Festa
Patronale: ad Andria si festeggiano i due Santi Patroni, Riccardo e
la Madonna dei Miracoli ma qualcosa non quadra. Sarà stato l’effetto
Brexit, sta di fato che San Riccardo non viene più dall’Inghilterra,
come cantavano i Milords in una celebre canzone dialettale intitolata
proprio "Sànd R’ccard c’à vèin dall’Inghiltèrr".
Gli effetti della Brexit hanno fermato il Santo ai confini del Regno
Unito quindi non riuscendo a giungere in città si invoca la tanto
caldeggiata “sobrietà”. Niente fuochi d’artificio, niente
tradizionale concerto della grande voce in Piazza e neanche quelle
luminarie talmente appariscenti da essere giudicate le più belle del
meridione d’Italia ai tempi in cui la tradizione faceva parte
dell’orgoglio andriese e persino ai politici veniva richiesta la
“piena” andriesità. Nessun rispetto dunque per queste tradizioni
cittadine storiche e popolari che portavano ad Andria, in quei tre
giorni, decine e decine di migliaia di visitatori e di concittadini
che con le loro famiglie si erano trasferiti altrove o addirittura
all’estero. Nel nome di una sobrietà che però non si vede né per
le strade né tantomeno sui volti di chi vorrebbe far finta di
ostentare tristezza, si continua ad incassare le entrate mentre i
costi restano sempre uguali, al punto che anche la matematica diventa
sobria e perde la sua inattaccabile certezza.
Come
dire: una sobrietà a metà ed a tempo.
Sembra
sia stato inventato un nuovo gioco di società che potrebbe essere
tranquillamente chiamato il gioco dei farsari ma a questo gioco non
tutti ci stanno ed ecco che la città, i cittadini, le associazioni
si organizzano e fanno da sé. Venerdì 16 settembre cioè il giorno
della vigilia dei “non” festeggiamenti ufficiali di San Riccardo,
Andria risorge dalle sue ceneri, reagisce ed esplode. Riprende
coraggio e rialza la testa, come recitava uno slogan urbano. Un
tripudio di eventi e di iniziative da far invidia ai più blasonati
festeggiamenti per San Riccardo ai bei tempi quando Renzo Arbore
veniva ad Andria e con le sue canzonette si portava via un centinaio
di migliaio di euro per aver oppiato cittadini freschi di cabina
elettorale. Un’altra farsa.
Venerdì
16 settembre, ad Andria, si può fare e si è fatto tutto ciò che
non si potrà fare durante le tre giornate “sobrie” della Festa
Patronale. Se capitavi in Piazza Catuma vi trovavi la scena di un
matrimonio con allestimenti da favola, tavoli apparecchiati ad
occupare l’intera area pubblica sottratta all’uso generale
pubblico con tanto di bodyguard a vietare l’accesso ai non
“conformati”. Cena, balli di gruppo, musica, allegria e fiumi di
bevande il tutto contornato da poche, scarne luminarie indegne di
quelle che facevano accorrere ad Andria, per il sol fatto di
ammirarle ai tempi che furono, quelle decine e decine di migliaia di
visitatori ormai perduti per sempre.
Se in
Piazza Catuma si ballava e si mangiava in un’altra area della
città, nella zona 167 a pochissimi passi dallo slargone della farsa,
il concertone che non t’aspetti. Una sorpresa graditissima
all’intera città che vi accorre per assistere allo spettacolo
bloccando praticamente l’intera zona. Una manifestazione canora,
autorizzata dal Palazzo, con tanto di palco, luci psichedeliche,
balli, musiche partenopee e popolari e il cantante che per oltre
cinque ore, fino a mezzanotte, diletta l’intero quartiere e molto
oltre con le sue performance. Un’iniziativa privata che riesce a
sopperire all’assenza di quel cantante di grido che
l’Amministrazione comunale non ha voluto far esibire in occasione
della Festa Patronale per rispetto della “sobrietà”. Sempre
quella, la stessa sobrietà che anche quest’anno, con la festa che
non c’è, non fa abbassare i prezzi che rimangono sempre fermi a
trentamila euro, salvo errori, omissioni, accessori ed imprevisti
vari.
Quest’anno
Andria piange i suoi morti. Quest’anno Andria avrebbe voluto
piangere i suoi morti oppure avrebbe potuto “resuscitare”.
Entrambe
le cose non sono riuscite perché per piangere i morti ci vuole
l’animo sensibile per natura e non per circostanza mentre per
resuscitare ci vorrebbe un vero e proprio Miracolo.
Quest’anno,
ad Andria, non è accaduta né una cosa né l’altra.
I
soldi dei fuochi d’artificio in beneficenza per i terremotati? Non
ci sono stati. Un’altra farsa.
*Presidente UNIBAT
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