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sabato 1 ottobre 2011

TRANI : Comune, a giudizio 27 impiegati Timbravano il cartellino, ma andavano a fare la spesa I dipendenti sono stati ripresi da telecamere nascoste

Il caso più eclatante è quello del dipendente che, nella stessa mattinata, anziché stare in ufficio, era riuscito ad andare in un negozio di arredamenti, in una pescheria e poi nell’agenzia viaggi della figlia. Ma sono in tutto 27 gli impiegati «fannulloni» del Comune di Trani che dovranno essere processati, a partire dal 23 gennaio 2012, dal tribunale di Trani: timbravano il cartellino all’orario previsto e poi uscivano per andare a fare la spesa o shopping al mercato settimanale; o addirittura avevano una seconda attività lavorativa; mentre qualcun altro timbrava il cartellino per il collega che sarebbe arrivato più tardi, per scambiare all’occorrenza il favore. Sono accusati di truffa aggravata in concorso ai danni del Comune, in alcuni casi solo tentata perché gli indagati non hanno ancora percepito le somme per le ore di lavoro non effettuate. Era questa l’accusa contestata dal pm Antonio Savasta a 28 impiegati, ma il gup Angela Schiralli, al termine dell’udienza preliminare, ha prosciolto Michele Miolli e rinviato a giudizio gli altri 27. La prassi era consolidata e nell’inchiesta erano state coinvolte, inizialmente, 38 persone. Prima di approdare alla richiesta di rinvio a giudizio, però, il pm ha chiesto l’archiviazione per dieci di loro, le cui posizioni erano evidentemente marginali, in quanto gli episodi riscontrati erano stati pochi, tanto da apparire effettivamente casi isolati.
I fatti contestati risalgono al periodo a cavallo tra il 2006 e il 2007. In particolare, la finanza ha effettuato sia pedinamenti che riprese video (attraverso una telecamera nascosta) in due periodi distinti: ovvero tra fine gennaio e inizi febbraio del 2006, a novembre dello stesso anno e poi tra fine maggio e inizi di giugno del 2007. In questa maniera, hanno verificato gli spostamenti degli impiegati che nulla avevano a che fare con quelli autorizzati per servizio. Il gup, nel motivare il rinvio a giudizio, ha spiegato che al Comune di Trani c’era una «assoluta mancanza di controlli sugli impiegati, i quali in sostanza potevano fare quello che volevano, senza pericolo di incorrere in alcun richiamo o sanzione disciplinare, potendo contare ognuno sulla collaborazione di qualche collega compiacente per la timbratura del cartellino». Gli episodi più numerosi sono quelli documentanti a carico di Francesco Peluso, Lucia Ascione, Pasquale Vescia, Chiara Di Palma. Ma a giudizio sono andati anche Maurizio D’Alfonso, Teresa Di Filippo, Paola Guacci, Lauria Di Corato, Angelo Paglialunga, Teresa Di Feo, Antonello Piazzolla, Francesco Vuerich, Margherita Vania, Antonietta Vischi, Maria Rosaria Sansonne, Rosa Leo, Damiano Balducci, Liliana D’Antino, Giuseppina Larossa, Anna Capone, Giovanni Vitolano, Pietro Lamacchia, Francesco Triminì, Francesco Dionisio, Giuseppina Zullino, Andrea Cafagna, Giovanna D’Alfonso.

Carmen Carbonara
Fonte : Corriere

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