, solfati e tricloroetano delle acque sotterranee sono superiori ai valori di soglia di contaminazione».
Nonostante ciò, in un susseguirsi di rimpalli su cause e responsabilità, il sindaco Cascella con l’intera maggioranza ritenne necessario chiedere ai competenti organi della Regione Puglia un annullamento parziale o quantomeno una sospensiva del provvedimento di Messa in Sicurezza Operativa.
A Barletta il prossimo consiglio comunale è stato convocato per venerdì 17 giugno alle ore 17,30 per l’approvazione del Rendiconto di gestione esercizio 2015. Nessuna traccia, dunque, della proposta di deliberazione di iniziativa popolare “monitoraggio ambientale legato alle aziende insalubri” che, in occasione del consiglio comunale dello scorso 18 marzo, dinanzi alla certezza di essere approvata con modifiche mirate a trasformarla in una mera dichiarazione favorevole ad un generico monitoraggio ambientale, fu rinviata in extremis grazie alla pressione dei rappresentanti del Forum Salute e Ambiente di Barletta presenti in aula.
Fu dunque deciso dall’amministrazione comunale di rinviare a data da destinarsi la discussione sul monitoraggio ambientale con il proposito di avviare un percorso di partecipazione con le associazioni e i comitati ambientalisti. 
Era palese che tale mossa era solo un maldestro tentativo da parte della maggioranza di prendere tempo e cercare di affrontare il più tardi possibile la discussione su uno dei nodi principali che affliggono la nostra città e cioè la presenza di siti industriali che inquinano.
Dal consiglio comunale sulle due deliberazioni di iniziativa popolare dello scorso 18 marzo abbiamo denunciato più volte l’indecente comportamento dell’intera amministrazione Cascella.
Un’amministrazione che fa finta di nulla e non ritiene doveroso diffondere i primi dati allarmanti che provengono dal monitoraggio ambientale promosso con Regione Puglia ed altri enti non rendendoli fruibili alla cittadinanza. Atteggiamento dal quale si evince quello che da anni ormai affermiamo e cioè la presenza di una grave crisi ecologica e, dunque, sanitaria.
Anche in questa occasione ascolteremo le solite frasi di rito da parte del Sindaco Cascella e dell’intera classe politica, trincerandosi dietro le indagini della magistratura senza proporre uno straccio di proposta politica che getti le basi per cercare di invertire la rotta.
Pe questo come Forum abbiamo promosso un percorso autonomo che ci ha portato alla presentazione della delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio legato alle aziende insalubri, sottoscritta da 1200 cittadini, che, come previsto dallo Statuto comunale, pretendiamo sia portata in consiglio comunale per la sua discussione e approvazione senza stravolgimenti, come da volontà popolare.
Il Consiglio Comunale monotematico potrebbe essere l’occasione per aprire una discussione che coinvolga i cittadini sul disastro ambientale in cui è sprofondata la nostra città.

Ma siamo consapevoli che ci troviamo a dover fronteggiare un muro sollevato da una classe politica non disposta ad ascoltare le istanze che provengono dai settori sociali della città e che è nostro compito continuare a portare avanti questa battaglia fin dentro i luoghi del potere.


Sandra Parente- Forum Salute e Ambiente

giovedì 3 settembre 2015

BARLETTA : Timac , M5S “Regione riconosca le proprie responsabilità nel rilascio dell'Aia”

