Se è vero che la Sesta Provincia nasce (a parole) su fondamenta che hanno come punto imprescindibile i concetti di solidarietà, mutualismo e condivisione è altresì vero, quindi, che la paventata possibile bancarotta del comune di San Ferdinando non può vederci indifferenti.
Il debito di 900 mila euro, per comuni come Barletta o Andria, che li spendono in una sola stagione “culturale” o per qualche singola “consulenza” milionaria, sono poca cosa ma per il piccolo comune ofantino di San Ferdinando assolutamente no.
Vorremmo tanto soffermarci sull’”origine” del debito e capire, da “re degli ignoranti”, come diceva Celentano, se siano state o meno riconosciute le responsabilità di chi ha prodotto quel debito che, oggi, pende su quella laboriosa popolazione.
Leggiamo da più parti che alcuni decenni fa sarebbero state commesse alcune “leggerezze” dalla Pubblica Amministrazione guidata dal dott. Michele Lamacchia, poi “premiato” ed elevato a maggior grado come Rappresentante di Partito e ancor più come Presidente Regionale dell’ANCI.
Senza conoscere più di tanto i dettagli di ciò che accadde allora ma comunque consapevoli che il dato di fatto è che qualcuno ha prodotto quel debito, vorremmo invitare tutti, proprio tutti, i cittadini della neonata Provincia Barletta-Andria-Trani a riflettere sulla valenza e sul grande patrimonio rappresentato dai piccoli comuni all’interno della nuova Istituzione.
Conosciamo molto bene quelle realtà, avendo frequenti rapporti istituzionali con quegli Enti, quindi possiamo affermare con cognizione di causa e con dati alla mano che quei comuni stanno andando incontro, oltre che ad una comprensibile crisi di tipo economico a causa della scarsità delle entrate locali e trasferimenti statali, anche ad una crisi sociale, a causa della sempre più frequente ed evidente desertificazione.
Anche quì ci piacerebbe soffermarci sulle cause di questa situazione, soprattutto dovute alla mancanza assoluta di politiche di valorizzazione e di sviluppo, anche infrastrutturale, di quei territori, ma l’analisi è lunga e profonda e dovremmo tirare in ballo molte responsabilità politiche che hanno concentrato la loro attenzione su “altre” fonti di sviluppo, anche commerciale.
Questa situazione, quindi, deve essere fatta propria anche dal nuovo Ente Provinciale in quanto il futuro, soprattutto economico, di questo nuovo Ente, è fortemente dipendente dallo sviluppo e rivitalizzazione dei piccoli comuni, tutti.
A giorni il Consiglio Provinciale deciderà la designazione della Sede Legale dell’Ente alla città di Andria e procederà con l’approvazione dello Statuto. Questo è certo.
Immediatamente dopo auspichiamo che tutte le realtà associative, politiche, partitiche e sociali si attivino per affrontare questo ed altri tantissimi problemi che il nuovo Ente, nel bene e nel male, per sua scelta o per naturale conseguenza, ha acquisito sotto le proprie responsabilità e per comprendere seriamente quale possa essere il futuro reale della Provincia di fronte alle sfide del Federalismo e alla possibilità che, visto il persistere e l’aggravarsi della situazione di crisi economica e monetaria globale, proprio da questi Enti, considerati inutili e dispendiosi, possa iniziare la lunga, forse inevitabile fase di soppressione.
Infine auspichiamo che la politica faccia alcuni, molti passi indietro, uscendo dai propri gusci protettori che tali non devono più essere e sopratutto si mettano al centro dell’attenzione “le verità” troppo spesso celate proprio a coloro che, come accadrà nel comune di San Ferdinando, ne pagheranno le conseguenze: I CITTADINI.
Leonardo Ingravallo
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