“In questi giorni la
Casa della Divina Provvidenza in Amministrazione Straordinaria ha presentato un
progetto innovativo per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare.
In particolare abbiamo
formulato un’istanza finalizzata ad ottenere l’Autorizzazione alla
Realizzazione per trasformazione (e
senza lavori), ai sensi dell’art. 8 ter, commi 1 e 3 del D. Lgs. N. 502/92 e
smi, di una Residenza Terapeutico-Riabilitativa Extraospedaliera destinata a
soggetti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare e dotata di 20 posti
letto residenziali, al fine di soddisfare il fabbisogno territoriale della
macro area ASL BT e ASL FG; i venti posti letto saranno ubicati all’interno del
c.d. Padiglione 10/B al II piano(adiacente i 20 posti letto di Riabilitazione
Alzheimer).
Previa rilascio della
propedeutica Autorizzazione alla Realizzazione, procederemo anche alla
presentazione, presso gli Uffici della Regione Puglia, delle Istanze di
Autorizzazione all’Esercizio e Accreditamento Istituzionale, secondo le procedure
previste dalla L.R. n. 9 del 2017.
Il progetto per la cura
dei Disturbi del Comportamento Alimentare, oltre a fornire una importante
risposta alle esigenze di salute del territorio, potrà portare significativi
vantaggi economici per la Casa della Divina Provvidenza, attraverso il processo
di conversione dei servizi attualmente resi.
I disturbi del
comportamento alimentare (di seguito anche “DCA”), quali l’anoressia nervosa,
la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata, sono patologie
complesse, conseguenti a disturbi psicopatologici, che alterano profondamente
la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie e possono provocare
conseguenze fisiche, anche gravissime, quali insufficienza renale, osteoporosi,
alterazioni cardiovascolari e, in alcuni casi, anche alla morte.
I DCA non sono
esclusivamente caratterizzati da pensieri e comportamenti anomali riguardanti
il cibo ma anche da deficit delle funzioni emozionali, cognitive e sociali che
frequentemente conducono a cronicizzazione, ricadute, scarso esito dei
trattamenti e ridotta qualità della vita e, inoltre, sono considerate patologie ad alto impatto
sociale e basso rapporto beneficio/cura.
Riconosciuti come
disturbi della sfera psichica, richiedono i)
una rete di interventi e, ii) la
costruzione di percorsi di cura dedicati capaci di assicurare ai pazienti
interventi precoci, integrati e complessi, utili ad evitare il cronicizzarsi
della patologia.
Presentano un’alta
prevalenza nelle donne e una frequente comorbilità con altri disturbi
psichiatrici come l’abuso di sostanze, disturbi di personalità, dell’umore e
disturbi d’ansia, con un esordio spesso collocato nel periodo adolescenziale o
preadolescenziale.
I DCA, si stanno diffondendo con notevole rapidità e riguardano fasce
sempre più ampie di popolazione determinando un impatto economico consistente
sul Servizio Sanitario Nazionale,
come definita nel R.R.
n. 8/2017, la Regione Puglia ha individuato la struttura denominata “Residenza
Terapeutico-Riabilitativa Extraospedaliera”, con possibile gestione sia
pubblica che privata. poiché affliggono ormai all’incirca 3.000.000 di persone
in Italia e rappresentano la seconda causa di morte tra gli adolescenti di
sesso femminile (dopo gli incidenti stradali).
Nell’ambito della rete
delle Strutture e dei Servizi destinati all’assistenza e trattamento dei
Disturbi del Comportamento Alimentare, così
La Residenza
Terapeutico-Riabilitativa che ci proponiamo di lanciare è una struttura
extraospedaliera che fa parte del circuito della Riabilitazione del
Dipartimento di Salute Mentale della ASL in cui insiste (art. 6 R.R. n.
8/2017). Essa rappresentaun nodo cruciale nella rete assistenziale per i DCA e
ha come finalità l’attuazione del programma terapeutico-riabilitativo
psico-nutrizionale, indispensabile quando si determinano nel paziente le
condizioni di:
-
gravità
del quadro clinico internistico e/o psicologico, tale da richiedere lo
svolgimento del programma di trattamento in un ambiente protetto;
-
inefficacia del programma ambulatoriale, per alte interferenze
ambientali;
-
condizioni
familiari e/o di contesto non adeguate alla gestione del paziente a casa.
