«Nell’apprezzare il lavoro svolto dalla
Procura di Trani torniamo a ribadire la nostra contrarietà rispetto alla
ulteriore permanenza di un impianto così impattante all’interno del centro
abitato. Se a ciò si aggiungono le ipotesi di reato avanzate dalla magistratura
è possibile che ci si possa trovare di fronte ad uno scenario inquietante,
praticamente una bomba a orologeria. È arrivato il momento di pensare e
adottare concretamente soluzioni alternative per evitare di arrecare seri danni
alla salute dei cittadini e per salvaguardare la salubrità dell’aria e di avviare
il percorso di risanamento locale. È inammissibile, peraltro, che ancora oggi
non si sia proceduto a effettuare una analisi epidemiologica, considerata
l’attività della Buzzi Unicem, in esercizio da oltre 100 anni. Se le ipotesi
della magistratura dovessero trovare riscontro e si aprirà il processo, ci
costituiremo parte civile in sede processuale».
Questo il commento di Francesco Tarantini e Giuseppe Cilli, rispettivamente
presidenti di Legambiente Puglia e del Circolo di Barletta, in seguito all’indagine
aperta dalla magistratura sulla cementeria Buzzi Unicem di Barletta.
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