“Questa mattina abbiamo partecipato all’audizione indetta in V Commissione inerente lo stabilimento Timac AGRO Italia Spa sito in Barletta - dichiarano i Consiglieri del Movimento Cinque Stelle Viviana Guarini e Cristian Casili - e abbiamo ribadito l’importanza del rispetto del principio di assunzione di responsabilità”.
Un confronto tra i diversi enti, quali Regione, Arpa, Asl, Comune e Provincia, quello tenutosi questa mattina in V Commissione.
“La vicenda riguardante la Timac è articolata e complessa, e basta guardare allo storico - ribadiscono Guarini e Casili - per rendersi conto che sono ormai anni che la vicenda va avanti. L’area è contaminata, ma nonostante la necessità di bonifica, è ancora tutto bloccato a causa della mancata individuazione del soggetto inquinante responsabile”.
“Tuttavia riteniamo di dover far luce su quelle che ci sembrano essere delle mancate assunzioni di responsabilità da parte della Regione, ricordando infatti che al momento del rilascio dell’ AIA, gli enti erano già a conoscenza di una situazione di potenziale contaminazione determinata dal ciclo produttivo dell’Azienda, tale da rendere necessarie indagini ambientali, così come riportato anche in Bollettino Ufficiale datato 15 Dicembre 2011”, puntualizzano duramente i consiglieri pentastellati. E proseguono: “E’ per questo che questa mattina abbiamo chiesto come mai l’AIA sia stata rilasciata nonostante queste prescrizioni, sottolineando che prevenire sarebbe stato meglio che curare, e che ancora oggi la Regione, accogliendo soltanto parzialmente le valutazioni tecniche rese da Provincia, Comune e direzione scientifica, continua a mostrare un atteggiamento cauto, tale da sembrare quasi protettivo nei confronti dell’azienda stessa”.
“Ad oggi occorre quindi mettere in atto non solo un monitoraggio serio ma anche, laddove non sia stato fatto, uno studio di caratterizzazione dell’inquinamento della falda per individuare gli attori responsabili”.
“Diversamente da quanto asserito dal Presidente Caracciolo ad inizio audizione - aggiungono - crediamo fortemente che la responsabilità degli organi regionali non sia solo quella di tutelare la salute ambientale e dei cittadini, ma anche quella di contribuire all’individuazione dei responsabili dell’inquinamento, proprio nel rispetto del principio che è alla base della stessa tutela ambientale: chi inquina paga”.
“Teniamo -  concludono infine Guarini e Casili - a dissociarci dalle parole dure che il Presidente ha utilizzato riferendosi ai comitati locali, accusandoli di essere fautori di un “terrorismo psicologico che mina il lavoro serio degli enti”, e sottolineando invece come spesso sia proprio il lavoro costante e approfondito di questi comitati locali non solo a tenere alta l’attenzione della cittadinanza verso il rispetto dell’ambiente, ma soprattutto a stimolare una presa di coscienza di fenomeni che dovrebbero interessare sempre la cittadinanza tutta”.

mercoledì 2 settembre 2015

BARLETTA : TIMAC. RIAVVIATO PROFICUO RAPPORTO TRA ISTITUZIONI

“Sulla Timac nei giorni scorsi c’è stato un ingiustificato allarmismo sul quale abbiamo voluto fare immediata chiarezza dando nuovo slancio al rapporto tra le istituzioni coinvolte nei processi di monitoraggio e messa in sicurezza dell’area. Nonostante sia stato più volte confermato da Arpa Puglia il fatto che non vi siano rischi di natura sanitaria di concerto con il presidente della V commissione, Filippo Caracciolo, abbiamo subito ritenuto opportuno un incontro chiarificatore in sede istituzionale”. Così l’Assessore alla Qualità dell’Ambiente Mimmo Santorsola in relazione ai lavori della commissione consiliare di questa mattina sulle attività di messa in sicurezza operativa relative alla Timac Agro di Barletta. 
“L’obiettivo della commissione odierna era quello di costruire una visione d’insieme del problema – spiega il presidente Filippo Caracciolo – perché si potesse ragionare in termini di area vasta e si giungesse quindi ad un confronto costruttivo sui passi successivi da compiere”.
Ai lavori hanno partecipato oltre alle strutture tecniche dell’Assessorato all’ambiente anche Arpa Puglia, i tecnici della Provincia Bat e del Comune di Barletta, la Asl territorialmente competente. Tra gli elementi emersi relativi all’esigenza di intervenire sulle contaminazioni della falda allargando il raggio d’azione all’intera area e la necessità di individuare una postazione fissa di monitoraggio dell’area.

