Cerca nel blog

News dalle Città della BAT

venerdì 23 gennaio 2015

TRANI : DISCARICA, LA TOPPA E’ PEGGIO DEL BUCO.

Il sequestro della discarica AMIU di Trani,con la conseguente iscrizione nel registro degli indagati di 16 persone(tra amministratori locali,regionali e dirigenti) con l’accusa gravissima di disastro ambientale aggravato,emissioni in atmosfera non autorizzate,omissioni di atti d’ufficio,non è la prima inchiesta sulla gestione dei rifiuti che travolge una città importante del nostro territorio.
Tutti ormai sembrano aver dimenticato l’inchiesta che nel dicembre del 2013 ha rischiato di travolgere l’amministrazione di Andria guidata dal Sindaco Giorgino,con l’arresto dell’assessore all’Ambiente Lotito per una tangente da un milione di euro ricevuta dalla ditta Sangalli per l’appalto della raccolta dei rifiuti nei Comuni di Andria e Canosa.
Questo ci fa comprendere quanto la gestione del ciclo dei rifiuti sia diventato il catalizzatore di interessi sempre più stretti tra il mondo della politica e quello degli affari, arrivando a produrre non solo fenomeni di corruzione ma anche a compromettere il tessuto ambientale di un’intera comunità.
Il sequestro della discarica di Trani mette in risalto il completo fallimento delle politiche dei rifiuti messe in campo in questi anni dal Governatore Vendola,incapace di sottrarsi alla logica del conferimento in discarica o dall’incenerimento e sconfessa completamente le affermazioni fatte in tutti questi anni dal Presidente della Provincia Ventola che ha sempre sostenuto come questo territorio fosse autosufficiente nella gestione dei rifiuti.
Un’autosufficienza basata su una discarica da tempo fuori controllo che era inoltre “costretta”ad ospitare i rifiuti provenienti dalla Provincia di Bari per la chiusura della discarica di Conversano.
Questo ulteriore aggravio non è stato certo a titolo gratuito visto che nelle casse dell’Amiu di Trani sono entrati i soldi pagati dai Comuni per lo smaltimento.
Oggi con la chiusura della discarica di Trani ci si trova di fronte ad una situazione insostenibile per cui urge trovare una soluzione.
Ma invece di cambiare strada imponendo una rivoluzione culturale che ci faccia finalmente uscire dalla crisi ambientale in cui siamo sprofondati, mettendo in campo strategie come quella verso Rifiuti Zero nei Comuni e all’interno di organismi come gli ARO(organi bloccati o in molti casi commissariati),la classe politica rischia di proporre soluzioni peggiori del danno provocato.
Nessuno nella Provincia Bat,a parte i movimenti,si sta ponendo l’obiettivo di capire quali sono le ricadute sull’ambiente e sulla salute del disastro che è stato prodotto a Trani.
I Sindaci,le forze politiche di centro-destra e centro-sinistra, il Neo Presidente della Provincia Spina,rimasto fino ad ora muto sulla vicenda e che forse dovrebbe dare qualche spiegazione visto che la città che amministra,Bisceglie, ha una bassissima raccolta differenziata e in tutti questi anni ha conferito i rifiuti a Trani,hanno come obbiettivo la riapertura al più presto della discarica di Trani.
Con questo scenario significherebbe condannare la città di Trani ad una crisi ambientale irreversibile.
Qualcuno forse nei prossimi mesi potrebbe proporre scenari altrettanto inquietanti come la necessità di realizzare un inceneritore in questo territorio oppure utilizzare la cementeria Buzzi Unicem(su questa ipotesi c’è la proposta inserita all’interno dell’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dalla Regione Puglia nel 2012).
Una mano sulla realizzazione di un inceneritore la garantisce l’art.35 del decreto Sblocca Italia approvato dal Governo Renzi che individua come insediamenti di preminente interesse nazionale, gli impianti di recupero di energia e di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali ,esistenti e da realizzare.
Sul decreto Sblocca Italia e sull’art.35 sei Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale;anche la Puglia ha fatto ricorso ma solo sugli articoli 36-37-38 che riguardano la ricerca,la prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi in mare.
Lasciando intenzionalmente fuori dal ricorso l’articolo 35 il Presidente Vendola fa un regalo alla lobby dell’incenerimento e consegna in eredità al nuovo Governatore la possibilità di ricorrere ancora una volta ad impianti ormai obsoleti come agli inceneritori per chiudere il ciclo dei rifiuti.

Francesco Caputo-Collettivo EXIT


Nessun commento:

Posta un commento