Anche
per l’anno 2016 il maniero federiciano si conferma punto di
attrazione di eccellenza superando i visitatori del 2015,
posizionando l’asticella a ben 262.693. Un numero di straordinaria
importanza strategica che dovrebbe indurre l’intero territorio a
predisporre politiche comuni ed integrate di accoglienza che
dovrebbero già essere state consolidate e ben strutturate. Invece a
prevalere è ancora una volta l’improvvisazione con la conseguenza
che quell’enorme numero di visitatori, una grandissima quantità
dei quali stranieri, diventano 262 mila fantasmi per la città di
Andria.
Una
città che riesce ad accogliere solamente un’insignificante
percentuale di quel grandissimo numero con la conseguenza che
l’indice di gradimento registrato rispetto ai servizi culturali,
turistici e sociali è risultato essere largamente negativo, anche
rispetto alla fruibilità della città dove finanche le chiese non
riescono a garantire un’accoglienza oraria soddisfacente.
Dalle
carenze strutturali esistenti in loco, dove non esiste neppure ancora
la possibilità di fruire di un Info Point la cui apertura è stata
più volte solamente annunciata ed ormai in degrado strutturale, fino
alla difficoltà di collegamenti urbani e di interconnessione
logistica tra la città ed il maniero. Solamente grazie all’azione
meritoria delle guide turistiche e delle strutture operative private
esistenti in area, si registra un indice di gradimento soddisfacente
mentre l’assenza di politiche concertative con i Tour Operators e
l’assoluta incapacità di costruire legami e rapporti di
interscambio con le altre realtà a fortissima attrattiva turistica,
anche di altre regioni, sono i punti di debolezza che rendono vano
quel potenziale enorme e quei numeri da record.
La
politica dell’improvvisazione non paga e non paga da decenni, al
punto che lo squilibrio tra presenze al castello e quelle in città è
sempre crescente e pare non preoccupi neanche più di tanto la
politica locale che evidentemente, disinteressata all’incentivazione
e sostegno di serie e sensate strategie d’accoglienza, vede nel
turista più un ingombro, un intruso che una risorsa. Questo è
deleterio oltre che dannosissimo per l’economia e lo sviluppo
locale ma soprattutto per il futuro di questa città e del territorio
fortemente compromesso da moltissimi elementi disincentivanti, a
partire dalla disastrosa condizione ambientale e sanitaria fino
all’elevatissimo tasso delinquenziale e di inciviltà che hanno
sempre lasciato un pessimo segnale nel turista di qualità a cui
certo non basta né è sufficiente uno chapiteau in piazza
Catuma piuttosto che un filo d’olio nel piatto. Non basta più,
davvero non basta più nella terra delle occasioni perdute.
Presidente UNIBAT
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