Il definitivo sequestro della discarica
pubblica di Trani risultava preannunciato
dai dati acquisiti da Legambiente Trani presso i competenti uffici ARPA nella
assenza invece di riscontri da parte dell’AMIU nonostante una specifica istanza di accesso agli atti ai sensi e per gli effetti del
decreto legislativo del 19 agosto 2005 (diritto di accesso alle informazioni
ambientali).
I dati
analizzati denotano un inverosimile e
costante superamento dei valori degli agenti inquinati in particolare in uno
dei così detti “pozzi spia”, configurandosi una possibile e costante presenza in falda di elementi nocivi.
Infatti tra i prelievi effettuati in un
“incriminato” pozzo di monitoraggio quello in data 21/08/2014 evidenzia valori
alterati oltre i limiti ammissibili (valori espressi in microgrammi/litro) tra
cui e nello specifico: nitriti 8630
(limite a 500), arsenico 18 (limite a 10), ferro 376 (limite a 200), manganese
110 (limite a 50) nichel 32 (limite a 20). Ulteriori rilievi pur restando nei
parametri presentano nel recente periodo di verifica e confronto innalzamenti
significativi e tali, evidentemente, da indurre l'ufficio regionale
inquinamento e grandi impianti, ad imporre l’adozione di specifiche misure di
sicurezza ed emergenza volte al contenimento dell' inquinamento.
La previsione
tra i capi di accusa del reato di disastro ambientale, già denunciato da
Legambiente e ed il richiamo al principio comunitario, tuttavia sempre
difficilmente applicabile, del “chi inquina paga”, non appare
affatto confortante, in quanto la normativa che regola la materia prevede tale
grave reato solo in costanza di una situazione irreversibilmente compromessa.
Il “disastro
ambientale” viene inteso quale “alterazione irreversibile dell’equilibrio
dell’ecosistema” che naturalmente e piuttosto si auspica non sia tale per il
territorio di Trani, laddove la compromissione coinciderebbe con un evento
dannoso il cui ripristino risulterebbe “particolarmente oneroso” e conseguibile
solo con “provvedimenti eccezionali” e ciò indipendentemente dalle sanzioni
penali inferte ai responsabili.
In tal senso Legambiente
Trani e Legambiente Puglia confermano come siano pronte ad una congiunta costituzione
parte civile a tutela degli interessi
diffusi laddove la contestata violazione di disposizioni legislative,
regolamentari ed amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente vengano
a configurare ipotesi di illecito penale
e di disastro ambientale.
Si rendono ora
necessarie risorse ed interventi al fine di tutelare concretamente salute ed
ambiente monitorando le acque di pozzi artesiani a valle della discarica con indagini
ed analisi appropriate anche oltre il
sito ed i pozzi spia della stessa
discarica al fine di verificare e ricostruire
percorsi di penetrazione e compromissione delle falde e l’eventuale
inquinamento nel sottosuolo e verso il mare.
Si intende, quindi, confermare la necessità di procedere sempre e
conformemente ai principi di prevenzione e precauzione nella costante e
ribadita opposizione dell’associazione ambientalista tranese all’insediamento
di nuove discariche o impianti di termovalorizzazione rivendicando la necessità
di una specifica moratoria in tal
senso.
Se infatti Trani sta correndo un
serio rischio di inquinamento per le “perdite” in falda ed atmosfera da parte
della discarica cittadina, non si vuole neanche ipotizzare quali potrebbero
essere gli esponenziali rischi di una discarica di rifiuti speciali o
pericolosi come quelli residuanti dal processo di termovalorizzazione, a
riprova del necessario divieto di contiguità tra discariche ed agenti
inquinanti.
Altro fronte strettamente
interconnesso con la problematica delle discariche e dello smaltimento dei
rifiuti risulta quello della presenza nell’agro cittadino di cave, soprattutto
di quelle abusive e non censite, quale
indubbia “tentazione” per i trafficanti di rifiuti, di modo che si rende urgente,
accanto ad una reale attivazione del “registro tumori” un concreto monitoraggio
con conseguente controllo e messa in sicurezza delle cave del territorio
onde evitare il propagarsi di fenomeni inquinanti.
Legambiente a Trani, attraverso l’adesione
al programma “Eternit Free” si preoccupa
e denuncia anche fenomeni apparentemente “invisibili e dormienti” che tuttavia rischiano di implodere
improvvisamente con definitiva compromissione
dell’ambiente e della salute della collettività, come la presenza in pieno
centro urbano della copertura in amianto dell’ex supercinema e l’assenza di un trasparente controllo di
inquinamento elettromagnetico e dello smog cittadino.
Legambiente Trani congiuntamente al coordinamento Legambiente Bat e con
Legambiente Andria quale capofila nei prossimi mesi, sarà impegnata presso le
scuole della città e della provincia in attività di educazione alla raccolta
differenziata e di prevenzione e segnalazione di criticità ambientali con
l’intento di coinvolgere le future generazioni in un percorso di
consapevolezza che veda tutti noi impegnati in un mutamento di condotte che leghino
il futuro dell’uomo al futuro e rispetto della natura e del territorio che ci
ospita.
Legambiente
Trani
(avv. Pierluigi Colangelo)
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