‘Rifiuti Zero’: l’unica strategia per recuperare e rispettare tali risorse.
Ci troviamo di fronte ad un’amministrazione comunale che per quanto riguarda la gestione dei rifiuti ancora una volta non risponde alle richieste di partecipazione che emergono dalle forze sociali presenti sul nostro territorio.
Infatti le scelte operate dalla giunta Maffei in materia di rifiuti negli ultimi mesi sono risultate deludenti, limitandosi unicamente alla creazione del servizio della raccolta dell’umido, circoscrivendola esclusivamente alla zona centrale della città, nonostante che per coprire i costi di questo servizio, la scorsa estate il Consiglio Comunale ha approvato un piccolo aumento della TARSU a carico di tutti i cittadini, anche di chi non usufruisce del questo servizio.
Inoltre, il Consiglio di amministrazione della Bar.s.a., società che per il 78% appartiene al Comune di Barletta e quindi alla collettività, con provvedimenti utili solo a fare cassa, come la riduzione di organico approvato lo scorso 13 dicembre e l’interruzione della distribuzione alle famiglie dei bio-sacchetti per la raccolta dell’umido, cerca in tutti i modi di impedire che questa azienda ,forse una delle più grandi realtà produttive del territorio, possa essere rilanciata puntando finalmente su una vera raccolta differenziata
A proposito la legge italiana è molto chiara in materia di gestione dei rifiuti.
L’art. 179 del D. Lgs 152/290 che riguarda i criteri di priorità prevede per le pubbliche amministrazioni l’obbligo di ‘perseguire, nell'esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti’. Questo attraverso ‘misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie’, da adottare con priorità rispetto all'uso di rifiuti come fonte di energia.
Nonostante ciò, dagli ultimi dati, emerge che nessuna Regione Italiana riesce ad arrivare agli obiettivi del 2011, anzi più della metà non raggiunge neanche quelli del 2003.
Tra il 2005 ed il 2009 in Italia la raccolta differenziata è aumentata in media del 9%, di oltre il doppio è aumentato l’incenerimento. Di pari passi è aumentato il numero degli inceneritori operativi: ben 56 nel 2011, con enormi conseguenze non solo dal punto di vista economico ma anche sanitario / epidemiologico.
Sul portale della Regione Puglia si può leggere che tra il 2005 ed il 2010 è stato ridefinito il sistema della gestione dei rifiuti passando dallo smaltimento in discarica dell’indifferenziato alla realizzazione di impianti per la realizzazione di CdR (combustibile da rifiuti).
Non si parla di riduzione, di riciclo, di riutilizzo.
Difatti, il 2011 si chiude per la nostra regione con una media del 15,97% di raccolta differenziata, ben lontana dalla soglia del 60% prevista dalla legge.
Come movimenti, associazioni e singoli cittadini ci stiamo impegnando e mobilitando affinché Barletta diventi esempio di buone pratiche, incamminandosi nella direzione della ‘Strategia Rifiuti Zero’ attraverso la realizzazione del sistema ‘porta a porta’ e di tutte quelle pratiche volte a recuperare e riusare. Questo abbandonando per sempre la strada dell’uso di rifiuti come fonte di energia che ovunque si rivela essere incompatibile con la chiusura del ‘ciclo’ dei rifiuti volta al riciclo.
Opporsi all’incenerimento dei rifiuti significa tutelare ambiente e salute. Significa impegnarsi nella ‘prevenzione primaria’: la forma classica e principale di prevenzione, focalizzata sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole.
Il 10 novembre scorso, in occasione dell’incontro svoltosi presso la sala giunta del Comune di Barletta, con il Sindaco Maffei, il Dirigente all’Ambiente, Ing. Mastrorillo ed il Dott. Gravina dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, quest’ultimo, in accordo con il primo cittadino, assicurò di diffondere entro un mese un documento sullo stato ambientale della Città di Barletta. A distanza di tre mesi, ci domandiamo a che punto sia tale studio e che cosa impedisce i nostri amministrazioni di renderlo pubblico.
Nel frattempo, continuiamo ad agire quali uniche realtà preoccupate del futuro della nostra comunità. Perché non siamo semplici ‘ambientalisti’ ma soggetti sociali impegnati a promuovere un nuovo modello di sviluppo che ci liberi finalmente dalla dittatura del profitto a tutti i costi e a vantaggio di pochi, coniugando in modo sostenibile e giusto le istanze sociali ed ambientali con quelle economiche.
Lo facciamo dicendo no all’incenerimento dei rifiuti che consideriamo invece risorse da riciclare. Perché il settore del riciclo è una preziosa opportunità di crescita economica, nonché fonte occupazionale. Negli USA per esempio è il settore che registra negli ultimi anni il tasso di occupazione maggiore.
Lo facciamo invitando l’amministrazione a rendere noto (così come da richiesta ufficiale protocollata a fine dicembre 2011) il Piano per la raccolta ‘porta a porta’ la cui approvazione in giunta veniva dichiarata imminente dall’Ing. Mastrorillo due mesi fa.
Lo facciamo ricordando che il ‘porta a porta’ è più economico del sistema stradale e permette di raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata e di evitare pertanto ai comuni le ecotasse per il mancato raggiungimento dei limiti di legge. Ecotasse che sono pagate dai cittadini.
Per questo per il 21 febbraio abbiamo organizzato presso la sala Consiliare un incontro dal titolo “Rifiuti Zero. Un obiettivo possibile”al quale invitiamo tutta la cittadinanza ad essere presente.
Sabrina Salerno – Associazione Beni Comuni
Alessandro Zagaria – Collettivo Exit
Ci troviamo di fronte ad un’amministrazione comunale che per quanto riguarda la gestione dei rifiuti ancora una volta non risponde alle richieste di partecipazione che emergono dalle forze sociali presenti sul nostro territorio.
