Non si tratta di incarichi
professionali esterni ma di garantire ogni giorno un importante servizio
pubblico
Da dieci anni garantiscono un servizio pubblico
importante nelle scuole superiori del territorio occupandosi dell’assistenza
specialistica ai ragazzi con disabilità. Sono le oltre cento educatrici della
Bat che svolgono la loro prestazione a partita iva, come fanno cioè i
lavoratori autonomi, ma per il Nidil Cgil e la Cgil Bat nella loro opera si
configurano tutti gli estremi della subordinazione, infatti non si tratta di
incarichi professionali esterni bensì di garantire un servizio pubblico nelle
scuole ogni giorno da dieci anni a questa parte. Ieri nella sede del sindacato
di via Guido Rossa ad Andria si è svolta un’assemblea con le educatrici alla
presenza del segretario generale del Nidil Cgil Bat, Daniela Fortunato, della
coordinatrice regionale del Nidil Cgil, Maria Giorgia Vulcano, del segretario
generale della Cgil Bat, Giuseppe Deleonardis e degli avvocati Marina Scricco e
Pietro Sciusco dell’ufficio legale della Cgil Bat.
“Queste educatrici hanno un rapporto di lavoro
nella sostanza subordinato anche se nella forma si tratta di partite iva, il
loro incarico temiamo che a settembre non venga rinnovato ed il paradosso è che
rispetto a tutti gli altri precari della pubblica amministrazione che, grazie
alla legge Madia potranno essere stabilizzati, le educatrici non avendo avuto né
rapporti di collaborazione occasionale né subordinata con l’ente rischiano di
stare a casa. Abbiamo chiesto un incontro alla Provincia Bat ed alla Regione
(in quanto ente finanziatore del progetto in tutta la Puglia) per capire da
Nicola Giorgino e da Michele Emiliano come ridefinire i rapporti di lavori di
queste educatrici: sono 120 solo nel nostro territorio e quasi 500 dalla
Capitanata al Salento. Secondo noi vanno stabilizzate e la strada potrebbe
essere quella di un concorso pubblico regionale a tempo indeterminato. In
alternativa chiediamo alla Provincia di porre in essere rapporti a termine di
natura subordinata prevedendo formule di clausola sociale”, spiegano Fortunato
e Deleonardis.
Il rischio è che da settembre prossimo si
decida di esternalizzare il servizio a cooperative private come avverrà in
altre province. In tal caso che ne sarebbe di queste lavoratrici “stabilmente
precarie”? Per questo dalla Cgil chiedono un incontro urgente al presidente
della Bat, Giorgino, e si dicono pronti alla mobilitazione: “Il nostro
orientamento è quello di avviare una discussione per non andare al contenzioso
vertenziale ma ci stiamo rendendo conto che sulla materia manca una sensibilità
politica e, quindi, forse l’unica via possibile è quella legale in cui
chiederemo di riconoscere la subordinazione dei rapporti lavorativi ed un
risarcimento per queste lavoratrici a cui manca una certezza occupazionale ma
anche salariale perché una volta che emettono fattura non si sa bene neanche
quando saranno pagate”.
Michela Alicino
Ufficio stampa Cgil Bat
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