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News dalle Città della BAT

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giovedì 30 aprile 2015

TRINITAPOLI : Opposizione raccoglie in piazza i nomi per gli scrutatori tra disoccupati e studenti

Come avevamo previsto, sebbene sollecitati, assoluto è stato il silenzio da parte del Sindaco e della maggioranza sui criteri nomina scrutatori per le prossime elezioni regionali.
La consigliera Anna Maria Tarantino, componente della Commissione elettorale, aveva anche interrogato il Sindaco in Consiglio comunale, proponendo di nominarli con sorteggio tra disoccupati, inoccupati e studenti non lavoratori. 
Ma l’opposizione, nonostante il comportamento della maggioranza,  non intende rinunciare a nominare gli scrutatori secondo un metodo imparziale e trasparente; così come promesso, raccoglieranno la disponibilità in piazza tra di disoccupati, inoccupati e studenti non lavoratori domenica 3 maggio, a fine serata fra le tante domande raccolte, si procederà al sorteggio pubblico per i 14 nomi che l’opposizione dovrà indicare nei seggi.
Anche quest’anno si ripete la storia degli anni passati nell’amministrazione di centrodestra  dell’asse DiFeo-Minervino,  l’imparzialità tanto urlata nei comizi elettorali, quando vi sono situazioni concrete per discostarsi dai metodi clientelari… si scioglie come neve al sole!

Comunicato stampa- gruppi Vie nuove e Trinitapoli da vivere


domenica 8 marzo 2015

BARLETTA : CHE FINE HANNO FATTO I MERCATINI PER I “DISOCCUPATI DEL MERCOLEDI’”?

GLI AMBULANTI: “LA NOSTRA PROPOSTA NEL PIANO DEL COMMERCIO DI BARLETTA”.

La nostra triste storia è ormai alla ribalta dei media nazionali ma nessuno ancora ha avuto il coraggio di farsi carico dei nostri problemi derivanti dalla negazione del diritto al lavoro nella giornata del mercoledì dopo il cambiamento del mercato di Manfredonia al martedì, con la conseguenza che quel mercato, a distanza di soli tre anni, è stato distrutto ed ha perso il fascino di un tempo quando era il miglior mercato della Capitanata e forse anche della Puglia intera.
A Barletta si sta parlando in questi giorni del Piano del Commercio e siamo grati ai sindacalisti che hanno incontrato le Commissioni Consiliari, con a capo il Presidente di Unimpresa. A tal proposito siamo perfettamente in sintonia con la proposta avanzata di prevedere nel Piano del Commercio di Barletta un’area da destinare a mercatino per noi “Disoccupati del Mercoledì” in modo da mettere un pochino a posto la coscienza di tanti politici ed amministratori che hanno ignorato completamente il nostro dramma e la nostra frustrazione.
Tra le proposte che nei prossimi giorni saranno formalizzate proprio quei pochissimi sindacati che ci sono stati vicini e che non hanno barato, ci sarà proprio quella di istituire tale mercatino e noi ringraziamo anticipatamente per la sensibilità, al di la dei risultati che arriveranno e che speriamo positivi.
Tra questi colleghi ambulanti perdenti posto ci sono molti barlettani anch’essi abbandonati a se stessi nel periodo del dramma. Le promesse da marinai si sono sprecate e autorevoli esponenti politici sembravano dover prendere posizioni reali a nostra difesa ma solo fumo e niente più, con il risultato che centinaia di quei commercianti il mercoledì sono a spasso o nelle proprie abitazioni a piangere il morto con conseguenze anche psicologiche pesanti e certificate e qualche anziano collega che non c’è più e che da quell’episodio ne rimase scioccato ed umiliato.
Condividiamo quindi appieno la proposta partita dall’amico leader sindacale andriese e invitiamo l’Amministrazione Comunale a recepire la proposta per il bene anche dei consumatori e della città.
Un mercatino del Mercoledì a Barletta come anche ad Andria dove il film è stato lo stesso se non peggiore vista l’inutile azione di personaggi famosi scesi in campo a chiacchiere.
Un mercatino dunque che serva a darci la possibilità di recuperare non risorse economiche che è difficile o impossibile recuperare ma un minimo di dignità morale e psicologica.
Almeno ora che stiamo in campagna elettorale le amministrazioni comunali sentano il dovere di stare vicine ai lavoratori ambulanti che tante migliaia di voti hanno sempre regalato generosamente spesso a chi li ha dimenticati il giorno dopo e questo è scritto nella storia delle grandi città.
Il Sindaco Cascella porti in consiglio comunale la nostra richiesta ed avrà dato un segnale di vicinanza che apprezzeremo e ricorderemo per sempre. Chiediamo a lui di fare ciò che gli altri non hanno mai avuto il coraggio di fare.

