TERRITORIO FORTEMENTE A RISCHIO,
ANCHE A CAUSA DELLE ACCENTUATE CONDIZIONI DI DISAGIO ECONOMICO DI FAMIGLIE ED
IMPRESE.
L’ARGOMENTO NON E’ NUOVO MA
SEMBRA ESSERLO OGNI VOLTA CHE ACCADE QUALCOSA.
A distanza di pochissime
settimane dagli ultimi, recenti e gravi episodi che hanno interessato alcune
città del territorio come quelle di Canosa di Puglia, Trani ed Andria, si torna
a parlare di pericolo di racket e di usura anche nella Bat. Un argomento sempre
utile per esternazioni di circostanza e per creare occasioni di visibilità a
tampone ma che in realtà dovrebbe essere di una gravità che va ben oltre
l’immaginabile se è vero che questi due fenomeni criminosi vanno di pari passo
con la crisi economica e sociale di famiglie e di imprese quindi, a meno che
non si smentisca che le famiglie e le imprese stiano vivendo anni di crisi,
significa che pur non vedendolo o facendo finta di non vederlo, il problema è
grande, anzi è enorme.
Della gravità del problema e
delle sue sfaccettature più nascoste e più significative ne hanno anche parlato
alcuni studenti di Andria, anzi lo hanno scritto e per quegli scritti sono
stati anche premiati la mattina di giovedì 18 giugno nella sala giunta del
comune di Andria, nel corso di una manifestazione organizzata dal Comitato per
la Legalità – Società in Movimento e dalle Associazioni Puer Apuliae e F.A.I.
(Federazione Antiracket Italiana), Sezione di Molfetta.
Gli elaborati, realizzati da
alunni delle scuole medie superiori "O. Jannuzzi" e "Don R.
Lotti" di Andria, nell’ambito del Progetto di Ricerca Sociale sul tema del
“racket e dell’usura”, hanno centrato la problematica e lo hanno fatto con la
saggezza e con la semplicità di chi le cose le vede per quelle che sono e la
realtà non la guarda con gli occhiali a lenti colorate, come fanno gli adulti
quando vogliono vedere cose diverse da quelle che sono realmente.
All’evento hanno anche
partecipato esponenti in rappresentanza del mondo associazionistico locale e
sindacale ed è stato Savino Montaruli di Unimpresa Bat ma anche Coordinatore
del C.P.L. – Comitato per la Legalità, presente all’evento, a dichiarare: “mi
interessava un aspetto importante dell’evento di Andria, coorganizzato dal
nostro C.P.L. cioè osservare ed approfondire una visione delle cose differente
e questo sono riuscito a comprenderlo osservando e guardando gli studenti
presenti all’evento, parlando con qualcuno di loro nella lunga attesa prima
dell’incontro e soprattutto andando a ricercare negli elaborati premiati elementi
e spunti di riflessione che sono emersi con estrema chiarezza e limpidezza. Da
quelle riflessioni emerge a chiare lettere una situazione di profondo allarme
sociale e la richiesta immediata di interventi che agiscano proprio sulla sfera
sociale quindi preventiva, ancor più che su quella repressiva e giudiziaria,
che comunque vengono dopo, sempre dopo. Personalmente sono convinto che – ha
detto Montaruli – anche questo tema rischia di alimentare una sorta di circo
mediatico che poi offuschi la reale capacità di incidere sulle situazioni e
quindi di evitare che racket, usura ma anche estorsioni e danneggiamenti
trovino ancor più radicamento nella nostra società al punto che quando non si
sentono i rumori delle bombe o non si vedono i fumi degli incendi si possa
pensare che tutto sia sotto controllo. Si, ma di quale “controllo?”. Le
costituzioni di Parte Civile delle Istituzioni nei processi sono quasi nulle e
questo rappresenta un ulteriore elemento di riflessione specie in processi che
sono difficili visto lo strano rapporto che esiste in questi fenomeni criminosi
tra la vittima ed il criminale.
Le condizioni delle Imprese,
piccole, medie ma anche di dimensioni significative, ancora presenti nel nostro
territorio è gravissima e la scarsa redditività delle medesime la dice lunga
sulla necessità di ricorrere a fonti di reddito “esterne” all’azienda e quando
questi approvvigionamenti non arrivano più dai canali ufficiali le cose si
complicano. Per quanto riguarda la richiesta di interventi per aiutare le
vittime di attentati e di ritorsioni rispetto ai danni subiti, è inutile fare
appelli al vento da parte di chi continua a chiedere sostegni a pioggia senza
invece sollecitare la denuncia e soprattutto la collaborazione perché solo dopo
una denuncia si può usufruire dei benefici di legge che aiutano concretamente
le vittime che abbiano denunciato. In assenza di ciò tutto diventa fumoso ed
inutile. Tornare a parlare di racket e di usura in modo serio è un buon punto
di ripartenza, proprio come lo hanno fatto i giovani studenti premiati ad
Andria.” – ha concluso il leader sindacale andriese che è anche socio fondatore
della Federazione Regionale Antiracket Antimafia.
Area
Comunicazione
UNIMPRESA BAT
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