"Gentili colleghi,
a titolo personale e, soprattutto, a nome degli ex dipendenti e collaboratori della Fondazione "Bonomo" impiegati nei progetti dell'omonimo Centro Ricerche, vi chiedo di accendere ancora una volta i riflettori delle vostre testate sullo stato di grave difficoltà in cui versano una quindicina di famiglie.
In allegato trovate la lettera inviata dagli ex lavoratori del Centro Ricerche "Bonomo" il 19 novembre scorso (!) al Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina, per chiedere un incontro finalizzato a conoscere gli scenari possibili o ipotizzati innanzitutto dalla Provincia (socio unico della Fondazione) e, più in generale, da tutte le istituzioni a vario titolo coinvolte nella sorte della struttura.
Gli ex lavoratori della Fondazione si sono incontrati nei giorni scorsi davanti all'ingresso del Centro ricerche, a Castel del Monte (foto allegate) e hanno stabilito di rendere note alla stampa le osservazioni che seguono:
- a tutt'oggi quella lettera non ha ricevuto alcuna risposta;
- il cancello del Centro ricerche ha chiuso i battenti il 1° luglio scorso;
- le preoccupazioni, oltre che per il lavoro e l'auspicata stabilità occupazionale, riguardano anche la struttura (edifici, centro pilota, laboratori, impianti, attrezzature, vialetti, aiuole, verde). Nell'agosto 2014, quando il Centro tornò operativo grazie ai progetti ottenuti dalla Fondazione, la struttura si presentava piuttosto degradata dopo anni di abbandono. Negli 11 mesi in cui è rimasta aperta, gli stessi lavoratori hanno provveduto volontariamente a piccoli interventi di manutenzione, specialmente dopo le abbondanti nevicate che avevano piegato e spezzato i rami di diversi alberi e reso problematico l'accesso e la circolazione di mezzi e persone al suo interno. Vista dall'esterno, oggi la struttura appare nuovamente preda dell'incuria ed è facile immaginare cosa possa esserci all'interno, soprattutto con riferimento agli impianti e alle attrezzature e considerate umidità, basse temperature e l'assenza di riscaldamento. Si tratta pur sempre di un complesso privato nella disponibilità del "pubblico": se un giorno il Centro riaprisse, quanto costerebbero alle casse pubbliche i necessari interventi per renderlo nuovamente accessibile e pienamente operativo?
- si avverte e si diffonde il timore che il completamento del processo di statalizzazione dell'Istituto Tecnico Agrario rappresenti il "de profundis" per la Fondazione "Bonomo": parte del personale in servizio nella scuola, infatti, è assunto dalla Fondazione con contratti a tempo determinato. Forse qualche unità potrebbe essere stabilizzata dallo Stato, ma gli altri contratti non potranno essere rinnovati. La Fondazione, perciò, già priva di lavoratori per il Centro Ricerche, resterebbe un contenitore vuoto, che non avrebbe più ragione di esistere;
- come conseguenza estrema, potrebbe verificarsi l'eventualità che l'intera struttura, donata dalla benemerita famiglia Bonomo alla Provincia di Bari per farne un Centro di ricerche avanzate in agricoltura, in mancanza di progetti finalizzati, torni nel possesso della famiglia proprietaria, la quale potrà farne quello che crede, compatibilmente con i vincoli urbanistici e paesaggistici in vigore nell'area di Castel del Monte. Questo significherebbe, su un piano di interesse più generale, per Andria e il territorio della Provincia la scomparsa di un'istituzione che per alcuni decenni ha rappresentato un autentico fiore all'occhiello nel campo della ricerca per la gestione post-raccolta dei prodotti ortofrutticoli freschi, la trasformazione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari e l'utilizzazione dei sottoprodotti e degli scarti di produzione delle aziende agroalimentari.
Vi ringrazio per l'attenzione e la disponibilità.
Vittorio Massaro"
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