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News dalle Città della BAT

martedì 3 settembre 2013

BARLETTA : Il RIORDINO della GEOGRAFIA GIUDIZIARIA. Accantoniamo i campanilismi e raccogliamo le sfide della società globalizzata.

M.G.A. è da sempre favorevole alla soppressione delle sezioni distaccate dei Tribunali, perché vediamo nella centralizzazione delle strutture e delle funzioni, nonché nella riduzione delle distanze geografiche tra controllori e controllati (per quanto riguarda i dipendenti pubblici), uno strumento utile proprio ai fini del miglioramento delle attività giudiziarie, con benefici diffusi sia per i cittadini che per gli avvocati, oltre al fatto, di primo rilievo, che non poche sezioni d’Italia sono ormai da tempo ridotte a delle consorterie locali.

Infatti, per i cittadini, come ad es. i barlettani, il pregiudizio conseguente alla soppressione della sezione distaccata è tanto irrisorio da essere praticamente irrilevante, considerando che di certo non la frequentano con l’assiduità dei propri avvocati.

Questi ultimi, per contro, riceveranno dei significativi vantaggi dall’accorpamento, tra cui quello di poter trattare presso il Tribunale accorpante (Trani), tutti gli affari giudiziari per i quali prima avrebbe dovuto spostarsi nelle varie sezioni distaccate, con non pochi disagi, soprattutto in caso di concomitanza di udienze.

Tutto sarà, esattamente come già è per le cause in materia di diritto del lavoro, fallimentare, di separazione e divorzio, niente di più.

E’ infondato anche un altro argomento molto utilizzato dai sostenitori della protesta, che è quello dell’eradicamento del “presidio di legalità” conseguente alla soppressione delle sezioni distaccate, come quella di Barletta. 
Infatti v’è da considerare che la costituzione delle direzioni antimafia con competenza distrettuale, “ha ormai da lungo tempo fatto venire meno la necessità di un capillare presidio territoriale”, così come confermato dall’Associazione Nazionale Magistrati, proprio nel documento con cui la stessa esprimeva parere favorevole alla riforma, nei termini di cui al documento medesimo ed al quale integralmente si rinvia, essendo reperibile in internet.

Ad ogni modo, come in altri tempi si direbbe: “Roma locuta, causa finita est", "Roma ha parlato, e la questione è chiusa", senza però che questo impedisca di evidenziare che ogni azione di contrasto politico, avrebbe dovuto essere proposta per tempo.

Infatti il riordino della geografia giudiziaria, è un disegno antico che sta concludendo oggi il suo iter legislativo, e c'è stato tutto il tempo per poter intervenire con emendamenti mirati e magari con un serio progetto di riforma alternativo, scevro da campanilismi ed anacronismi, e rafforzato dal giusto ed indispensabile sostegno politico da parte dei rappresentanti eletti dal popolo.

Questo non è accaduto, sia per la mancanza del progetto, sia per la mancanza, in Parlamento e nei  territori, di rappresentanti politici adeguati, liberi, credibili e competenti.

E' per tutto questo che oggi, anche prescindendo dal merito, è comunque fuori luogo chiedere o addirittura pretendere un risultato diverso dall’attuale, perchè questo risultato consegue giustamente alla nostra incapacità organizzativa e/o all'inadeguatezza, all’inefficacia o all'inefficienza della rappresentanza politica.

Questa è la democrazia, rimane solo una lezione da imparare per il futuro, che è la stessa che agli avvocati è stata severamente impartita dal Legislatore, con la riforma dell'ordinamento professionale attuata con la Legge 247/12.
Ogni gruppo sociale ha diritto e facoltà di organizzarsi politicamente per le tutela degli interessi di cui è portatore: la capacità di incidere sui processi di produzione legislativa dipende solo ed esclusivamente da questo.
Orbene, considerando che questa capacità non l’abbiamo mai avuta, la lezione finale è che dobbiamo imparare ad aggregarci e ad organizzarci, e soprattutto dobbiamo imparare a votare, sia come cittadini, che come avvocati.

Adesso infatti, l’obiettivo di una sana, responsabile, e lungimirante attività politica, soprattutto forense, è, non la protesta, ma la pretesa di strutture quanto più possibili idonee a garantire la migliore prosecuzione delle attività del Tribunale, impegnandoci tutti ad una fattiva collaborazione, finalizzata alla migliore e celere risoluzione dei vari problemi funzionali e/o organizzativi.

Questo è il momento politico giusto ed opportuno per riprendere, ad esempio, l'anziano progetto della "Cittadella Giudiziaria”, accantonando definitivamente tutti quegli arcaici campanilismi, di cui sembra pregna questa protesta.

L'accorpamento e la centralizzazione delle strutture, delle funzioni e delle attività giudiziarie è certamente un primo passo in quella direzione, dobbiamo saper vedere e cogliere i vantaggi anche in situazioni che sembrano non poterne avere, ed in vantaggi, in queste circostanze, sono visibili solo guardando oltre l'orizzonte del campanilismo e dell’anacronismo.

Dobbiamo premere per l’accelerazione del processo telematico, e per l’adozione delle migliori  tecnologie informatiche, dobbiamo evolverci, dobbiamo raccogliere le sfide della società globalizzata, individuare i vantaggi e convertire gli svantaggi in crediti politici, esattamente quello che fino ad oggi non siamo mai riusciti a fare. 

M.G.A.
Mobilitazione Generale degli Avvocati 
Il presidente nazionale
Avv. Cosimo D. MATTEUCCI

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