In questo particolare periodo la crisi economica e la crisi politica-istituzionale stanno mettendo in luce la vera natura dello stato e le reali intenzioni di chi lo controlla.
La democrazia rappresentativa dimostra la sua inconsistenza attraverso l’imposizione di un fedele fantoccio (Mario Monti) del club massonico Bilderberg che tira le redini del progetto del nuovo ordine mondiale attraverso cui si vuol togliere sovranità agli stati nazionali per trasferirla man mano a comunità sovranazionali, come l’Unione Europea, e poi ad un governo mondiale di pochi “Illuminati”. Stati nazionali, quello italiano così come tanti altri, sovradimensionati, artificiali, costruiti sulle cartine dai vecchi regni attraverso guerre di conquista, matrimoni combinati. Stato, quello italiano così come tanti altri, quindi, non rappresentativo delle culture, delle lingue e tradizioni delle comunità locali. Stato artificiale, erede dei vecchi regni che si rifanno il trucco.
La democrazia dimostra la sua inconcretezza quando permette che si costruiscano ponti, trafori e inceneritori nonostante il parere contrario delle popolazioni locali che dovranno subire le conseguenze nefaste di tali opere. E poi ancora quando permette che Marchionne cancelli diritti acquisiti in secoli di battaglie con l’aiuto dei sindacati anch’essi strumento del progetto degli illuminati. E poi ancora quando permettono alle fabbriche di andare all’estero e lasciare i lavoratori italiani per strada, quando ci tolgono il diritto alla pensione, quando viene trascurato il bene pubblico (scuole, ferrovie, acqua, ecc.) per favorire il privato controllato dagli amici, compagni, confratelli.
La democrazia rappresentativa, quella stessa che viene esportata a suon di bombe (sui cui costi non si vuole tagliare per non rinunciare alla propria natura imperialista), lo stato democratico sono la vera utopia pechè strumento di una oligarchia che si va rafforzando, che fa del controllo degli stati e dell’emanazione delle leggi lo strumento di legittimazione della propria autorità in una società che ha un rispetto sacrale dell’ordinamento giuridico. La democrazia rappresentativa non solo dimostra di essere strumento di controllo e quindi di essere finalizzata a una forma di autoritarismo mascherato, ma si annulla, si delegittima e pone le basi per la sua fine poichè vien meno al contratto sociale: il governato non si sente più tutelato dal governante in questa specie di patto sociale, per cui se ne tira fuori; lo stato vien meno, muore, non esiste più.
C’è, quindi, la necessità di ricostruire una forma di organizzazione della società che sia egualitaria, libertaria e che restituisca ad ogni singolo individuo la propria sovranità, la propria dignità. Non più uno stato nazionale, centrale, autoritario ma una federazione di comuni liberi, così come teorizzata da Proudhon, attraverso l’instaurazione di rapporti di reciprocità, mutualistici con organizzazioni orizzontali e non più verticali, piramidali, verticistiche. Il potere dev’essere quanto più periferico per essere più vicino ad ogni individuo. Il governo deve essere esercitato nelle assemblee popolari di ogni comune in modo che la gente possa autogovernarsi piuttosto che ricevere le imposizioni da un’autorità nazionale o peggio che mai sovranazionale (Unione Europea) o mondiale.
Per questo è necessario, oggi più che mai, costituire gruppi anarchici che con azioni politiche ostruiscano i soprusi dello stato e dei suoi tentacoli nei confronti di singoli liberi individui; con assemblee popolari restituiscano la sovranità ai cittadini; e attraverso spazi autogestiti diano possibilità di realizzazione a progetti dal basso.
Ripartiamo da qui, il percorso è lungo è faticoso. Un gruppo anarchico e una casa del popolo a Barletta che permettano agli individui di realizzare i propri progetti, di assecondare e coltivare le proprie attitudini, di organizzarsi per porre fine ai pignoramenti delle case da parte delle banche, ai soprusi di equitalia e all’azione criminale del cementificio che inquina costantemente l’aria che respiriamo, pur tutelando chi ci lavora. Un “luogo” che sia presidio di resistenza e sensibile alle difficoltà degli immigrati nel nostro territorio e che sostenga le questioni dei popoli straziati come quello palestinese. Un luogo che metta al centro della propria attività e del programma politico il lavoro e che riparta dal lavoro libero, non subordinato, autogestito per garantire un reddito che lo stato non vuole garantire per lasciarci precari; e che faccia leva sul lavoro di singoli e di gruppi di cooperazione per costruire un circuito di consumo critico, solidale, mutualistico, indipendente dalla grande distribuzione, dalle aziende che sfruttano, inquinano e creano diseguaglianze.
