Le complanari troppo
strette che impediscono ai mezzi pesanti il normale accesso alle
aziende e la mancata realizzazione del ponte o della rotatoria per
l’inversione di marcia: i due grandi problemi che inspiegabilmente
sono stati trascurati in un progetto da 25 milioni di euro che
evidentemente ha distratto un po’ tutti. Un progetto che è partito
in un certo modo ma che è terminato in un altro, in un’indifferenza
generalizzata e difficilmente giustificabile. Non parliamo dunque
solo della classe politica e dirigente. Un’opera che avrebbe dovuto
essere sinonimo di progresso e di efficienza che si è trasformata in
un incubo, che sta disincentivando gli investimenti in quell’area
produttiva con ripercussioni anche economiche per le aziende in
attività che stanno dichiarando pubblicamente di aver perso commesse
e clientela. Di fronte a tutto questo sfacelo la domanda semplice e
schietta è una sola: “ma tutto questo nasce oggi? Perché? Quei
fondi per la realizzazione delle opere funzionali che oggi mancano
c’erano? Perché si dice solo oggi, pur sapendo che quel ponte non
sarebbe stato realizzato, che c’è bisogno di ulteriori due milioni
di euro? Quel ponte, nel progetto originario c’era!
Ad Andria si suol dire:
“p’ cìngh lèir d’ ptrsùiu arùnàmm là m’nèstr” (per
non spendere cinque lire per acquistare un po’ di prezzemolo
abbiamo rovinato l’intera minestra).
Chiedere alla Regione di
intervenire è lecito ma con quali tempi? Con quali risposte in tempi
brevi? Con che tempi di eventuale realizzazione? Già, i tempi.
Sempre il solito problema cioè i tempi della burocrazia e della
politica distanti anni luce da quelli degli imprenditori e del mondo
produttivo.
Realizzare opere
pubbliche fuori contesto, senza guardare alle reali ed attuali
necessità delle aziende, con progetti risalenti ad un’altra “era”
è solo uno spreco di denaro e nel pubblico questo avviene quasi ogni
volta. Basta guardarsi attorno. Siamo certi che tutto il territorio,
con i suoi numerosissimi rappresentanti istituzionali e politici si
mobiliterà per trovare i due milioni di euro che servono e
soprattutto lo faranno prima delle prossime, imminenti elezioni
politiche. Di questo siamo certi, come è certo che domattina sarà
una giornata caldissima, di piena estate con le spiagge piene e gli
ombrelloni aperti.
Nel frattempo la
soluzione più semplice e più economica viene ancora e di nuovo
“scartata” per motivazioni di carattere “tecnico” in quanto
l’Andria-Trani verrebbe classificata essere strada a scorrimento
veloce.
E se invece la
classificassimo come strada “poco veloce”, almeno
temporaneamente, non risolveremmo, temporaneamente, il problema in
attesa del ponte?
Per quanto riguarda le
complanari troppo strette, che impedirebbero le manovre di mezzi
pesanti, tir e bilici, è meglio non parlane visto che vengono
lasciati ampi spazi altrimenti utilizzabili per le carreggiate ma che
saranno destinati a ricettacolo di rifiuti e di erbacce, con tanto
asfalto “risparmiato” ma con tanti pericoli in più. Anche su
questo è meglio stenderci un velo pietosissimo perché ci sarebbe
veramente da scrivere un saggio sulla saggezza perduta.
AREA
COMUNICAZIONE UNIBAT
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