Dopo
le tante sollecitazioni e gli approfondimenti sui diversi tavoli, il Presidente
della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Francesco Ventola, ha voluto
incontrare personalmente il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola per
testimoniargli la realtà sanitaria del territorio e sincerarsi della sua
consapevolezza su quanto sta accadendo e, peggio, su quanto potrà ancora
succedere con la messa a regime delle decisioni regionali.
«Ho
posto l’accento soprattutto sulle ricadute sui pazienti, a partire dalle fasce
sociali più deboli e, non ultime, le gravi responsabilità cui si sta andando
incontro, per chi decide e per chi opera» ha commentato, a margine
dell’incontro, il Presidente Ventola.
Infatti,
con il parere favorevole nella Commissione “Assistenza Sanitaria, Servizi
Sociali” (25 gennaio scorso) dei Consiglieri regionali di maggioranza (Marino,
Laddomada, Matarrelli, Caracciolo, De Gennaro, Pellegrino e Pastore) si è
conclusa l’approvazione del regolamento, approvato dalla Giunta Regionale il 27
dicembre scorso, sul Piano di rientro e sul riordino della rete ospedaliera
pugliese.
«E’
nota la contrarietà espressa dai Cittadini e dalle Istituzioni del nostro
territorio - ha continuato il Presidente Ventola - per le discriminazioni
subite dalla nostra Asl, per le modalità e per i tempi in cui tanto è avvenuto;
programmazione, consultazione, condivisione e processualità, parole tanto
significative e care, sono d’un tratto diventate prive di importanza. Del
resto, si ritrova anche in queste situazioni di consolidata penalizzazione la
voglia di autodeterminazione e di tutela che ha indotto tutte le Comunità dei
dieci Comuni interessati a costituire la Provincia Bat: non continuare ad
essere periferia in ogni occasione facendo, invece, fronte comune all’interno
di una Provincia che possa far sentire la sua voce come è già accaduto ad
esempio per la tutela ambientale del territorio».
Numeri
alla mano, il Presidente della Provincia prosegue: «se è vero che nelle ultime
decisioni sulla sanità l’indice posti letto per abitante si è ridotto meno
rispetto ad altre Asl della Regione, è anche vero che insostenibile è stata ed
è la chiusura degli ospedali di Minervino e Spinazzola, già precedentemente
decisa, in mancanza di una adeguata organizzazione dei servizi. Quanto ai
presìdi di Trani e Canosa, la chiusura di unità operative fondamentali ed il
declassamento a plessi rispettivamente di Andria e Bisceglie ora decisi, hanno
creato una situazione di disagio di concittadini ed operatori che definire
preoccupante è poco, in relazione alla domanda di salute ed alla offerta di
servizi già precedentemente inadeguata; la stessa gestione dei pazienti
diventerà sempre più difficile. In materia si è sempre detto che c’era bisogno
di deospedalizzare, di ridurre, cioè, il ricorso ai ricoveri in ospedale (in
tal senso si giustifica il decreto del Ministro Balduzzi). Ma proprio la
notevole distanza dei nostri dati sui posti letto rispetto a quelli previsti -
siamo quasi al 50% in meno (1,7 posti letto per acuti anziché 3,0 previsti dal
Decreto) -, dimostra la inconfutabilità delle nostre tante rimostranze. Per le
decisioni di questi giorni, se ne sono resi responsabili la Giunta Regionale,
coloro che hanno votato favorevolmente in terza Commissione ed ora il Direttore
Generale della nostra Asl Bat chiamato a darne concreta attuazione».
Ma
nel corso dell’incontro odierno, il Presidente della Provincia non ha lesinato
proposte, direttamente indirizzare al Governatore pugliese. «Al di là delle
considerazioni politiche e delle decisioni sulle quali si potrà tornare in
futuro, il declassamento dei plessi di Trani e Canosa può e deve diventare uno
strumento flessibile per utilizzare al meglio attrezzature e spazi dove
allocare unità operative omogenee e/o funzionali, svolgere attività pertinenti
allo stato dei luoghi, in compatibilità con la domanda di assistenza sanitaria
e di sicurezza sociale. Del resto, se dismessi, tali plessi potrebbero
costituire seri problemi di abbandono con tutto quello che ne consegue. Alla
presenza del Direttore responsabile dell’area Programmazione e Assistenza
Territoriale dell’Ares (Agenzia Regionale Sanitaria pugliese), Vincenzo Pomo,
che ha confermato la condizione di sofferenza degli ospedali di Andria,
Barletta e Bisceglie, ho evidenziato che la situazione logistica e degli spazi
disponibili non consente di far fronte alle richieste di ricovero e di esami
diagnostici le cui lunghe liste di attesa già oggi sono indicibili. Nelle
condizioni attuali, non avrebbe molto senso chiedersi quale sia il grado di
sicurezza sociale quanto a prevenzione, diagnosi e cura delle malattie.
Pertanto, al Presidente Vendola ed al rappresentante tecnico presente ho
proposto di utilizzare al meglio i plessi di Trani e Canosa, mantenendo un adeguato
livello di prestazioni, il più possibile vicino a quelle pre-piano del 2010.
Ricevuto l’avvallo diretto del Governatore regionale - era assente l’Assessore
Attollini per ragioni strettamente personali -, in questa fase diventa quanto
mai importante il ruolo della parte tecnica - dell’Ares e della Direzione
Generale della nostra Asl, nel farsi carico di tradurre concretamente questo
indirizzo politico. Il Presidente Vendola - ha poi concluso Ventola - mi ha
chiesto di tenerlo aggiornato sugli sviluppi degli adempimenti concordati
rispetto ai quali vigilerò personalmente».
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