mercoledì 21 gennaio 2015

BAT : 20mila occupati in meno dal 2008. “Situazione gravissima”

Nel 2013 disoccupazione al 22 percento, quasi il doppio quella giovanile. Dati in crescita lo scorso anno, solo nel 2016 previsto un lieve calo.


Dal 2008 ad oggi nel territorio della Provincia di Barletta-Andria-Trani sono 20mila circa gli occupati in meno. “Numeri che galoppano – ha spiegato il segretario generale della Cgil Bat, Luigi Antonucci, nella conferenza stampa di inizio anno – mentre pochi, o nulli, sono i segnali di risalita”. Nel 2013, stando all’elaborazione del vice presidente dell’Euroidees su dati Istat, Emanuele Daluiso, il tasso di disoccupazione era del 22 percento, mentre quella giovanile si attestava al 42,7 percento; secondo le previsioni, nel 2014 è cresciuta e continuerà a crescere ancora, solo nel 2016 si dovrebbe registrare un piccolo calo rimanendo però saldamente sopra al 20 percento. La ripresa si preannuncia debole e, soprattutto, il reddito prodotto resta ancora inferiore a quello dell’inizio della recessione.

Se questi sono i numeri della disoccupazione non ci sono, invece, dati certi sugli ammortizzatori sociali. “Sappiamo – ha detto Antonucci – che la cassa integrazione in questo territorio è aumentata a dismisura, anche perché ogni giorno i rappresentanti delle nostre categorie si ritrovano presso l’ufficio provinciale del lavoro seduti al tavolo con le aziende per firmare richieste di ammortizzatori sociali. Non siamo, però, in possesso di informazioni ufficiali perché abbiamo inoltrato nei giorni scorsi una richiesta di dati all’Inps ma ci siamo trovati di fronte ad una segretezza che non abbiamo ben compreso”.

Analizzando tuttavia la situazione attuale nel territorio, il numero uno della Cgil ha spiegato come “fino a qualche anno fa la cassa integrazione serviva a prendere tempo per assistere all’evoluzione del mercato e nel frattempo dava possibilità alle aziende di ricollocarsi, oggi sempre più spesso, ci ritroviamo a firmare mobilità e licenziamenti collettivi. Il tempo evidentemente ormai è scaduto. L’unico freno all’emorragia occupazionale è rappresentato dai contratti di solidarietà, di recente la Funzione pubblica ne ha firmato uno importante con i vertici della casa di cura di Trani ‘Villa Dragonetti’ scongiurando così circa 40 licenziamenti. Ma sulla ‘solidarietà’ non abbiamo certezza nei finanziamenti, un fatto gravissimo. Un grande sforzo che fanno i lavoratori mentre dal governo centrale non hanno ancora indicato quali e quante risorse destinare a questo intervento”.