 La Regione ha dato ampie rassicurazioni sulla disponibilità ad individuare un percorso condiviso e a mettere a disposizione quanto necessario per gli interventi,  contando sulla collaborazione e l’interazione proficua con gli altri attori della vicenda. 

venerdì 8 maggio 2015

BARLETTA : LA DELIBERA SULLE EMISSIONI DI TIMAC E CEMENTERIA NEL CASSETTO DEL SINDACO CASCELLA

Sembra che la città di Barletta si stia pian piano svegliando dal torpore che l’avvolge per quanto riguarda la presenza di aziende insalubri come Timac e Cementeria sul nostro territorio e le loro notevoli ricadute ambientali e sanitarie.
Per adesso è ancora un’indignazione che trova sfogo sui social network e che non impensierisce certo il potere politico e industriale; però è un segnale inequivocabile che la gente è stanca di vedere immagini di aziende come la Timac che di notte producono notevoli emissioni nell’aria di cui nessuno sa dare risposte sugli eventuali effetti nocivi.
Perché questo è il dato politico più importante, cioè la mancanza di studi che riescano a monitorare in maniera completa e adeguata le aziende insalubri e che riducano in concreto i livelli di rischio per la salute e l’ambiente, in una città peraltro inserita nel 2008 dalla Regione Puglia tra le 14 città classificate nel Piano Regionale della Qualità dell’aria in fascia “C”, in quanto gravate da inquinamento prodotto da traffico veicolare e da insediamenti produttivi.
Per questo come movimenti nella nostra battaglia per l’adozione da parte dell’amministrazione Cascella della delibera Rifiuti Zero avevamo accettato la proposta portata avanti dal Dott. Diciaula durante il percorso di incontri con la Commissione Ambiente di predisporre una nuova delibera che affrontasse finalmente l’impatto ambientale delle aziende insalubri.
Se fosse approvata la delibera, infatti, per la prima volta in questa città si stabilirebbe di approfondire le analisi delle concentrazioni degli inquinanti emessi (compresi quelli sino ad ora non controllati, come diossine, PCB, IPA e metalli pesanti) nelle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e in campioni biologici di origine umana (compreso il latte materno), animale e vegetale, in considerazione delle specifiche caratteristiche tossicologiche degli inquinanti emessi,delle vie di trasferimento di tali inquinanti e della vicinanza di obiettivi sensibili. Tale approfondimento dovrebbe essere attuato attraverso il coinvolgimento, da parte dell’amministrazione di Barletta, di Enti Pubblici quali Arpa, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Facoltà di Veterinaria e Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari e Istituto Zooprofilattico.
Si procederebbe, inoltre, a richiedere all’Osservatorio Epidemiologico Regionale i dati epidemiologici (mortalità e ospedalizzazione) riferiti alle principali patologie neoplastiche e non neoplastiche a carico dei residenti nel Comune di Barletta nell’ultimo e più ampio periodo temporale disponibile.
A ciò seguirebbe l’identificazione di eventuali interventi necessari a garantire un elevato livello di protezione ambientale e sanitaria per tutti quei lavoratori che operano in aziende classificate come insalubri e l’attivazione di una rete adeguata di monitoraggio ambientale e biologico affidata ad Istituzioni Pubbliche.
Ma questa delibera è chiusa in un cassetto della scrivania del Sindaco Cascella dall'Agosto scorso, senza che quest’ultimo si degni di dare una risposta al riguardo.
Vorremmo chiedere al Sindaco Cascella come mai questa delibera non viene portata in Consiglio Comunale e approvata: forse perché la sua amministrazione si fa garante di una sorta di pax con le aziende insalubri per non crear loro problemi? Altrimenti non si spiegherebbe come mai la sua visita alla Cementeria di qualche settimana fa è stata caratterizzata dal divieto che l’azienda ha imposto a lui e alla sua delegazione per quanto riguarda eventuali video e foto all’interno dello stabilimento.


Alessandro Zagaria-Collettivo EXIT