Domenica 30 novembre ci sono le primarie del centrosinistra in Puglia,
snodo fondamentale per capire cosa resta della lunga stagione inaugurata nel
2005 dalla prima giunta di Nichi Vendola.
La chiamavano Primavera pugliese : con tutte le critiche che
si possono fare all’amministrazione Vendola, gli va riconosciuta anche una sana
voglia di cambiare (in meglio) che da quasi dieci anni accompagna i pugliesi.
Quando il Movimento 5 Stelle ancora non era stato pensato e i
social network non erano stati inventati, un manipolo di “folli” ( tra cui
giornalisti, intellettuali, semplici cittadini e per opportunismo qualche
politico) , credettero che si poteva battere il prodiano-dalemiano Boccia prima
e il super governatore ed ex-pupillo di Berlusconi: Raffaele Fitto.
Il miracolo riuscì, Davide sconfisse Golia. Il presidente
Vendola di oggi, forse non è più, il ragazzo ribelle, con l’orecchino, di 10
ani fa. Forse la sua primavera è rimasta incompiuta, ma addossare tutte le
colpe a lui, sarebbe a dir poco ingiusto. Oggi la destra, per esempio, ci
propone un ex-AN come Nino Marmo, e questo la dice lunga.
Ma, è proprio domenica 30 Novembre che: chi si rivede nel
centro-sinistra, chi ritiene che la Puglia non è solo scandali, ma anche
innovazione e soprattutto tiene botta alla crisi, rispetto non solo al sud , ma
anche al nord Italia. Dovrebbe andare a votare e scegliere un degno erede del
nostro Presidente Poeta.
Le qualità morali di Stefano come di Emiliano non sono in
discussione, come anche le loro capacità amministrative. Ma Guglielmo Minervini,
lascia una traccia indelebile sulla primavera pugliese. Lui con il suo
assessorato ha consentito a tanti giovani di diventare piccoli imprenditori, ma
anche di fare master in tutta Europa. Lui ha capito l’importanza della
tecnologia e della trasparenza che diventa partecipazione attiva.
Lui ha fatto capire ai “Figli di nessuno”, che c’è qualcuno
che crede in te, con i fatti e non a parole.
Guglielmo Minervini attraverso la propria visione politica,
ha consentito a giovani disillusi dalla politica e dal malaffare dilagante, di
crearsi una indipendenza economica. Bollenti spiriti è rivoluzionario perché
consente al suddito di essere indipendente dal padre-padrone di turno, che
spesso è un politico. Il quale per accaparrarsi voti e favori, vorrebbe tutti i
giovani poveri e schiavi.
Trinitapoli è stata la città che più di tutte, ha capito
l’importanza, di schiaffeggiare il potere dei partiti, votando Vendola nel
2005.
Trinitapoli è una cittadina che non accetta padri-padroni e
disprezza l’arroganza dei potenti. Un paese in cui i latifondisti, furono prima
sbeffeggiati, poi combattuti e infine sconfitti. Un paese in cui nessuno può
alzarsi la mattina ed imporgli un sindaco, loro se lo scelgono. Sia di destra
che di sinistra. Non importa.
I cittadini di Trinitapoli, sono disaffezionati dalla
politica, come in tutta Italia, ma sono diversi. Non subiscono passivamente,
loro sanno osservare e punire gli arroganti, sanno ribellarsi ai “poteri
forti”, che li trattano come servi. Loro non accetteranno in silenzio i ricatti
occupazionali o economici, sono troppo orgogliosi e sono migliori di chi li
rappresenta.
Domenica in gioco c’è l’orgoglio dei molti che sognarono una cittadina
innovativa, contro coloro che ieri più di oggi rappresentano, i poteri forti.
Domenica in gioco c’è la dignità, di chi non può accettare
l’esclusione e l’emarginazione politico-sociale come regola per soffocare il
dissenso, imposta da vecchi e giovani “Monatti” di Democrazia.
Domenica in gioco c’è il futuro, non solo della Puglia e
della primavera pugliese, ma anche il futuro di Trinitapoli e di tutto il
centro-sinistra.
Se vince Emiliano a Trinitapoli, vince l’imponente dirigenza
del PD, capeggiata da Maria Andriano e Donato Piccinino. Se vince Stefano vince
L’On Sannicandro con la consigliera Tarantino e tutti coloro che li seguono e
sostengono.
Ma se per assurdo, vince Guglielmo Minervini vincono i “figli
di nessuno”, coloro i quali da sempre hanno deciso le sorti di Trinitapoli,
coloro i quali votarono Vendola perché era l’uomo giusto al posto giusto. Un
uomo ritenuto un visionario, sostiene che bisogna essere “folli”, ma questo vale
per coloro che devono trovare il coraggio di pensare autonomamente. A noi ribelli,
basta essere “liberi di disobbedire”, agli ordini del “Capo” e dei suoi
capetti.
N.b. Per votare alle primarie Guglielmo Minervini si paga 1 €
( La libertà di scelta e la nostra dignità costa più di 1 €.)
Comitato cittadino
Guglielmo Minervini Presidente Trinitapoli
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