“Il 2015, dal punto di vista occupazionale, si è aperto esattamente come si è chiuso lo scorso anno e lo abbiamo già visto in questi primi giorni di gennaio: un’azienda di Trani ha messo in mobilità i suoi 31 dipendenti e un’altra grande realtà di Margherita di Savoia ha chiuso i battenti. Studiando, inoltre, il tessuto produttivo del nostro territorio verifichiamo che è formato essenzialmente da piccole aziende che hanno in media quattro o cinque dipendenti, una quantità tale che ci vede, per numero di realtà simili, secondi solo alla Provincia di Bari. È evidente, dunque, che non corrisponde a verità ciò che racconta qualcuno e cioè che le aziende si fermano a 14 dipendenti per non arrivare a 15 e dover quindi avere a che fare con il tanto odiato articolo 18. Parliamo di piccole e medie imprese che continuano a lavorare ed a produrre nonostante la crisi, sotto traccia, mantenendo intatti i livelli occupazionali. Ed è proprio sulle aziende artigiane che abbiamo deciso di puntare la nostra attenzione. Così come anche sui giovani, per questo da alcuni mesi anche nella Bat si è costituito il Nidil, il sindacato dei lavoratori atipici che raccoglie già un buon numero di iscritti”.

Non solo questioni lavorative ma l’attenzione del sindacato si è anche fermata sull’emergenza abitativa strettamente collegata alla dimensione occupazionale. “Nel cosiddetto Milleproroghe – ha commentato il segretario generale – è stato bloccato il blocco degli sfratti, questo gioco di parole sta a significare che nel nostro territorio se non si interviene immediatamente ci saranno migliaia di persone che verranno ‘invitate’ ad abbandonare le proprie abitazioni. C’è una proporzione di uno a dieci tra gli sfratti per finita locazione e quelli per morosità incolpevole, molte sono ormai le persone che devono decidere se pagare l’affitto o comprare da mangiare. Anche qui abbiamo intenzione di non rimanere alla finestra, chiederemo un incontro al Prefetto perché intervenga per affrontare questo problema”.

L’appello della Cgil Bat ancora una volta è rivolto agli enti locali: “Comuni e Provincia devono fare la loro parte a cominciare dai cantieri di cittadinanza i cui fondi sono stati stanziati ma per i quali, fino ad ora, stentano a decollare i progetti. La gente ha fame adesso, la gente è disperata adesso, la gente sta perdendo la casa adesso, questo è il momento di darsi da fare e non tra un mese o un anno”.

Michela Alicino

Ufficio Stampa Cgil Bat

martedì 17 giugno 2014

BAT : IL RAPPORTO ISTAT ACCRESCE L’ALLARME SOCIALE NEL NOSTRO TERRITORIO.

NECESSARIO CAPIRE SE LE POLITICHE OCCUPAZIONALI ABBIANO FUNZIONATO OPPURE NO.
"CON FOGGIA E LECCE LA BAT TRA LE 15 PROVINCE CON PIÙ DISOCCUPATI"

