Le sottoscrizioni possono essere apposte presso l'Ufficio Elettorale sito in piazza Trieste e Trento, 1° piano
Anche presso il Comune di Andria, per tutto il mese di agosto si potranno sottoscrivere i nuovi quesiti referendari che saranno sottoposti al vaglio della Corte Costituzionale. Infatti, il Ministero dell'Interno – Direzione Centrale per i Servizi Elettorali – con circolare n. 50 del 26/07/2013 – ha informato della possibilità e modalità di sottoscrizione dei referendum abrogativi nazionali.
A tal fine, per garantire il pieno e corretto svolgimento della raccolta delle sottoscrizioni delle richieste referendarie, la dr.ssa Dina Di Chio, Dirigente del Settore Innovazione Tecnologica, Anagrafe e Servizi Demografici informa che le sottoscrizioni possono essere apposte presso l'Ufficio Elettorale sito in piazza Trieste e Trento, 1° piano, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30.
La scadenza per la raccolta delle sottoscrizioni è fissata per il 15 settembre 2013.
Ma vediamo quali sono i quesiti referendari proposti per “Una Giustizia più giusta”:
-Per la responsabilità civile dei magistrati. Si intende rendere più agevole per il cittadino l’esercizio dell’azione civile risarcitoria (indiretta) nei confronti dei magistrati, e ciò anche per i danni da questi cagionati nell’attività di interpretazione delle norme di diritto o nella valutazione dei fatti e delle prove.
-Per il rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo. Perché centinaia di magistrati dislocati nei vertici della Pubblica Amministrazione tornino alle loro funzioni originarie, così da smaltire l’enorme quantità di processi che si sono cumulati, destinati inesorabilmente a diventare carta straccia per prescrizione. In pratica si intende cercare di porre un freno al fenomeno dei cosiddetti “fuori ruolo”, ossia a quei magistrati collocati presso gli uffici legislativi dei gabinetti ministeriali, garantendo con ciò la separazione dei poteri ed eliminando la commistione tra magistratura e alta amministrazione.
-Contro l’abuso della custodia cautelare. Perché attualmente migliaia di cittadini vengono arrestati, e restano in carcere in attesa di processo per mesi, in condizioni incivili. Perché il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, si applichi solo per reati gravi. Lo strumento della custodia cautelare in carcere ha subìto una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Con questo referendum si intende quindi limitare la possibilità di ricorrere al carcere prima di una sentenza definitiva.
-Per l'abolizione dell'ergastolo: Secondo la Costituzione, la detenzione deve avere, come finalità la rieducazione del condannato: è un principio di civiltà giuridica in clamorosa contraddizione con il carcere a vita e il “fine pena mai”. Quindi, abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale. In molti Paesi europei, e non solo europei, l’ergastolo non è previsto neppure come ipotesi. Quello che deve essere chiaro, al di là delle opinioni politiche e personali, è che la nostra Costituzione afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. E il ‘fine pena mai’ è incompatibile con questo principio costituzionale.
-Per la separazione delle carriere dei magistrati: Perché è un diritto del cittadino essere giudicato, come avviene in tutte le democrazie occidentali, da un “giudice terzo”, obiettivo e imparziale. Obiettività e imparzialità che si ottiene, come diceva Giovanni Falcone, solo separando le carriere del Pubblico Ministero e del Giudice. Il modello processuale del Giusto Processo imposto dall’art. 111 della Costituzione e proprio di ogni democrazia liberale, non può realizzarsi senza un giudice “terzo”, ossia realmente equidistante tra il Pubblico Ministero e il difensore.
A tal fine, per garantire il pieno e corretto svolgimento della raccolta delle sottoscrizioni delle richieste referendarie, la dr.ssa Dina Di Chio, Dirigente del Settore Innovazione Tecnologica, Anagrafe e Servizi Demografici informa che le sottoscrizioni possono essere apposte presso l'Ufficio Elettorale sito in piazza Trieste e Trento, 1° piano, tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 12,30.
La scadenza per la raccolta delle sottoscrizioni è fissata per il 15 settembre 2013.
Ma vediamo quali sono i quesiti referendari proposti per “Una Giustizia più giusta”:
-Per la responsabilità civile dei magistrati. Si intende rendere più agevole per il cittadino l’esercizio dell’azione civile risarcitoria (indiretta) nei confronti dei magistrati, e ciò anche per i danni da questi cagionati nell’attività di interpretazione delle norme di diritto o nella valutazione dei fatti e delle prove.
-Per il rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo. Perché centinaia di magistrati dislocati nei vertici della Pubblica Amministrazione tornino alle loro funzioni originarie, così da smaltire l’enorme quantità di processi che si sono cumulati, destinati inesorabilmente a diventare carta straccia per prescrizione. In pratica si intende cercare di porre un freno al fenomeno dei cosiddetti “fuori ruolo”, ossia a quei magistrati collocati presso gli uffici legislativi dei gabinetti ministeriali, garantendo con ciò la separazione dei poteri ed eliminando la commistione tra magistratura e alta amministrazione.
-Contro l’abuso della custodia cautelare. Perché attualmente migliaia di cittadini vengono arrestati, e restano in carcere in attesa di processo per mesi, in condizioni incivili. Perché il carcere preventivo, cioé prima della sentenza di condanna, si applichi solo per reati gravi. Lo strumento della custodia cautelare in carcere ha subìto una radicale trasformazione: da istituto con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Con questo referendum si intende quindi limitare la possibilità di ricorrere al carcere prima di una sentenza definitiva.
-Per l'abolizione dell'ergastolo: Secondo la Costituzione, la detenzione deve avere, come finalità la rieducazione del condannato: è un principio di civiltà giuridica in clamorosa contraddizione con il carcere a vita e il “fine pena mai”. Quindi, abolire il carcere a vita significa superare il concetto di pena come vendetta sociale. In molti Paesi europei, e non solo europei, l’ergastolo non è previsto neppure come ipotesi. Quello che deve essere chiaro, al di là delle opinioni politiche e personali, è che la nostra Costituzione afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del condannato. E il ‘fine pena mai’ è incompatibile con questo principio costituzionale.
-Per la separazione delle carriere dei magistrati: Perché è un diritto del cittadino essere giudicato, come avviene in tutte le democrazie occidentali, da un “giudice terzo”, obiettivo e imparziale. Obiettività e imparzialità che si ottiene, come diceva Giovanni Falcone, solo separando le carriere del Pubblico Ministero e del Giudice. Il modello processuale del Giusto Processo imposto dall’art. 111 della Costituzione e proprio di ogni democrazia liberale, non può realizzarsi senza un giudice “terzo”, ossia realmente equidistante tra il Pubblico Ministero e il difensore.

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