Una
spersonalizzazione, un sezionamento, uno smantellamento scientifico
ed irreversibile quello ai danni dell’Ente Provincia Bat.
Un’operazione chirurgica che vede da una parte tantissimi medici
legali ad eseguire autopsie sul cadavere per trovarne la causa del
decesso e, dall’altra, l'anatomopatologo sempre a prelevare
brandelli di tessuti sciupati e maltrattati. Una biopsia il cui esito
è noto e consiste nel definitivo smantellamento dell’allattatrice
generosa che tanto ha dato senza ricevere nulla in cambio. Fra
qualche giorno la Provincia sarà per strada, con la valigia in mano,
alla ricerca di un’altra allocazione, che qualcuno vorrebbe ormai
fuori dalla città di Andria, come è sempre stato nella
pianificazione strategica di taluni “rappresentanti” del
territorio.
Un
trasferimento apparentemente “forzato” ma che è il risultato di
una lunghissima agonia resa ancor più lunga da incapacità e da
leggerezze di chi, quando l’uovo è ormai svuotato, non trova più
gusto nel succhiare dal buchetto superiore del guscio e sentire che
non esce ormai più nulla dopo che moltissime labbra si sono, negli
anni, poggiate su di esso per abbeverarsi senza risparmio.
Dopo
il definitivo tradimento, con la subdola modifica dello Statuto
originario il quale, recependo lo spirito dei fondatori e delle
comunità, aveva definito la policentricità dell’Ente con i tre
Poli dislocati in modo razionale nei tre cocapoluoghi, il Cerbero
sembra ormai avviarsi verso morte definitiva e certa, anche se c’è
ancora chi continua a volerlo rianimare per strappargli gli ultimi
frammenti di carne e di interiora ancora commestibili.
Siamo
certi che il blando e celato tentativo di chi vorrebbe “approfittare”
dei problemi strutturali dell’edificio di Piazza San Pio X per
paventare trasferimenti della sede istituzionale e legale altrove, in
altra città, sarà reso vano dall’autorevole rappresentanza
politica ed istituzionale cittadina a tutela della prerogativa della
città di Andria. Se poi Luigi Antonucci voglia insistere nel
chiedere al suo Sindaco
di
proporre di ospitare gli uffici della sede della Bat nella sua città,
nell’orto botanico, allora all’amici Gigi dico: facciamo quel
cambio tanto atteso e sancito dallo Statuto fondante dell’Ente.
Prenditi pure quella sede legale e completa la realizzazione del Polo
Istituzionale, con sede legale, giunta e consiglio a Barletta, ma
dacci subito, e dico subito, la sede della Prefettura, come anche già
previsto nella legge dell’Ente, in modo che ad Andria, con la
costruzione della Questura Bat in corso, si realizzi il Polo della
Sicurezza, dando seguito all’accordo peraltro già sottoscritto e
condiviso dai Sindaci il 28 luglio 2006.
Caro
Gigi, forse stai continuando ad interloquire ed a rivolgerti alle
persone sbagliate o comunque continui anche tu a dimenticare che
dall’altra parte c’è il Popolo, la gente, gli elettori ormai
svuotati della loro dignità e del voto stesso; coloro che pensando
di dispensare deleghe di democrazia e di partecipazione ma che
dispensano, inconsapevolmente nelle ormai rare occasioni di chiamata
al voto, benefici e vantaggi a chi poi li dimentica il giorno dopo.
Aprire il dibattito, aprire le porte, i portoni e i cancelli e
confrontarsi sul campo: questo chiede la gente.
La
maggior parte delle decisioni assunte da questo Ente nel corso di
questi suoi lunghissimi anni di esistenza sempre in stato di
convalescenza non sono state gradite ai cittadini della Bat ed
ignorarlo o peggio non saperlo non fa bene alla politica né al mondo
istituzionale e non fa neanche bene a quel timido tentativo di
riavvicinamento che il mondo dei nominati vorrebbe provare a
ricucire. Il tessuto e talmente sfrangiato che ricomporlo è
diventato praticamente impossibile.
No,
tutto questo non è accaduto per caso. No, non è stato un caso se
oggi stiamo parlando di un Ente ammazzato dissanguato e della
Politica che non c’è e che non si fa più.
*Presidente UNIBAT
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