LE ASSOCIAZIONI TENUTE COMPLETAMENTE
FUORI DAI CONTESTI DI CONSULTAZIONE OBBLIGATORIA. ANCHE GLI ATTI NON SONO MAI
PERVENUTI.
Pare
che il comune di Andria dovrà adottare entro il prossimo 31 gennaio un piano di
prevenzione della corruzione per il triennio 2015-2017 e che tale documento
addirittura verrebbe definito essere “documento programmatico e strategico per
l’intero Ente”, quindi di un’importanza assoluta e vitale per garantire la
massima trasparenza e regolarità degli atti prodotti. Il “Piano nazionale
anticorruzione” avrebbe anche previsto una fondamentale tappa propedeutica alla
stesura del testo cioè quella relativa alla partecipazione diretta della
cittadinanza, attraverso una forma di consultazione che anche il comune di
Andria avrebbe dovuto promuove per coloro che siano portatori di interessi generali
quindi le organizzazioni collettive ma anche con i singoli che, dopo gli
approfondimenti, avrebbero potuto presentare osservazioni e proposte sulla base
del piano di prevenzione della corruzione 2014-2016, testo di riferimento per
l’elaborazione di quello del prossimo triennio. A fronte di tutta questa
importanza affidata a tale documento, c’è stato solo qualche comunicato stampa
divulgato da qualche Organo di Informazione alcune ore o qualche giorno fa, a
fronte della scadenza del termine per la presentazione delle “osservazioni e
proposte” da parte dei suddetti soggetti, stabilita per il giorno 26 gennaio
2015, cioè praticamente senza neanche la possibilità materiale, per le
associazioni, di convocare i propri Organismi, per una lettura approfondita del
documento e per produrre le conseguenti osservazioni e proposte. Una procedura
talmente “misera” dal punto di vista delle garanzie democratiche di
partecipazione al punto da vedere quasi completamente vanificato lo spirito
della norma che è quello di “dare ampia pubblicità al Piano ed al Programma,
non solo con le forme previste per legge ma anche attraverso azioni di
animazione sul territorio in considerazione dei profili di rilevanza economica
e sociale particolarmente elevati”. Questo dice la legge ma ad Andria fare
animazione è altra cosa.
Quest’ulteriore
“scivolone sulle bucce della democrazia” avrà sicuramente la conseguenza di
alimentare ancor più il senso di sfiducia da parte delle Associazioni andriesi
le quali, in massa, già ad ottobre scorso abbandonarono l’Albo comunale senza
rinnovare l’iscrizione, rendendosi conto delle continue trasgressioni di quelle
che sono regole scritte addirittura nello Statuto comunale e palesemente
violate con la negazione di qualsiasi, seppur minimo confronto istituzionale,
anche laddove i pareri su alcuni argomenti, provvedimenti e regolamenti sono
obbligatori seppur consultivi.
Tutto
questo accade mentre ad Andria, da alcune settimane presso il Museo diocesano, si
stanno svolgendo degli interessantissimi Forum per “ripensare la città” e a
fronte di tantissimi giovani che vi stanno prendendo parte, l’assenza pressoché
totale di amministratori, di dirigenti pubblici e dei politici è significativa,
specie se rapportata ai temi trattati che sono stati: “ Chi progetta la città:
cittadini o politici?” oppure “Pratiche e percorsi di partecipazione attiva
nella città”.
Considerato
l’elevato spessore culturale dei temi trattati, quelle assenze sono più che
comprensibili.
Associazione
“Io Ci Sono!”
Area Sociale
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