A
pochi, pochissimi giorni dal voto referendario la politica locale
continua a far finta di nulla e come nel film di Totò continua a
dire a se stessa: “e che mi frega a me, che so’ Pasquale io!”.
La
realtà invece è altro e parla di tutt’altro. Quella che nacque
come lo strumento rivoluzionario che avrebbe dovuto sopperire alle
tantissime inefficienze delle amministrazioni comunali e territoriali
cioè la Provincia di Barletta Andria Trani, che pure nei suoi primi
anni di operatività ha tentato di assolvere a tale compito, non
esiste più e non esiste più non da oggi ma da tantissimo tempo.
Nonostante
si voglia continuare a far finta di nulla ed interpretare una parte
che in quel film straordinario del Principe di Napoli non esiste, i
“protagonisti” della storia passata, recente ed attuale del
cerbero, mostruoso cane a tre teste, devono prendere atto di trovarsi
ad operare, ormai anche in solitudine, in un’ampolla vuota e con
l’ossigeno in definitivo esaurimento.
Poiché
la politica oltre ad essere l’arte dell’impossibile è anche
l’arte dell’inesistente bisogna continuare a far finta di nulla e
lo si deve fare fino in fondo anche quando l’immobile della sede
legale diventa impraticabile, al limite del collasso statico. Fra
qualche giorno, dopo il voto referendario, qualcuno potrebbe arrivare
a chiudere definitivamente il portone del “gioiello” che pure in
questi anni di “soddisfazioni” ne ha regalate tante, tantissime a
tantissimi fedelissimi.
Tra un
SI ed un NO si va dunque avanti ed ecco che arrivano pure le deleghe
assessorili. Come dire, non sappiamo se a tavola arriverà il
companatico ma le posate devono essere rigorosamente d’argento ed i
bicchieri di cristallo, anche se si sa già a priori che resteranno
vuoti. Vuoti, proprio come gli incarichi assessorili dispensati
recentemente ai nuovi rappresentanti dell’Ente moribondo ed
acciaccato.
Sono
molti anni ormai che a Piazza San Pio X, come in tutte le altre sedi
decentrate per le quali si continuano ancora oggi a pagare costosi
canoni di locazione nonostante la maggior parte di quelle stanze
siano desertificate e senza più personale, con superfici superflue
ed inutilizzate, non si tengono più incontri, riunioni, seminari
pubblici.
Sono
anni ormai che quell’Ente non produce più rapporti umani ed
istituzionali. Sono anni, moltissimi anni, ormai, che quell’Ente
non svolge più quell’ambizioso ruolo che l’ha visto nascere e
per il quale avrebbe dovuto esistere. Svuotato delle sue competenze
l’Ente Provincia Bat deve fare i conti con la realtà e la realtà
dice che il tempo della vacche grasse, anche per il cerbero, è
finito e la tavola rotonda ha sempre meno sedie. Una tavola non più
imbandita a festa eppure ancora sempre tanto appetibile, foss’anche
solo come trampolino di lancio verso più ambite mete politiche,
raggiungibili ormai senza fatica e senza grandi sforzi in un Paese
dove a votare ci vanno sempre in meno.
Non so
quali possano essere i compiti, i ruoli, le mansioni, le aspirazioni,
le ambizioni, le prospettive e le prerogative dei nuovi assessori
provinciali di fresca nomina da parte del fresco nuovo presidente ma
credo che non servano a molto, forse proprio a nulla e questa,
ovviamente, è una valutazione di carattere tecnica e non già nel
merito delle qualità che ciascuna di quelle persone sicuramente
possiede e dei tanti meriti insiti in ognuna.
Assessori
senza portafoglio, in un territorio la cui condizione ambientale è
disastrosa e forse irrecuperabile, anche dal punto di vista
sanitario; dove le strade sfasciate non consentono neanche più agli
autocarri di recarsi sui luoghi di lavoro; dove anche le nuove
progettualità come la strada Andria-Trani manifestano lacune
gravissime e generano solo malcontento e danni per le aziende, in un
territorio con il più elevato tasso di disoccupazione con picchi di
oltre il 54% per quella giovanile; dove le politiche culturali sono
affidate all’improvvisazione e all’iniziativa autonoma dei
singoli comuni, senza una programmazione organica e logistica comune.
Un territorio dove l’economia si regge su pochissime eccellenze ma
che ha perso e che sta perdendo le sue più antiche tradizioni
agricole, professionali ed artigianali.
Di
fronte a questo sfacelo certificato dalle statistiche e dai dati
scientifici, porgo i miei auguri e quelli dell’organizzazione che
rappresento ai neo assessori provinciali: ad Amedeo Bottaro,
Vicepresidente con delega all'Ambiente, Partecipazioni Societarie e
Personale; a Francesco Carlo Spina, Vicepresidente con delega ai
Lavori Pubblici e Pubblica Istruzione; a Pasquale Cascella,
Consigliere provinciale con delega al P.T.C.P., Pianificazione del
Territorio e Paesaggio; a Francesco Di Feo, Consigliere provinciale
con delega a S.U.A., Manutenzione e Patrimonio, Trasporti; a Michele
Lamacchia, Consigliere provinciale con delega a Programmazione
Economica e Finanziaria; ad Ernesto La Salvia, Consigliere
provinciale con delega a Politiche Sociali e della Formazione; a
Maria Laura Mancini, Consigliere provinciale con delega alle
Politiche Culturali e Promozione Territoriale, a Paolo Marrano,
Consigliere provinciale con delega a Vigilanza e Politiche della
Sicurezza, a Michele Patruno, Consigliere provinciale con delega ad
Agricoltura ed Aziende Agricole.
Un
augurio, il più sentito, anche all’Assessore che non c’è,
quello allo Sviluppo Economico ed alla Pianificazione Strategica
Turistica le quali deleghe non so a chi siano andate in capo visto
che nel lungo elenco non compaiono da nessuna parte.
Non
oso chiedere ai nuovi sindaci-assessori con quali risorse intendano
attuare i loro programmi di sviluppo, che non sono stati resi noti,
nei settori di competenza né oso chiedere loro se pensano di fare
come assessori provinciali meglio ed in modo diverso ciò che hanno
fatto e che ancora oggi continuano a fare nei loro comuni come
Sindaci. No, non chiederò tutto questo, non voglio metterli in
imbarazzo anche perché in Piazza San Pio X, ad Andria, anche se il
palazzo ormai sta crollando e l’altro giorno è stato fatto
evacuare, bisogna fare finta di nulla e sorridere, sempre!
Auguri.
* Presidente UNIMPRESA Bat
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