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News dalle Città della BAT

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giovedì 4 gennaio 2018

TRANI : Carceri, bilancio di Capodanno - sedata rissa nel penitenziario

Notti movimentate a Capodanno negli istituti di pena italiani. In Puglia, nella BAT, nel carcere di Trani gli agenti penitenziari sono stati impegnati a sedare una protesta inscenata da una trentina di detenuti con il lancio di masserizie, pentolame e avanzi di cibo. 

Sventato, sempre nel giorno di San Silvestro, un tentativo di fuga da parte di un detenuto ricoverato presso gli Ospedali Riuniti di Foggia. L’uomo trasferito nel pronto soccorso, è stato bloccato dagli agenti che durante la colluttazione hanno riportato leggere lesioni.
Feriti due agenti nel carcere di San Vittore a causa della esplosione di petardi posizionati da sconosciuti nelle ferritorie blindate di accesso alla struttura. Prognosi di sette e dieci giorni per un assistente capo e una agente del 172mo corso di formazione a causa delle lesioni riportate all’apparato uditivo provocate dal forte boato dei petardi. Nel frattempo in un carcere sprovvisto di vigilanza esterna, uomini del nucleo interprovinciale della polizia penitenziaria assicuravano il servizio in Piazza Duomo nell’ambito dell’operazione “Milano Sicura” sottraendo inevitabilmente risorse alla struttura carceraria.
Nel carcere minorile di Nisida in Campania, un agente è stato sequestrato, aggredito e picchiato da un detenuto riportando ferite guaribili in 21 giorni.


“La situazione delle carceri Italiane e di quelle pugliesi – sottolinea il segretario generale nazionale del Co.s.p. Domenico Mastrulli – primeggiano per questi episodi di cronaca. La polizia penitenziaria che lavora sotto organico e in condizioni di totale abbandono denuncia la propria stanchezza morale e professionale. Gli operatori di Polizia invocano maggiore rigore e soprattutto chiedano l’applicazione di norme che non consentano più la libera circolazione di detenuti chiedendo la soppressione del sistema di sorveglianza dinamica con celle aperte”.

lunedì 23 gennaio 2017

TRANI : Aggressioni personale al carcere. Le organizzazioni sindacali sospendono le trattative in segno di protesta

Un incontro convocato presso la sede del carcere di Trani con all’ordine del giorno la “rivisitazione dell’organizzazione del lavoro” che è ben presto diventato terreno di protesta dopo le recenti aggressioni subite dal personale di polizia penitenziaria all’interno dell’istituto di pena.

Tutte le organizzazioni sindacali presenti: Sappe, Usp, Cnpp e Fp Cgil (assente l’Osap per impegni personali e la Cisl Fns sempre per protesta) hanno deciso di interrompere trattative e relazioni sindacali con la direzione per sollecitare la stessa ad assumere provvedimenti in linea con le norme e regole vigenti “per garantire la sicurezza dei lavoratori della polizia penitenziaria che quotidianamente sono sottoposti a minacce da parte della popolazione detenuta e che si traducono molto di frequente in vere e proprie aggressioni”, sottolinea il segretario generale della Funzione pubblica Cgil Bat, Luigi Marzano, come denunciato ancora di recente.

La Fp Cgil quindi, in linea con le altre OO. SS., ha abbandonato la trattativa a tempo indeterminato, sino a quando cioè non saranno ripristinate le condizioni minime che consentano “al personale di svolgere il proprio mandato nel rispetto delle regole e delle normative vigenti anche tendenti a rieducare il detenuto per condanna, come previsto dalla Costituzione”.

Per la Fp Cgil Bat al tavolo era presente Giuseppe Piazzolla che ha fatto mettere a verbale come “l’ultimo episodio di violenza nei confronti di un ispettore di polizia penitenziaria, unitamente ai precedenti, è sintomatico di una gestione dell’utenza a dir poco discutibile che si realizza attraverso l’assenza di regole certe che pregiudica la sicurezza. Atteso lo stato di abbandono del personale appare grottesco discutere di organizzazione del lavoro. L’unica organizzazione attualmente possibile è dividere in parti eque le violenze e le offese da subire”.

