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mercoledì 17 ottobre 2012

BAT : I POLITICI INVOCANO FUORI TEMPO MASSIMO E FORSE STRUMENTALMENTE, UN REFERENDUM POPOLARE SUL FUTURO DELLA SESTA PROVINCIA



Tanta voglia di democrazia, di partecipazione e di coinvolgimento non l’avevamo mai vista né sentita prima d’ora. Con immensa curiosità e senza non poco sconcerto apprendiamo che ci sarebbe chi esprime la volontà di indire Referendum Popolari per coinvolgere la popolazione ed i cittadini per decidere sul loro futuro. Peccato che quei regolamenti, quelle norme, quelle regole per far si che gli strumenti di partecipazione fossero realmente resi operativi e concretamente attuabili da noi chieste da anni, se non da decenni, hanno visto intere classi politiche, giovani, vecchie, ammuffite, innovatrici e rivoluzionarie (a chiacchiere!) scappare via a gambe levate quasi si stesse proponendo di assumere un centinaio di persone senza concorso e solo per ricompensa mentre si stava sollecitando l’attuazione di previsioni statutarie ignorate e demolite.
Tutti sanno, perché ben lo sanno, che queste lavate di faccia non incantano più nessuno, quindi si proceda immediatamente con l’assunzione di responsabilità, politica, amministrativa e personale di deliberare in un Consiglio Comunale monotematico e aperto a tutti i cittadini le decisioni che il Governo nominato ha detto di assumere, altrimenti si prendano apertamente le distanze dal “pasticcio romano” ma anche in tal senso pare che partiti, movimenti e tutti i loro più autorevoli rappresentanti restino in pauroso silenzio.
Ormai la vicenda sta assumendo sempre più connotazioni di una grande partita politica ed oggi si vorrebbe far credere che gli arbitri siano i cittadini con non meglio precisate e fasulle iniziative referendarie che non ci saranno mai, né su questo né su altri temi.
Anche nel consiglio regionale del 22 ottobre prossimo non si deciderà nulla e sarà stato ancora tempo perso in polemiche, prese di posizione, distinguo, interpretazioni e altre ridicole moine. In verità l’obiettivo non è quello di mantenere intatta una non meglio e mai precisata identità territoriale, che verrebbe altresì meno dopo le stravaganti e fantasiose recenti proposte di accorpamento di territorio distanti quanto dissimili tra loro, ma di opportunismi legati alle circoscrizioni elettorali e ciò che ne deriva in termini di consensi.
Lunedì il Consiglio regionale si occuperà quasi esclusivamente della “questione Salento” mentre in merito alla Sesta Provincia potrebbe solo dare seguito a quello che il Governo ha detto di fare e al massimo indicare una subordinata con la quale si auspichi l’emanazione di un improbabile e non previsto provvedimento correttivo da parte dello stesso Governo con il quale si possa definire una circoscrizione territoriale comprendente i comuni dell’attuale Provincia di Barletta – Andria - Trani e quelli della Provincia di Bari non aderenti alla istituenda Città Metropolitana.
In questo caso sarebbe anche opportuno, giusto e legittimo indicare che, sulla base della vigente normativa in materia, il titolo di città capoluogo unico spetterebbe alla città di Andria non essendoci alcuna possibilità che tra tutte le città che possano entrare a far parte della nuova circoscrizione territoriale  ce ne possa essere altra più popolosa.
Noi la pensiamo così.

                       
                                                                                  
                                                                                                      Associazione “Io Ci Sono!”
                                                                                                                   ANDRIA

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