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giovedì 5 dicembre 2013

SAN FERDINANDO DI PUGLIA : SULL'INTERPORTO C'E' IL DURISSIMO ATTACCO DELL’OPPOSIZIONE

Il 29 novembre scorso, il Consiglio Comunale di San Ferdinando di Puglia è stato chiamato a deliberare sulla messa in liquidazione della Srl Ofanto Sviluppo (l’Interporto), ai sensi dell’art. 2484 del codice civile;

l’accapo è stato subito da noi contestato in quanto poneva alla base o come motivazione dello scioglimento di Ofanto Sviluppo, l’assenza di continuità aziendale;

ipotesi, non contemplata, ex art 2484 del codice civile, tra le cause previste per lo scioglimento;

ed infatti, l’ Art.2484 del c.c., testualmente recita: Le società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità limitata si sciolgono per il conseguimento dell’oggetto sociale o per la sopravvenuta impossibilità di conseguirlo.

Abbiamo rilevavo, inoltre, come il deliberato fosse carente – ex art. 2487 del codice civile - in ordine agli indirizzi che il Consiglio doveva esprimere relativamente al numero dei liquidatori, alla nomina e ai criteri di liquidazione da sottoporre all’assemblea dei soci, come proposta del Comune di San Ferdinando di Puglia.

Ma veniamo agli aspetti politici e socio-economici dell’intera vicenda;

con la messa in liquidazione dell’Interporto fallisce un’idea ed un progetto che, a San Ferdinando, ha un unico padre politico: l’attuale Sindaco.

A lui è imputabile, in ultima analisi, questo colossale sperpero di denaro pubblico;

un’opera, realizzata dieci anni fa e mai entrata in esercizio.

Un’opera, che è costata 46 miliardi  delle vecchie lire, di cui ventisei rivenienti da un finanziamento dell’Unione Europea, 20 a carico del Comune di Cerignola e 5 a carico del Comune di San Ferdinando di Puglia.

Un’opera che ha prodotto, negli anni, solo perdite ed il progressivo depauperamento del proprio patrimonio.

Le perdite, pare, ammontino a milioni di euro e le comunità di Cerignola e San Ferdinando stanno ancora pagando i relativi mutui che finanziarono l’opera;

San Ferdinando,  in particolare , paga e pagherà fino al 2026, 140 milioni annui;

Paradossalmente e per uno strano scherzo del destino, sarà proprio l’attuale Sindaco a decretare il “de profundis” di uno dei più colossali sperperi di denaro pubblico che l’intera Regione Puglia abbia mai sopportato.

Due miliardi e mezzo delle vecchie lire prelevati dalle tasche dei sanferdinandesi per un investimento che oggi è svanito: non ci sono più i progetti, non ci sono più i soldi, non c’è più la struttura.

Oggi, non solo noi, ma tutti i sanferdinandesi chiedono conto di tutto questo. Politicamente certo, ma anche eticamente.

In un Italia in cui si spreme la cinghia dappertutto, questo è un chiaro esempio di Amministratori di serie B;

noi non sappiamo come faccia questo Sindaco a rimanere al suo posto.

Con la messa in liquidazione dell’Interporto noi pensiamo che questo Sindaco sia automaticamente DECADUTO a prescindere dalla Legge Severino.

L’Italia non c’è più, perché è stata governata, per tanti anni, in questo modo. Questa è la verità.

Tutti facciamo i nostri errori, per carità, ma di fronte a certi errori di prospettiva e così dannosi per la finanza pubblica, occorrerebbe assumersi, davanti alla comunità, le conseguenti responsabilità politiche;

se ne uscirebbe sicuramente più a testa alta.     


Il Gruppo Consiliare
“Uniti per San Ferdinando”





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