Michela Alicino

Ufficio stampa Cgil Bat

venerdì 20 marzo 2015

BARLETTA : Legge gli sms sul cellulare della ex. La Cassazione lo condanna a 2 anni per rapina


Curiosi o gelosi patologici, da oggi siete avvisati: impossessarsi del telefono cellulare del vostro partner e leggere gli sms può costarvi davvero molto caro. La Corte di Cassazione ha sentenziato che commette il delitto di rapina chi si impossessa del cellulare altrui al solo fine di “prendere cognizione dei messaggi” ricevuti “da altro soggetto”.
Questo perché con tale comportamento si “viola il diritto alla riservatezza” e si incide “sul bene primario dell’autodeterminazione della persona nella sfera delle relazioni umane”.
Con queste argomentazioni la Suprema Corte ha condannato a due anni e due mesi di reclusione un giovane di Barletta che aveva sottratto il telefonino della ex strattonandola ed entrando in casa sua, per poi leggerne i messaggi.

giovedì 5 marzo 2015

SPINAZZOLA : “Nulla osterebbe alla collocazione nell’ex carcere, il sindaco ottenga la disponibilità della struttura”

“Se il sindaco di Spinazzola, Nicola Di Tullio, otterrà la disponibilità dell’ex carcere di Spinazzola dall’Agenzia del Demanio che è proprietaria della struttura, l’assessore Pentassuglia mi ha assicurato che non ci saranno problemi ad ubicare la Rems nell’ex penitenziario riservato ai sex offenders”. Ad annunciare l’importante novità è Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico, che questa mattina ha continuato il lavoro di mediazione, di cui si era fatto pubblicamente carico, incontrando ancora l’assessore regionale alla sanità per discutere della collocazione della Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza. “Mi sono già espresso sull’opportunità di non realizzare la Rems nell’ospedale, che sarebbe così esclusivamente deputato ad ospitare il rafforzamento del poliambulatorio e l’attivazione di una Residenza Sanitaria Assistita, come previsto dal nuovo piano di riordino ospedaliero”, aggiunge Mennea. “L’ex carcere sarebbe una struttura più congeniale e tale soluzione eviterebbe il comprensibile malcontento della popolazione spinazzolese. Proprio per questo stamane ho incontrato nuovamente Pentassuglia, il quale mi ha garantito che, avendo la disponibilità dell’ex carcere, nulla osterebbe ad istituire la Rems in quella struttura”.

“Per questo invito il sindaco Di Tullio, che già si è attivato in questa direzione, ad accelerare le procedure con l’Agenzia del Demanio, anziché impiegare altro tempo ad alimentare sterili conflitti istituzionali. La soluzione al problema esiste ed è a portata di mano”, conclude il consigliere regionale del Partito Democratico.. “Vorrei inoltre tranquillizzare la comunità spinazzolese, preoccupata per la delibera di giunta regionale del 27 febbraio che sancisce la collocazione della Rems nell’ospedale. Quel provvedimento è stato adottato per evitare che andasse perso il finanziamento del Ministero della Giustizia ma l’impegno che ha assunto l’assessore regionale va al di là di quella delibera. E i piccoli interventi di adeguamento da realizzare all’ospedale sarebbero recuperati e trasferiti all’ex carcere”.



Ruggiero Mennea

mercoledì 25 febbraio 2015

SPINAZZOLA : “Sia realizzata nell’ex carcere, sto mediando con l’assessore Pentassuglia”

