Sarà che sono tante le questioni
irrisolte come numerosi sono i nuovi problemi, sta di fatto che non ci va per
niente bene il modo in cui l’Europa assume le decisioni che incidono sul comparto
agricolo: l’ultima, grave determinazione della Commissione Europea è quella,
manco a dirlo, che colpisce le nostre produzioni olivicole, tanto
indirettamente quanto pesantemente.
Con
queste parole il Consigliere regionale Francesco Ventola ha espresso il suo
sdegnato disappunto a seguito dell’ulteriore concessione fatta alla Tunisia che
potrà introdurre ulteriori 35 mila tonnellate di olio di oliva, che si
aggiungono alle altre 57 mila precedenti, nel mercato degli Stati dell’Unione.
Il tutto, ovviamente, non potrà che risolversi in danno ai nostri coltivatori
per l’aumento dell’offerta di olio sul mercato europeo. Una vera e propria
concorrenza sleale (per i differenti costi di produzione) a discapito della
qualità (per la carenza dei controlli) che colpirà il consumatore.
Se da una parte le produzioni
olivicole pugliesi non sono mai state adeguatamente remunerative, dall’altra gli
agricoltori sono obbligati a tutelare un patrimonio culturale ed ambientale
caratteristico del nostro paesaggio. Quali altri sacrifici devono fare i tanti
piccoli e meno piccoli operatori agricoli per meritare la necessaria protezione
della loro attività economico-produttive?
La Regione Puglia faccia sentire
unanimemente la sua protesta, il Presidente Emiliano adoperi ogni canale
politico-istituzionale possibile, il Governo Renzi batta un colpo se ha voce e
forza sul tavolo europeo.
La produzione olivicola – ha
detto in conclusione il consigliere del gruppo “Oltre con Fitto” - è identitaria della Puglia. Vogliamo
convincere i nostri giovani a credere in uno sviluppo possibile, in una visione
moderna del settore. Ma le politiche di
tutela e di sostegno delle produzioni non ci possono vedere soccombere sempre
ed a beneficio di altri prodotti e latitudini: talvolta si è trattato di quelle
lattiero-casearie, alte volte cerearicole, altre ancora ortofrutticole. Che l’allarme sia stato lanciato
dall’europarlamentare Raffaele Fitto e sia stato sostenuto dalla sua collega Elena
Gentile ed altri rappresentati, ci va benissimo. Quello che interessa i nostri
produttori è che non si avveri il non c’è due senza tre: prima l’uva da vino,
poi il pomodoro! ora l’olio d’oliva?
Non è solo di riforme istituzionali
che ha bisogno il Paese ed i pugliesi in particolare. Le maniche rimboccate
servano per queste battaglie, soprattutto!
Ufficio
stampa Francesco Ventola, lista “Oltre con Fitto”.
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