Infatti le scelte operate dalla giunta Maffei in materia di rifiuti negli ultimi mesi sono risultate deludenti, limitandosi unicamente alla creazione del servizio della raccolta dell’umido, circoscrivendola esclusivamente alla zona centrale della città, nonostante che per coprire i costi di questo servizio, la scorsa estate il Consiglio Comunale ha approvato un piccolo aumento della TARSU a carico di tutti i cittadini, anche di chi non usufruisce del questo servizio.
Inoltre, il Consiglio di amministrazione della Bar.s.a., società che per il 78% appartiene al Comune di Barletta e quindi alla collettività, con provvedimenti utili solo a fare cassa, come la riduzione di organico approvato lo scorso 13 dicembre e l’interruzione della distribuzione alle famiglie dei bio-sacchetti per la raccolta dell’umido, cerca in tutti i modi di impedire che questa azienda ,forse una delle più grandi realtà produttive del territorio, possa essere rilanciata puntando finalmente su una vera raccolta differenziata
A proposito la legge italiana è molto chiara in materia di gestione dei rifiuti.
L’art. 179 del D. Lgs 152/290 che riguarda i criteri di priorità prevede per le pubbliche amministrazioni l’obbligo di ‘perseguire, nell'esercizio delle rispettive competenze, iniziative dirette a favorire prioritariamente la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti’. Questo attraverso ‘misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie’, da adottare con priorità rispetto all'uso di rifiuti come fonte di energia.
Nonostante ciò, dagli ultimi dati, emerge che nessuna Regione Italiana riesce ad arrivare agli obiettivi del 2011, anzi più della metà non raggiunge neanche quelli del 2003.
Tra il 2005 ed il 2009 in Italia la raccolta differenziata è aumentata in media del 9%, di oltre il doppio è aumentato l’incenerimento. Di pari passi è aumentato il numero degli inceneritori operativi: ben 56 nel 2011, con enormi conseguenze non solo dal punto di vista economico ma anche sanitario / epidemiologico.
Sul portale della Regione Puglia si può leggere che tra il 2005 ed il 2010 è stato ridefinito il sistema della gestione dei rifiuti passando dallo smaltimento in discarica dell’indifferenziato alla realizzazione di impianti per la realizzazione di CdR (combustibile da rifiuti).
Non si parla di riduzione, di riciclo, di riutilizzo.
Difatti, il 2011 si chiude per la nostra regione con una media del 15,97% di raccolta differenziata, ben lontana dalla soglia del 60% prevista dalla legge.
Come movimenti, associazioni e singoli cittadini ci stiamo impegnando e mobilitando affinché Barletta diventi esempio di buone pratiche, incamminandosi nella direzione della ‘Strategia Rifiuti Zero’ attraverso la realizzazione del sistema ‘porta a porta’ e di tutte quelle pratiche volte a recuperare e riusare. Questo abbandonando per sempre la strada dell’uso di rifiuti come fonte di energia che ovunque si rivela essere incompatibile con la chiusura del ‘ciclo’ dei rifiuti volta al riciclo.
Opporsi all’incenerimento dei rifiuti significa tutelare ambiente e salute. Significa impegnarsi nella ‘prevenzione primaria’: la forma classica e principale di prevenzione, focalizzata sull'adozione di interventi e comportamenti in grado di evitare o ridurre l'insorgenza e lo sviluppo di una malattia o di un evento sfavorevole.
Il 10 novembre scorso, in occasione dell’incontro svoltosi presso la sala giunta del Comune di Barletta, con il Sindaco Maffei, il Dirigente all’Ambiente, Ing. Mastrorillo ed il Dott. Gravina dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, quest’ultimo, in accordo con il primo cittadino, assicurò di diffondere entro un mese un documento sullo stato ambientale della Città di Barletta. A distanza di tre mesi, ci domandiamo a che punto sia tale studio e che cosa impedisce i nostri amministrazioni di renderlo pubblico.
Nel frattempo, continuiamo ad agire quali uniche realtà preoccupate del futuro della nostra comunità. Perché non siamo semplici ‘ambientalisti’ ma soggetti sociali impegnati a promuovere un nuovo modello di sviluppo che ci liberi finalmente dalla dittatura del profitto a tutti i costi e a vantaggio di pochi, coniugando in modo sostenibile e giusto le istanze sociali ed ambientali con quelle economiche.
Lo facciamo dicendo no all’incenerimento dei rifiuti che consideriamo invece risorse da riciclare. Perché il settore del riciclo è una preziosa opportunità di crescita economica, nonché fonte occupazionale. Negli USA per esempio è il settore che registra negli ultimi anni il tasso di occupazione maggiore.
Lo facciamo invitando l’amministrazione a rendere noto (così come da richiesta ufficiale protocollata a fine dicembre 2011) il Piano per la raccolta ‘porta a porta’ la cui approvazione in giunta veniva dichiarata imminente dall’Ing. Mastrorillo due mesi fa.
Lo facciamo ricordando che il ‘porta a porta’ è più economico del sistema stradale e permette di raggiungere alte percentuali di raccolta differenziata e di evitare pertanto ai comuni le ecotasse per il mancato raggiungimento dei limiti di legge. Ecotasse che sono pagate dai cittadini.
Per questo per il 21 febbraio abbiamo organizzato presso la sala Consiliare un incontro dal titolo “Rifiuti Zero. Un obiettivo possibile”al quale invitiamo tutta la cittadinanza ad essere presente.
Sabrina Salerno – Associazione Beni Comuni
Alessandro Zagaria – Collettivo Exit
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