La
struttura consente un trattamento di tipo residenziale ma con caratteristiche
molto diverse dal ricovero ospedaliero in acuzie o in ambito psichiatrico ed è
destinata ad utenti di entrambi i sessi e di età, di norma, superiore ad anni
14, affetti da forme severe e/o croniche della patologia alimentare o con
importanti comorbilità mediche o psichiatriche che, tuttavia, non richiedono
ricovero in ambiente ospedaliero, e/o con dinamiche familiari e/o relazionali
fortemente disturbate.
L’U.O.
è di 20 posti letto organizzati in moduli in relazione all’età dei soggetti, al
disturbo dell’alimentazione presentato e all’intensità assistenziale assicurata.
Gli obiettivi specifici
dell’intervento terapeutico sono:
-
la
normalizzazione del comportamento alimentare e del peso;
-
il
miglioramento delle condizioni cliniche
generali;
-
il
miglioramento della psicopatologia specifica del disturbo e della sintomatologia
ad esso associata.
Il trattamento
residenziale è altamente strutturato con attività quotidiane settimanalmente
programmate e prevede un programma riabilitativo le cui attività comprendono:
-
promozione
del cambiamento e delle capacità di insight
attraverso colloqui psicologici e trattamenti psicoterapeutici individuali,
familiari e di gruppo;
-
trattamento
della psicopatologia specifica del disturbo e della sintomatologia ad esso
associata;
-
compilazione
di una scheda di assessment iniziale;
-
analisi
della motivazione al trattamento;
-
colloqui
iniziali per la valutazione diagnostica multidimensionali;
-
valutazione
di laboratorio e strumentale;
-
esame
fisico (peso, statura, P.A., esame della pelle, tiroide, neurologico, ecc.);
-
auto-aiuto
guidato e terapeutico, anche mediante utilizzo di test specifici;
-
riabilitazione
nutrizionale e correzione del pattern
alimentare;
-
pasti
giornalieri assistiti;
-
monitoraggio
continuo dei parametri clinici (tra cui il piano alimentare e del peso);
-
monitoraggio
dell’attività fisica;
-
colloqui
nutrizionali;
-
attività
artistiche, espressive e pedagogiche personalizzate (ad es. arti visive, corsi
di lingua, attività artigianali, fotografia, danza, musica, canto ecc.);
-
supporto,
informazione e coinvolgimento dei familiari;
-
intervento
educativo;
-
attività
riabilitative di fisioterapia, psicomotricità e di medicina integrata (ad es.
tecniche di rilassamento, meditazione, ecc);
-
assistenza
infermieristica.
Il programma
terapeutico prevede la collaborazione fra più figure professionali che affrontano
i molteplici aspetti del problema, cooperando costruttivamente secondo un
approccio interdisciplinare integrato. L’équipe prevista per una struttura di
20 posti letto di residenzialità, deve comprendere le seguenti figure
professionali:
-
n.
1 Responsabile Medico Psichiatra a tempo pieno;
-
n.
1 Psicologo specialista in psicoterapia a tempo pieno;
-
n.
1 Medico Internista per 12 ore settimanali con accessi programmati;
-
n.
1 Medico NPIA per 6 ore settimanali con accessi programmati;
-
n.
1 Specialista in Scienze dell’alimentazione per 12 ore settimanali con accessi
programmati
-
n.
1 Dietista;
-
n.
1 Fisioterapista per 24 ore settimanali con accessi programmati;
-
n.
1 Assistente sociale per 24 ore settimanali con accessi programmati;
-
n.
9 fra Educatori professionali/Tecnici della riabilitazione
psichiatrica/Infermieri a tempo pieno;
-
n.
2 Operatori socio sanitari a tempo pieno;
-
Esperti
in convenzione nelle diverse forme espressive (arti visive, teatro, scrittura,
tecniche artigianali, ecc.) e per le attività di danza, rilassamento, yoga,
ginnastica.
Con questo progetto ci
poniamo già un momento dopo il salvataggio della Casa della Divina Provvidenza,
speranzosi che la stessa struttura possa avere anche un grande rilancio nel
panorama nazionale dell’assistenza sanitaria.”
Così l’Avv. Bartolomeo Cozzoli, Commissario Straordinario
della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza
Alfredo Nolasco
Responsabile Relazioni Esterne
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