“Nel territorio tra Andria e Trani è in corso di autorizzazione una ulteriore discarica, sembra di rifiuti speciali. In altri luoghi e tempi sarebbe una notizia che suscita dibattito almeno.
Per intenderci dovrebbero essere “non pericolosi” , e non si tratta solo di rifiuti del nostro bacino, ma provenienti da altri luoghi. Non ho niente di pregiudiziale contro le discariche, quando sono in equilibrio con il territorio e riducono al minimo gli impatti ambientali, e al massimo le tecniche di salvaguardia.
Ma in uno strettissimo triangolo di territorio si stanno ormai concentrando troppi impianti di discarica. Già la discarica AMIU di Trani riceve rifiuti da ogni dove in Puglia, altro che discarica di bacino. Questo triangolo è vicinissimo ad Andria e in qualche modo incombe sui nostri parametri ambientali, falda, aria, ecc.
Poi ci sono già attività di rifiuti speciali e, in itinere, altre attività relative a trattamenti ambientalmente sensibili a brevissima distanza.
I rischi ambientali aumentano esponenzialmente concentrando gli impianti. Eppure nel territorio ci sono decine di locations potenziali. Se però i privati sono liberi di scegliere, senza un governo vero del territorio, si orienteranno dove le “economie” li portano, ovvero negli stessi luoghi dove ci sono altri impianti e dove gli investimenti nei siti sono più redditizi.
Per molto meno si odono urla ambientaliste transitorie, si fanno ordini del giorno inutili nei consigli comunali, dichiarazioni politiche che non trovano poi mai seguito. Mi chiedo dove sia il governo del territorio, la politica, le opposizioni, di cosa si occupano? Possibile che le scelte fondamentali, elementari, di governance ambientale ed economica possano passare sulla testa di tutti? Possibile che qui si scaricano rifiuti da tante parti di Puglia e nessuno ha detto niente?
Qualcuno nelle istituzioni deve occuparsi di questo, e del nostro territorio, non solo delle procedure tecniche; questa terra marginale deve rialzare la testa affrontando prima le sue responsabilità interne, dandosi regole progetti e iniziative, e poi chiedendo di essere rispettata e valutata, e non trattata come ruota di scorta nell’ambiente, nella economia e nelle istituzioni.
Per intenderci dovrebbero essere “non pericolosi” , e non si tratta solo di rifiuti del nostro bacino, ma provenienti da altri luoghi. Non ho niente di pregiudiziale contro le discariche, quando sono in equilibrio con il territorio e riducono al minimo gli impatti ambientali, e al massimo le tecniche di salvaguardia.
Ma in uno strettissimo triangolo di territorio si stanno ormai concentrando troppi impianti di discarica. Già la discarica AMIU di Trani riceve rifiuti da ogni dove in Puglia, altro che discarica di bacino. Questo triangolo è vicinissimo ad Andria e in qualche modo incombe sui nostri parametri ambientali, falda, aria, ecc.
Poi ci sono già attività di rifiuti speciali e, in itinere, altre attività relative a trattamenti ambientalmente sensibili a brevissima distanza.
I rischi ambientali aumentano esponenzialmente concentrando gli impianti. Eppure nel territorio ci sono decine di locations potenziali. Se però i privati sono liberi di scegliere, senza un governo vero del territorio, si orienteranno dove le “economie” li portano, ovvero negli stessi luoghi dove ci sono altri impianti e dove gli investimenti nei siti sono più redditizi.
Per molto meno si odono urla ambientaliste transitorie, si fanno ordini del giorno inutili nei consigli comunali, dichiarazioni politiche che non trovano poi mai seguito. Mi chiedo dove sia il governo del territorio, la politica, le opposizioni, di cosa si occupano? Possibile che le scelte fondamentali, elementari, di governance ambientale ed economica possano passare sulla testa di tutti? Possibile che qui si scaricano rifiuti da tante parti di Puglia e nessuno ha detto niente?
Qualcuno nelle istituzioni deve occuparsi di questo, e del nostro territorio, non solo delle procedure tecniche; questa terra marginale deve rialzare la testa affrontando prima le sue responsabilità interne, dandosi regole progetti e iniziative, e poi chiedendo di essere rispettata e valutata, e non trattata come ruota di scorta nell’ambiente, nella economia e nelle istituzioni.
Per il maggiore partito del centro sinistra questi sono giorni di primarie, dibattiti, congressi. E’ troppo chiedere che il rinnovamento cominci dai contenuti, e dalla voglia di riprendere la guida dei processi del territorio, e di fermare il declino che sembra inarrestabile? C’è un popolo che non aspetta altro che rimettersi in cammino, ma vuole sapere esattamente verso dove e perché. Se non si risponde ora a queste domande , quando?”
dott. Vincenzo Caldarone
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