Il sostegno alle attività di pesca
passa anche attraverso operazioni di ripopolamento ittico.
E’ la sintesi dell’operazione proposta
dall’Assessorato alle Attività Produttive e Risorse Marine della Provincia di
Barletta - Andria - Trani (in collaborazione con il Laboratorio di Biologia
Marina della Provincia di Bari), messa in atto questa mattina lungo i punti di
semina considerati più idonei della costa del territorio, ed in particolare a
Margherita di Savoia, Trani e Bisceglie.
Nel corso dell’operazione sono stati
seminati 30mila avannotti di spigola, con peso individuale pari a 25-30 grammi,
ottenuti tramite riproduzione artificiale in acqua di mare e compatibili con la
specie autoctona. La scelta della specie (spigole) è stata effettuata in
seguito ad indagini tecniche rilevate direttamente nell’area e sulla base delle
richieste degli operatori del settore locali. La taglia individuata, invece, è
sufficiente a limitare gli effetti negativi della predazione e degli shock
ambientali conseguiti all’immissione nell’ambiente marino. Il progressivo
innalzamento della temperatura delle acque connesso alla stagione primaverile
garantirà inoltre un rapido accrescimento connesso ad un parallelo aumento del
metabolismo dei giovani pesci che verranno seminati.
«Contrastare efficacemente la crisi
che il comparto ittico sta attraversando è uno degli obiettivi
dell’Amministrazione provinciale di Barletta - Andria - Trani - ha spiegato
l’Assessore provinciale alle Attività Produttive e Risorse Marine Antonia Spina
-. La pesca è un settore di vitale importanza per l’economia del nostro
territorio; così, dopo aver ascoltato le istanze degli operatori nelle scorse
settimane, abbiamo cercato, per quanto di nostra competenza, di sostenere la loro
attività. Per farlo, abbiamo adottato questa operazione di ripopolamento del
Mare Nostrum, che ben si coniuga con la tutela e salvaguardia delle risorse
faunistiche marine. Siamo convinti - ha poi concluso l’Assessore Spina - che
tale iniziativa servirà a favorire e migliorare le condizioni di pesca,
arricchendo al contempo il nostro patrimonio marino, a dispetto delle enormi
difficoltà cui gli operatori del settore devono far fronte, tra cui spicca la
piaga degli enormi costi del carburante per i pescherecci».
Gli effetti ed i riscontri
dell’attività di semina potranno essere verificati tramite osservazioni dirette
ed informazioni raccolte presso i pescatori locali a distanza di circa un anno
dall’operazione.
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