L’obiettivo di
questo mio scritto è illustrare argomenti riguardanti il raggiungimento di
obiettivi nella vita e nello sport, con tecniche della psicoterapia della
Gestalt, approccio E.M.D.R. e Ipnosi Ericksoniano, integrando con aspetti della
Psicologia dello Sport, quali il goal setting, la motivazione,
l’autoefficaicia, riportando un mio modello di intervento denominato Modello
O.R.A. che è l’acronimo di Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia.
Trattasi di un
manualetto, un piccolo saggio da leggere che cattura inizialmente l’attenzione
per la sensibilità degli argomenti, per la semplicità, per l’utilità nella vita
quotidiana, gradualmente si arriva a comprendere il modello di intervento.
Si rivolge agli
adulti, educatori, operatori d’aiuto, studenti di psicologia, psicologi,
psicoterapeuti, professionisti che gravitano attorno al mondo dell’atleta e
agli atleti stessi.
Gli argomenti
vanno dalla semplice pratica sportiva dilettantistica o professionale alle
dipendenze con un modello di intervento denominato Modello O.R.A. da utilizzare
in base alle competenze degli operatori, dei professionisti, in quanto il
modello si può adattare in base alla propria professionalità, dove è importante
il concetto base di chiara definizione di obiettivi, il crederci, le risorse
occorrenti e l’autoefficacia da potenziare.
Le persone sono interessate a capire cosa fare per
riuscire in qualcosa. Non vogliono necessariamente essere curate ma apprezzate
in qualcosa che riescono. Possono avere necessità di qualcuno che gli mostri in
qualche modo una strada percorribile, che si prenda cura di loro, che sia
interessato a quello che fanno, senza pretese, senza deliri di onnipotenza.
Introduzione a cura di Nino
Geniola, psicologo-psicoterapeuta, riporto alcuni passaggi: “Matteo Simone
parte da se stesso, dalla propria esperienza personale di sportivo e psicologo
psicoterapeuta, proponendo un’integrazione di procedure volte alla creazione
del suo modello, battezzato con l’acronimo O.R.A., che sembra rendere omaggio
al “qui e ora” di perlsiana memoria.
In questo libro vi è la spinta ottimistica a ricercare il
benessere attraverso lo sport, prestando attenzione alle risorse a disposizione
dentro ogni singola persona.
O.R.A. è una formula efficace dal punto di vista del problem solving e può rappresentare un valido supporto a chi
è interessato alla psicologia dello sport, della salute e del benessere.
Matteo Simone, in questo suo scritto, punta sull’idea che
ogni persona possa dimostrare di avere talento e sperimentare autoefficacia, in
qualsiasi campo della vita...”
PREFAZIONE di Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work di Cagliari,
riporto alcuni passaggi: “…nell’attività sportiva così come
nelle pratiche delle arti marziali, il lavoro con la consapevolezza non si riferirà soltanto alla dimensione
corporea ma andrà esteso evidentemente anche all’esperienza emozionale e a
quella del pensiero.
Come ha
ben evidenziato Matteo Simone descrivendo la pratica nella maratona, oltre un
certo livello di soglia tendono a manifestarsi diverse emozioni cariche di
sofferenza. Possono sorgere sentimenti
di impotenza e di rinuncia e rassegnazione che rappresentano, come egli l’ha
definito, il “muro” sovente considerato
invalicabile. Matteo scrive: “Quindi quando arriva il
momento della crisi, del muro, l’invito è osservare le sensazioni di fatica, di
dolore, senza giudicare, senza reagire ma considerando di superare momento dopo
momento, metro dopo metro, per arrivare al traguardo”.
Da tutto
ciò si evince che emozioni e pensieri possono essere utilizzati per potenziare
la propria determinazione al raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Avendo
un corretto atteggiamento come quello praticato nella meditazione Vipassana, emozioni e pensieri possono favorire lo sviluppo
della concentrazione in quanto conseguentemente alla loro manifestazione si
aumenta l’impegno di non distogliere l’attenzione acquistando pertanto, nel
corso dello sviluppo della pratica,
maggiore presenza.”
Presentazione
a cura di Isa MAGLI, RIPORTO ALCUNI PASSAGGI: “Raggiungere la positività nello
sport è scoprire la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, ad
ogni impedimento dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una
sconfitta, riacquistando l’autostima, in special modo con una comunicazione
efficace continuativa, empatica e non standardizzata.
Incuriosisce
un argomento nuovo, quello della “CAPOEIRA”: infatti, dopo una definizione a
largo spettro come in partenza in Brasile era una raccolta di diari di capi di
spedizione, addetti a riportare indietro gli schiavi neri che volevano
scappare, poi intesa come pratica nelle strade e nelle pubbliche piazze
dell’esercizio di agilità e destrezza fisica, passa ad annoverare i momenti
dell’evoluzione di essa.
Nel 1890
con l’art.402 era clandestina e il CAPOREISTA aveva solo un APELIDO, cioè un
soprannome. Nel 1936 l’art.402 del codice penale fu revocato.
Nel
1974 fu riconosciuto come Sport
nazionale brasiliano da praticare nelle “ACADEMIES” per il conseguimento di un diploma la “FORMADURA”, fino a
diventare disciplina universitaria e attività pedagogica valorizzando
l’impegno-sforzo di ogni persona per l’apprendimento non della vittoria nel
gioco, ma la cooperazione fra ludisti nella “RODA”(un momento dello stare
insieme e, attraverso musica, canti e battiti delle mani, guardando l’altro e
giocando con l’altro). Movimento base è la GINGA che con una gamba piegata in avanti
e l’altra dietro serve ad attaccare l’avversario.
L’autore
non risparmia l’elencazione degli strumenti della “CAPOEIRA” quali: il BERINBAU
(arco musicale); l’ATABAQUE (tamburo); il PANDEIROS (tamburello a sonagli);
l’AGOGO (campane di legno e metalliche); il RECO-RECO (specie di raspa di
legno); il CAXIXI (strumenti idiofono africano).”
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