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mercoledì 5 febbraio 2014

BARLETTA : TERZO PIANO SOCIALE DI ZONA. L’ASSEMBLEA PLENARIA

Una città solidale in grado di far fronte ai bisogni della collettività. E’ l’obiettivo del Terzo Piano Sociale di Zona dell’Ambito distrettuale di Barletta presentato ieri durante l'Assemblea plenaria nella Sala Rossa del Castello - dopo il saluto augurale del sindaco Pasquale Cascella - dall'assessore alle Politiche Sociali, Anna Rizzi Francabandiera, dalla dirigente del settore Servizi Sociali, Santa Scommegna, e dal consulente tecnico dell’Ufficio di Piano, Carmine Spagnuolo.
La programmazione sociale per il triennio 2014-2016 del Piano Sociale si caratterizza per l’impegno a sostenere il welfare locale anche con risorse proprie, in controtendenza con la progressiva riduzione di quelle provenienti da fondi regionali e nazionali. Il Comune destinerà ai servizi sociali € 4.935.044.90, in modo da accrescere i servizi ottenuti rispetto agli anni precedenti, confermando così il trend in aumento (nel 2013 erano stati destinati € 4.080.012.65) anche in considerazione degli accresciuti bisogni sociali determinati dall’aggravarsi della crisi.
Tra i servizi previsti, i contributi per l’affido familiare, l’assistenza domiciliare educativa, il potenziamento degli asili nido, gli sportelli per l’integrazione socio-sanitaria e culturale degli immigrati, il centro di ascolto per le famiglie e le vittime di maltrattamenti.
“La finalità essenziale del Piano Sociale è di contrastare le povertà con percorsi d’inclusione sociale attiva - ha affermato l’assessore Francabandiera - favorendo il benessere delle persone anziane, dei bambini e dei disabili tramite la promozione di servizi di sostegno alla famiglia affinché possa essere garantita una maggiore tutela dei cittadini”.

Nel suo saluto ai partecipanti, il sindaco Cascella ha insistito sull’esigenza che i servizi pubblici incontrino l’attività di diverse associazioni volontarie e la disponibilità di tanti cittadini, in modo da elevare la qualità dell’offerta e contribuire a contrastare la tendenza a contrarre, fino a rendere residuali, gli interventi di welfare. Va, invece, sostenuto un welfare di comunità legato a una effettiva azione per la ripresa economica, di rilancio dell’occupazione e di consolidamento della coesione sociale.

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