E’ finita l’epoca della democrazia rappresentativa, è finita disastrosamente. E’ ora che ogni individuo partecipi alla politica attivamente. Nei prossimi giorni si terrà la prima assemblea per costituire insieme un gruppo anarchico e dar vita a uno spazio sociale a Barletta. Si facciano avanti individui, idee e progetti libertari e mutualistici.
La democrazia dimostra la sua inconcretezza quando permette che si costruiscano ponti, trafori e inceneritori nonostante il parere contrario delle popolazioni locali che dovranno subire le conseguenze nefaste di tali opere. E poi ancora quando permette che Marchionne cancelli diritti acquisiti in secoli di battaglie con l’aiuto dei sindacati anch’essi strumento del progetto degli illuminati. E poi ancora quando permettono alle fabbriche di andare all’estero e lasciare i lavoratori italiani per strada, quando ci tolgono il diritto alla pensione, quando viene trascurato il bene pubblico (scuole, ferrovie, acqua, ecc.) per favorire il privato controllato dagli amici, compagni, confratelli.
La democrazia rappresentativa, quella stessa che viene esportata a suon di bombe (sui cui costi non si vuole tagliare per non rinunciare alla propria natura imperialista), lo stato democratico sono la vera utopia pechè strumento di una oligarchia che si va rafforzando, che fa del controllo degli stati e dell’emanazione delle leggi lo strumento di legittimazione della propria autorità in una società che ha un rispetto sacrale dell’ordinamento giuridico. La democrazia rappresentativa non solo dimostra di essere strumento di controllo e quindi di essere finalizzata a una forma di autoritarismo mascherato, ma si annulla, si delegittima e pone le basi per la sua fine poichè vien meno al contratto sociale: il governato non si sente più tutelato dal governante in questa specie di patto sociale, per cui se ne tira fuori; lo stato vien meno, muore, non esiste più.
C’è, quindi, la necessità di ricostruire una forma di organizzazione della società che sia egualitaria, libertaria e che restituisca ad ogni singolo individuo la propria sovranità, la propria dignità. Non più uno stato nazionale, centrale, autoritario ma una federazione di comuni liberi, così come teorizzata da Proudhon, attraverso l’instaurazione di rapporti di reciprocità, mutualistici con organizzazioni orizzontali e non più verticali, piramidali, verticistiche. Il potere dev’essere quanto più periferico per essere più vicino ad ogni individuo. Il governo deve essere esercitato nelle assemblee popolari di ogni comune in modo che la gente possa autogovernarsi piuttosto che ricevere le imposizioni da un’autorità nazionale o peggio che mai sovranazionale (Unione Europea) o mondiale.
Per questo è necessario, oggi più che mai, costituire gruppi anarchici che con azioni politiche ostruiscano i soprusi dello stato e dei suoi tentacoli nei confronti di singoli liberi individui; con assemblee popolari restituiscano la sovranità ai cittadini; e attraverso spazi autogestiti diano possibilità di realizzazione a progetti dal basso.
Ripartiamo da qui, il percorso è lungo è faticoso. Un gruppo anarchico e una casa del popolo a Barletta che permettano agli individui di realizzare i propri progetti, di assecondare e coltivare le proprie attitudini, di organizzarsi per porre fine ai pignoramenti delle case da parte delle banche, ai soprusi di equitalia e all’azione criminale del cementificio che inquina costantemente l’aria che respiriamo, pur tutelando chi ci lavora. Un “luogo” che sia presidio di resistenza e sensibile alle difficoltà degli immigrati nel nostro territorio e che sostenga le questioni dei popoli straziati come quello palestinese. Un luogo che metta al centro della propria attività e del programma politico il lavoro e che riparta dal lavoro libero, non subordinato, autogestito per garantire un reddito che lo stato non vuole garantire per lasciarci precari; e che faccia leva sul lavoro di singoli e di gruppi di cooperazione per costruire un circuito di consumo critico, solidale, mutualistico, indipendente dalla grande distribuzione, dalle aziende che sfruttano, inquinano e creano diseguaglianze.
E’ finita l’epoca della democrazia rappresentativa, è finita disastrosamente. E’ ora che ogni individuo partecipi alla politica attivamente. Nei prossimi giorni si terrà la prima assemblea per costituire insieme un gruppo anarchico e dar vita a uno spazio sociale a Barletta. Si facciano avanti individui, idee e progetti libertari e mutualistici.
Fonte : Megozine

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