LO STORICO IMMOBILE E’ IN VENDITA E QUEL VALORE DEVE RESTARE AD ANDRIA.
Andria, lo storico “Palazzo Porro”,
sito in Piazza Municipio, uno dei tanti immobili riconducibili alla famiglia
Porro, è in vendita da molti anni ma pare che nessuno manifesti interesse per
quel simbolo culturale che ricorda un dramma indimenticabile accaduto nella
nostra città quanto il 5 marzo del 1946 una manifestazione di disoccupati si
trasformò in un’insurrezione popolare con scontri armati tra manifestanti e
polizia, culminato il 7 marzo con l’eccidio delle sorelle Porro, avvenuto
proprio in quel palazzo dove già dal 6 marzo alcuni individui si presentarono per
rovistare i loro appartamenti ed intimidire gli occupanti responsabili di
appartenere ad una famiglia della borghesia terriera locale ed intenti, in quel
momento, a recitare il Santo Rosario. Prima che questo interessamento possa
venire da qualche speculatore magari proveniente da altre nazioni in forte
sviluppo economico come la Russia, la Cina, il Pakistan o l’India noi lanciamo
un appello affinché le istituzioni locali, di qualunque importanza o rilevanza
possano manifestare interessamento per quell’immobile le cui destinazioni
culturali possono essere veramente numerosissime e quindi salvaguardare quel
patrimonio della città e il ricordo che esso contiene ancora intatto e basta
recarsi all’interno della struttura per essere immediatamente colpiti da qualcosa
di magico e dalla bellezza indescrivibile di ornamenti, capitelli, elementi
architettonici, dalla scalinata ed essere invasi da quell’inebriante profumo di
antico e di storia che specialmente i giovani dovrebbero respirare a pieni
polmoni per conoscere, per rigenerarsi e per abbandonarsi alla riflessione a
alla conoscenza del proprio passato e della propria storia.
Le richieste da parte degli
attuali proprietari per quella vendita non sono per nulla spropositate anzi
sono esattamente quelle di un mercato di compravendita delle case in fortissima
crisi e comunque molto, ben molto al di sotto del suo valore commerciale e
storico ed è per questo che il disinteresse dell’Ente Pubblico, in primis del
comune di Andria, sarebbe disarmante ed assolutamente irragionevole anche
perché potrebbe o avrebbe potuto già candidarlo nei numerosi programmi pubblici
di finanziamento per arricchire il patrimonio culturale e storico cittadino, come avvenuto per altri
manufatti. Il Comune di Andria avrebbe inoltre la possibilità di realizzare le
opere di ristrutturazione e di adeguamento con i propri mezzi già disponibili
mentre questo ai privati costerebbe molto quindi sarebbe disincentivante.
Il nostro appello affinché quel
patrimonio non vada vanificato e dimenticato o, peggio, cada nella mani di chi
non lo meriterebbe e non ne conosce né storia né valore, quindi attendiamo un
immediato riscontro che metta in moto un circuito virtuoso perché sia la stessa
città a determinarne l’uso pubblico più appropriato ed opportuno quindi, un
museo, una pinacoteca, un centro culturale multietnico, centro di allestimenti
di mostre ed esposizioni, centro convegni, seminari.
Crediamo che tutto ciò si possa
fare anche perché conosciamo la disponibilità dei proprietari e vi assicuriamo che
sono loro i primi a riconoscere che quell’immobile deve restare nella piena
disponibilità degli andriesi e della loro storia.
Se saremo in grado di trasformare
il drammatico ricordo dell’eccidio avvenuto in quel Palazzo in un rigenerato
interesse storico e culturale che coinvolga l’intera città allora e solo allora
potremo dire di aver fatto “un buon affare”; un affare per la Comunità che si
ritroverebbe proprietaria di un bel gioiello incastonato nel suo diadema culturale
storico, proprio nel suo cuore urbanistico.
Associazione
“Io Ci Sono!”
Il Presidente
Savino Montaruli
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