Con quella di Foggia e di Lecce la Bat risulta essere, secondo il recente rapporto Istat relativo al primo trimestre del 2014, la Provincia con più disoccupati tra le 15 Province italiane che vivono questa condizione negativa.
Una condizione che impone immediatamente una riflessione che pare non sia stata finora presa neanche in considerazione quindi ci si chiede se le politiche del lavoro attuate sul territorio siano state efficaci o meno ma il dramma è che, se escludiamo l’azione attiva dell’Ente Provincia di Barletta Andria Trani, nei comuni della Bat esse sono praticamente inesistenti.
Un deficit culturale, politico, amministrativo e dirigenziale che avrebbe dovuto incitare proprio quei comuni, cioè tutti, incapaci a programmare azioni reali e concrete per lo sviluppo occupazionale, a fare rete e soprattutto ad inserirsi in un circuito virtuoso mentre hanno continuato ad isolarsi pilotando le risorse pubbliche verso azioni che nessun risultato hanno mai dato in termini generali se non per singoli soggetti che ne hanno tratto solo beneficio in termini di consensi elettorali e di propaganda. Ruolo assolutamente passivo è stato inoltre svolto da quelle cosiddette Agenzie che ormai si sono trasformate in incubatori del nulla e del niente se non per dispensare incarichi e benefici improduttivi.
Già da anni le percentuali di disoccupazione in questo territorio sono sempre state di almeno 10/13 punti percentuali superiori a quelle già drammatiche registrate nel resto del Paese anche se di queste percentuali ne esiste una quota relativa al lavoro sommerso in quanto sempre quelle amministrazioni incapaci di attuare politiche occupazionali sono addirittura talvolta contro il lavoro al punto che a quanti si accostino all’Ente per usufruire di benefici e benefits viene richiesto uno stato di disoccupazione per accedervi e questo significa spesso incitare e indurre chi un minimo di lavoro regolare lo ha a rifugiarsi nel sommerso per usufruire dei benefici riservati ai senza reddito e questo è un male tipico della politica che dovrebbe, invece, premiare chi il reddito comunque lo produce ma tale reddito sia insufficiente e vada quindi sostenuto con altre azioni di intervento e di sostegno sociale ed economico.
Tornando al dramma disoccupazione derivante dal rapporto Istat il nostro territorio si posiziona tra le quindici Province in Italia col più alto tasso di disoccupazione generale facendo registrare il 22% e noi ci aggiungiamo che il tasso di inoccupazione giovanile ha superato il 58% a fronte di una percentuale che in Italia non supera il 42,7%.
Poiché questi sono dati direttamente correlati all’efficienza o meno delle politiche attuate sia a livello centrale che territoriale è altresì vero che essi sono anche lo specchio della capacità o meno dei territori di essere attrattori di investimenti con conseguente creazione di occupazione reale e buona quindi in assenza di questi investimenti ne consegue che evidentemente le politiche del lavoro attuate sinora vanno completamente ridisegnate così come vanno incentivate laddove inesistenti specie se si tiene conto delle enormi quantità di fondi pubblici spesi senza risultati perché orientati a tamponare situazioni di emergenza momentanea piuttosto che finalizzati per mantenere equilibri che nulla hanno a che fare con le reali esigenze ed aspettative del territorio e segnale lampante di queste inefficienze sono anche rappresentate dai risultati derivanti dal comparto della Formazione.
Le mancate risposte alle continue sollecitazioni nel creare un Piano di Emergenza Sociale che vedesse insieme tutte le componenti attive sui territori sono ulteriore segnale di quanto il sistema sia poco propenso a cedere pezzi di rappresentanza e tenda a mantenere invece in modo assoluto pezzi di potere precostituito che rimangono a tutto quasi esclusivo beneficio e vantaggio del sistema chiuso.
Chi continua a pensare che possano essere singoli settori a mutare la situazione sbaglia ancora e non comprende che il rilancio può avvenire solo con un’azione sistemica e omogenea che investa il sistema economico territoriale nel suo insieme, a partire dal comparto agricolo fino all’edilizia passando per l’artigianato, l’industria, il commercio e i servizi avanzati quindi il turismo perché le potenzialità le conosciamo tutti, le capacità pure ma ancora manca quell’azione di coordinamento e di incentivazione mirata perché diventa difficile pensare di attrarre investitori importanti e qualificati in una terra che evidentemente mostra segnali di scarsissima attrattiva e non provvede a risolvere questioni, come quella ambientale o urbanistica o della carente rete dei servizi integrati, che sono imprescindibili e prioritari.
Gli enormi sprechi ed inutilizzi dei fondi pubblici ed europei ne sono ampia dimostrazione e l’ultima opportunità vanificata proprio dall’assenza di programmazione dello sviluppo locale cioè quella della Zona Franca Urbana ne è la lampante dimostrazione.
Un’intera classe politica e dirigente sarà ricordata non tanto per lo spreco di denaro pubblico quanto per lo spreco e l’inutilizzo di opportunità che questo territorio ha avuto a disposizione in enorme quantità ma che non ha visto né ha saputo o voluto cogliere.

                                                                    
                                                                                                                    Savino Montaruli

                                                                                                          Presidente UNIMPRESA BAT