“La Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems) è giusto vada realizzata nella struttura dell’ex carcere di Spinazzola e non nell’ospedale”. Lo sostiene Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico. “Sto mediando con l’assessore regionale alla sanità, Donato Pentassuglia, affinché si possa giugere ad una soluzione che contempererebbe le esigenze della Regione con quelle, altrettanto legittime, della città di Spinazzola e dei suoi cittadini”, aggiunge Mennea. “La struttura dell’ex carcere destinata ai sex offenders, per la sua natura, è certamente più congeniale all’ubicazione della Rems. E questa soluzione avrebbe molteplici ripercussioni positive. Da un lato consentirebbe il recupero di un immobile dismesso, evitandone l’abbandono e, dall’altro, non implicherebbe l’utilizzo dell’ospedale, senza interferire così con l’attuazione del nuovo piano di riordino ospedaliero, che propone il rafforzamento del poliambulatorio e la realizzazione di una Residenza Sanitaria Assistita (RSA) che Spinazzola attende da tempo. L’utilizzo dell’ex carcere, inoltre, non scontenterebbe la comunità e farebbe sì che non andasse perso un investimento di oltre 4 milioni di euro che genererebbe 60 posti di lavoro, un’importante opportunità per la città e il territorio”.
“Per tutti questi motivi mi impegnerò affinché si possa attuare la soluzione più giusta e idonea: l’ubicazione della Rems nell’ex carcere”, conclude il consigliere regionale del Pd.. “Sono già al lavoro e farò di tutto per una conclusione della vicenda che non mortifichi Spinazzola, la comunità più piccola della provincia che però merita lo stesso rispetto e la medesima considerazione delle realtà più grandi”.

lunedì 15 settembre 2014

TRANI : Aggressione carcere. "Fatto grave, ma l'episodio non sia un ostacolo"

Dichiarazione del consigliere regionale Franco Pastore (Misto/PSI)
"Quanto accaduto nel carcere di Trani è un episodio sul quale c’è poco da dire, ma sulla polemica che l’aggressione ai due agenti di polizia penitenziaria ha provocato, evidentemente, c’è qualcosa da aggiungere.
Il modo in cui l’episodio emerge dalle cronache, infatti, tende  a mettere in dubbio la bontà di una misura quale la “vigilanza dinamica”, di cui ci sono, badate bene, purtroppo ancora pochi esempi in tutta Italia.
In Puglia e nel carcere di Trani si è dato corso alla sentenza Torregiani e, dunque, alle disposizioni della Corte europea accolte dal Dipartimento di amministrazione penitenziaria, prevedendo un padiglione in cui, non per tutto il girono, come viene fatto ritenere, ma per al massimo otto ore, le porte delle celle sono aperte. Certo questo non è previsto per tutti, ma “per i detenuti a media e bassa pericolosità”, con lo scopo di offrire maggiori opportunità a iniziative e percorsi che rendano la pena punitiva e allo stesso tempo riabilitativa.
I sindacati di polizia penitenziaria, non totalmente a torto, non hanno accolto con gioia tale notizia, perché se è vero che i detenuti, un po’ ovunque, sono tanti, loro, al contrario, sono pochi.
Qualcosa non ha funzionato a Trani, ci sono delle responsabilità e certo è da recriminare, senza dubbio, l’autore dell’aggressione il quale, probabilmente, non merita di godere dei privilegi della “vigilanza dinamica”.
Ma questo non deve negarla ad altri detenuti che, prima o poi, dal carcere usciranno e, a quel punto, è meglio per tutti che siano persone migliori e che non tornino a delinquere."

lunedì 2 giugno 2014

BISCEGLIE : Pregiudicato preferisce il carcere ai domiciliari

Vicenda insolita a Bisceglie, dove un pregiudicato 33enne del luogo è stato arrestato con l’’accusa di evasione.
L’’uomo, spontaneamente si è presentato alla locale Tenenza dell’’Arma, dove con stupore dei militari, ha manifestato l’’intenzione di voler lasciare, per problemi di convivenza con i familiari, l’’abitazione ove era ristretto.
Il 33enne proseguirà dunque la misura di custodia in carcere.

