“I residenti della Bat non possono essere ostaggio delle situazioni, ben sedici anni dopo il Duemila”: è quanto sostiene il segretario generale della Uil di Puglia e di Bari Bat, Aldo Pugliese, nel commentare la difficile settimana della sanità territoriale con la chiusura (e la conseguente riapertura) delle sale operatorie a Trani e Canosa.
“Non è pensabile che chi debba subire un intervento debba restare in stand by – dice il segretario Uil – oppure tornarsene a casa, con tutto quello che comporta sul piano psicofisico. E’ evidente che qualcosa non funziona perché non può essere che tutto sia condizionato, ad esempio, dalla mancanza degli anestesisti. La sensazione è di caos ed appare evidente che anche la Regione navighi a vista. Sono stati sciupati ormai nove mesi e abbiamo perso il conto delle varie versioni del piano di riordino ospedaliero presentate. Tra l’altro senza che abbiano ottenuto il via libera né dalla commissione consiliare competente né dal Consiglio. E come se non bastasse, adesso anche l’Ares, l’Agenzia regionale che certamente non è controparte, comincia a evidenziare i problemi, soprattutto a causa di macchinari mal funzionanti o mancanti, in particolare gli acceleratori utili alla cura dei malati oncologici”.
Insomma, l’amara sensazione è che sia in corso una sorta di “guerra tra poveri”: “La Regione Puglia aveva annunciato di voler riorganizzare la sanità senza sentire i campanili – conclude Pugliese - ma l’impressione è che i campanili suonino ancora con vigore. E non vorremmo che alla fine le decisioni venissero prese proprio sull’onda delle spinte campanilistiche. Quello che deve essere chiaro è che nessuna provincia deve uscirne penalizzata. In particolare il prezzo di tutto questo non deve essere pagato dai cittadini”.
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