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News dalle Città della BAT

sabato 4 dicembre 2010

BARLETTA : Declassare la sede barlettana dell’I.N.AI.L

A molti, addetti ai lavori e non, è giunta notizia della volontà governativa di declassare la sede barlettana dell’I.N.AI.L., presente nella nostra città da oltre 25 anni, quale punto di riferimento per le numerose aziende e per i tanti lavoratori “stanziati” su un territorio che, oltre a quello di Barletta, comprende anche i comuni di Andria, Trani Bisceglie, Canosa di Puglia, Minervino Murge, Corato, Spinazzola, Terlizzi e Ruvo di Puglia.


Il declassamento a sede di Tipo “B” è frutto dei tagli incondizionati e lineari che l’attuale Governo ha adottato come politica di riequilibrio dei conti pubblici, senza che, peraltro, tenesse nel debito conto un insieme di considerazioni imprescindibili per la corretta ponderazione dei pro e dei contro che accompagnano l’irrazionale iniziativa.

A ciò bisogna aggiungere che – quasi paradossalmente – proprio l’ufficio I.N.A.I.L. nostrano è stato “promosso”, non più tardi di 2 anni fa, a sede provinciale di Tipo “A” ed è stato il primo Ufficio Statale ad assumere competenza (e dignità) provinciale nell’ambito della neonata Provincia.

E se una tale “promozione” si è resa necessaria agli occhi dei governanti del 2008, dei buoni motivi che ne sorreggessero la scelta, senz’altro vi erano.

Motivi che, per noi di “Futuro e Libertà” di Barletta, permangono tuttora.

Subito alcuni numeri, utili per rendere al meglio l’inopportunità e l’irragionevolezza di una scelta che sembra non tener conto delle particolarità del caso.

Al 2009, risultavano aperte 32.000 “posizioni”, cifra che ingloba in sé 21.000 aziende presenti sul territorio (escluso il comparto agricolo, le cui “pratiche”, per antica regola, sono ancora in carico all’I.N.P.S.), nonché le singole pratiche relative agli infortuni, alle rendite e ad altri singoli procedimenti di competenza dell’I.N.A.I.L.

Proprio questo dato ufficiale delle 32.000 posizioni, si pone sotto il limite delle “33.000”, individuato dal Governo per mantenere in fascia “A” gli uffici allocati sul territorio. Tuttavia, proprio perché “ufficiale”, il dato non tiene conto dell’elevata percentuale di lavoro nero (stimabile nel 20-25% di quello “regolare”) che caratterizza alcune malsane realtà imprenditoriali della nostra provincia, sicchè, proprio per la necessità di far fronte ad una realtà ben più ampia di quella ufficiale (con l’intuibile conseguente esigenza di presidio del territorio), la nostra sede I.N.A.I.L. doveva e deve rimanere nella più congeniale fascia “A”, con tutto quello che ciò comporta, in termini di maggiore efficienza ed efficacia dell’azione di prevenzione e controllo affidatale.

Ognuno vede quanto strategico sia il ruolo che di fatto svolge un Ufficio ben organizzato come quello presente qui a Barletta.

Invece? Declassamento!

Iniziativa davvero ben strana, se solo si pensa che nella provincia di Brindisi (dove l’Ufficio mantiene, nei piani del Governo, la fascia “A”) le posizioni riferibili alle sole aziende sono 17.000 a fronte delle nostre ufficiali ventunmila.

In termini pratici, il previsto “taglio lineare” del 10%, andrà ad incidere su una struttura che vede occupate circa 40 persone (compresi i medici “convenzionati” che operano all’interno della Sede), eliminando dalla pianta organica le figure di Dirigente e di vice-Dirigente ed individuando soltanto la figura di un “Funzionario apicale” cui demandare l’organizzazione ed il coordinamento dell’Ufficio (con effetti negativi anche sulle aspettative di crescita professionale del Personale).

Tutto ciò, a fronte di un contraddittorio allargamento delle competenze attribuite all’Ente, il quale, dal 2010 si è visto assegnare, oltre ad aumentati compiti in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche le funzioni dei soppressi ISPESL ed IPSEMA.

Funzioni che prevedono, tra le altre, anche un servizio di informazione e formazione per le aziende (soprattutto quelle piccole e medie, vera e propria ossatura del sistema imprenditoriale provinciale) che abbisognano di essere guidate nell’attuazione di tutti gli adempimenti previsti – in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro – dal T.U. n° 81 del 2008 e dai suoi successivi aggiornamenti.

Proprio in considerazione dei compiti affidati all’I.N.A.I.L. (inquadrabili in un nuovo concetto di collaborazione tra la P.A. ed il privato), un Ufficio che funziona male – ad onta di quanto superficialmente si possa immaginare – non giova a nessuno e men che meno a quel tessuto imprenditoriale sano, il quale ha bisogno di confrontarsi con una pubblica amministrazione efficiente, proprio per raggiungere quegli obiettivi di sicurezza imposti, in modo per lo più farraginoso, dalla legge.

L’auspicio di tutti gli amici barlettani di “Futuro e Libertà” è, quindi, quello che, nelle competenti sedi, si riconsideri l’opportunità dei paventati tagli oppure, per così dire, in subordine, si pensi ad un differimento dei medesimi, per tutto quel tempo che dovesse risultare necessario per una compiuta ponderazione delle (contrapposte) esigenze dell’efficienza e dell’economicità dell’azione amministrativa, in un settore delicatissimo come quello della sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’appello è rivolto soprattutto ai nostri rappresentanti istituzionali in Provincia che sui temi dello Sviluppo continuano ad essere latitanti e assenti, incapaci di comprendere e impedire decisioni nefaste per il mondo del lavoro e dell’impresa, oggi più che mai imprescindibile volano per le sorti di un territorio senza un’autorevole guida politica.





Michele Dibenedetto

Daniela Dimonte

Nicola Pignatelli

“Futuro e Libertà” – Barletta

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