venerdì 8 novembre 2013

TRANI : Processo Estati Tranesi,chiesti 5 anni di carcere per Tarantini

A conclusione del dibattimento sui cartelloni delle Estati Tranesi 2005 e 2006 sono cinque, per il pubblico ministero Antonio Savasta, gli imputati da condannare: l'ex sindaco Giuseppe Tarantini, il suo allora vice, nonché assessore al turismo, Mauro Scagliarini, l'ex assessore alle finanze Sergio De Feudis, l'ex presidente dell'Amet Alfonso Maria Mangione e l'ex presidente dell'Amiu Claudio Squiccimarro. Per gli altri nove imputati, che nel 2009 furono rinviati a giudizio dal gup Maria Grazia Caserta, il pm ha invece chiesto l'assoluzione. Sebbene il Tribunale di Trani non sia tenuto a seguire le istanze (qualunque esse siano) del pm, la richiesta di assoluzione costituisce, di fatto, un punto di vantaggio per gli ex assessoriSavino De TomaGiuseppe LaricchiaGiovanni CozzoliGiacomo CeciFilomena Lorizzo e Nicola Quinto; per l'ex presidente del consiglio comunale ed ex direttore generale del comune Carlo Laurora; per l'ex consigliere comunale Dino Marinaro e per l'ex presidente di Amet Iniziative Gestioni Speciali,Sabino Antonino. L'unico, quest'ultimo, tra gli ex presidenti delle tre municipalizzate, per cui il pm non ha chiesto la condanna. Poco prima della requisitoria, Antonino e Quinto hanno chiesto al Tribunale di rendere dichiarazioni spontanee per chiarire le rispettive posizioni.

Lunga la requisitoria di Savasta che alla fine ha invocato la pena di 5 anni di reclusione per Tarantini; di 1 anno e 6 mesi per Scagliarini e di 3 anni per SquiccimarroMangione De Feudis. La prossima udienza del processo, in cui né il Comune né le municipalizzate si costituirono parte civile, si celebrerà il 28 novembre, quando si succederanno (forse sarà necessaria un'altra udienza prima della camera di consiglio e dunque della sentenza) le arringhe dei difensori dei 14 imputati coinvolti nell'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, che sfociò nella contestazione, a vario titolo, dei reati di "abuso d'ufficio, concussione e violazione del Decreto Legislativo 74/2000 al fine di evadere le imposte sui redditi e l'iva, indicando nella dichiarazione annuale relativa a queste imposte elementi passivi fittizi".

Secondo quanto contestò la Procura della Repubblica al termine delle indagini, per metter su i dispendiosi palinsesti delle "Estati Tranesi 2005 e 2006" si sarebbero commessi una serie di reati, a vari livelli ed in vari ambiti. Le casse comunali avrebbero sostenuto spese ben oltre le possibilità economiche del Comune, grazie a presunti illeciti meccanismi contabili che avrebbero interessato anche Amet ed Amiu. Coinvolta anche l'Aigs, che avrebbe avuto un ruolo apposito per la creazione di eventi ricreativi.

Il cartellone dell'estate 2005 costò 916mila euro; quello del 2006 oltre 730mila. Ed invece per quel capitolo il Comune nel 2005 aveva disponibilità per soli 171mila euro e nel 2006 per 300mila circa. Le municipalizzate sarebbero servite come strumento per evitare i limiti normativi delle casse comunali e rispettare così, ma solo sulla carta, il patto di stabilità. Escamotage con cui, però, si sarebbe impoverito il patrimonio delle municipalizzate controllate e già creditrici del Comune per altri causali. Gli inquirenti ipotizzarono anche presunte pressioni verso il CdA Amiu: sarebbe stato minacciato di "saltare" in caso di rifiuto dei finanziamenti alle estate tranesi.


Fonte Trani ViVa

lunedì 14 ottobre 2013

BARLETTA : Stalker ai domiciliari perseguita la moglie per telefono

Violenza-donne Il provvedimento degli arresti domiciliari, emanato una settimana fa nei suoi confronti, non è servito a far desistere l’ostinato stalker dalle sue minacce.

La vicenda risale a pochi giorni fa, quando a Barletta, un 36enne era finito in carcere dopo aver inseguito la moglie fino davanti alla locale caserma dei Carabinieri. Concessi poi gli arresti domiciliari, ha violato gli obblighi impostigli dal provvedimento della stessa misura cautelare, effettuando telefonate e scrivendo sms nei confronti della moglie e della figlia minore.
Le  violazioni, accertate dai Carabinieri della Stazione di Barletta, hanno permesso al GIP del Tribunale di Trani, su richiesta della Procura della Repubblica, di emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo, un 36enne del luogo, si trova ora recluso nel carcere di Trani.