Sembra che la città di Barletta si stia pian piano
svegliando dal torpore che l’avvolge per quanto riguarda la presenza di aziende
insalubri come Timac e Cementeria sul nostro territorio e le loro notevoli
ricadute ambientali e sanitarie.
Per adesso è ancora un’indignazione che trova sfogo sui
social network e che non impensierisce certo il potere politico e industriale; però
è un segnale inequivocabile che la gente è stanca di vedere immagini di aziende
come la Timac che di notte producono notevoli emissioni nell’aria di cui
nessuno sa dare risposte sugli eventuali effetti nocivi.
Perché questo è il dato politico più importante, cioè la
mancanza di studi che riescano a monitorare in maniera completa e adeguata le
aziende insalubri e che riducano in concreto i livelli di rischio per la salute
e l’ambiente, in una città peraltro inserita nel 2008 dalla Regione Puglia tra
le 14 città classificate nel Piano Regionale della Qualità dell’aria in fascia
“C”, in quanto gravate da inquinamento prodotto da traffico veicolare e da
insediamenti produttivi.
Per questo come movimenti nella nostra battaglia per
l’adozione da parte dell’amministrazione Cascella della delibera Rifiuti Zero
avevamo accettato la proposta portata avanti dal Dott. Diciaula durante il
percorso di incontri con la Commissione Ambiente di predisporre una nuova
delibera che affrontasse finalmente l’impatto ambientale delle aziende
insalubri.
Se fosse approvata la delibera,
infatti, per la prima volta in questa città si stabilirebbe di approfondire le
analisi delle concentrazioni degli inquinanti emessi (compresi quelli sino ad
ora non controllati, come diossine, PCB, IPA e metalli pesanti) nelle matrici
ambientali (aria, acqua e suolo) e in campioni biologici di origine umana (compreso
il latte materno), animale e vegetale, in considerazione delle specifiche
caratteristiche tossicologiche degli inquinanti emessi,delle vie di
trasferimento di tali inquinanti e della vicinanza di obiettivi sensibili. Tale
approfondimento dovrebbe essere attuato attraverso il coinvolgimento, da parte
dell’amministrazione di Barletta, di Enti Pubblici quali Arpa, Facoltà di
Medicina e Chirurgia, Facoltà di Veterinaria e Facoltà di Agraria dell’Università
degli Studi di Bari e Istituto Zooprofilattico.
Si procederebbe, inoltre, a
richiedere all’Osservatorio Epidemiologico Regionale i dati epidemiologici (mortalità
e ospedalizzazione) riferiti alle principali patologie neoplastiche e non
neoplastiche a carico dei residenti nel Comune di Barletta nell’ultimo e più
ampio periodo temporale disponibile.
A ciò seguirebbe
l’identificazione di eventuali interventi necessari a garantire un elevato
livello di protezione ambientale e sanitaria per tutti quei lavoratori che
operano in aziende classificate come insalubri e l’attivazione di una rete
adeguata di monitoraggio ambientale e biologico affidata ad Istituzioni
Pubbliche.
Ma questa delibera è chiusa in un cassetto della scrivania
del Sindaco Cascella dall'Agosto scorso, senza che quest’ultimo si degni di
dare una risposta al riguardo.
Vorremmo chiedere al Sindaco Cascella come mai questa
delibera non viene portata in Consiglio Comunale e approvata: forse perché la
sua amministrazione si fa garante di una sorta di pax con le aziende insalubri
per non crear loro problemi? Altrimenti non si spiegherebbe come mai la sua
visita alla Cementeria di qualche settimana fa è stata caratterizzata dal divieto
che l’azienda ha imposto a lui e alla sua delegazione per quanto riguarda
eventuali video e foto all’interno dello stabilimento.
Alessandro Zagaria-Collettivo
EXIT
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