Si è tenuta questa
mattina la seduta del Consiglio provinciale di Barletta - Andria - Trani.
Ad inaugurarla una
lunga discussione sull’attuale situazione politica, emersa in seguito alla nota
congiunta, diramata nella mattinata di ieri, a firma del Presidente della
Provincia Francesco Spina e di sei Consiglieri provinciali di maggioranza. Nota
con la quale i sei Consiglieri provinciali rimettevano nelle mani del
Presidente le rispettive deleghe, ed il Presidente Spina aveva preannunciato di
presentarsi dimissionario nell’assise consiliare.
Al termine della
discussione, il Consiglio si è aggiornato alla prossima seduta rispetto ai
punti all’ordine del giorno dell’assemblea.
Di seguito
l’intervento del Presidente della Provincia di Barletta - Andria - Trani
Francesco Spina.
“Il Consiglio
provinciale di oggi registra due risultati importanti. Il primo consiste in un
successo di carattere politico del sottoscritto. Nonostante la larga astensione
di Consiglieri provinciali di centrodestra e l’abbandono dell’aula anzitempo da
parte del Consigliere provinciale di Forza Italia Andrea Minervino, la seduta
si è regolarmente svolta. L’appello a far saltare il banco del solito asse
trasversale Cafagna/Boccia e Minervino/Silvestris non ha dunque funzionato.
Il secondo successo
è rappresentato dal giudizio amministrativo decisamente positivo rispetto all’operato
della mia amministrazione provinciale in questo anno e mezzo; giudizio espresso
quest’oggi dalla minoranza e fino a qualche giorno fa dal resto dei Consiglieri
provinciali, oggi assenti.
A chi mi giudica
per la mia adesione al Partito Democratico, ricordo solo che si tratta di una
scelta naturale: forse qualcuno dimentica che nello scorso mese di aprile fui
il coordinatore di due liste civiche del candidato Presidente Michele Emiliano,
che, fino a prova contraria, è il Segretario regionale proprio del Partito
Democratico.
Tornando alla
seduta odierna di Consiglio provinciale, il Segretario Generale dell’ente ha
nuovamente chiarito in aula che le dimissioni del Presidente non sono
sufficienti per lo scioglimento del Consiglio. La Legge Del Rio sul riordino
delle Province, infatti, non prevede né la sfiducia del Presidente né tantomeno
lo scioglimento dell’assemblea per dimissioni. E solo le contestuali dimissioni
del Presidente della Provincia e di tutti i dodici Consiglieri provinciali
provocherebbero la nomina di un Commissario prefettizio.
Per questo motivo,
sono disposto a formalizzare le mie dimissioni unitamente a quelle di tutti gli
altri Consiglieri provinciali; se questo dovesse accadere, sono disposto a
recarmi dal Prefetto già domattina per lo scioglimento dell’ente. In questo
modo, i prossimi tavoli e le prossime decisioni urgenti in materia ambientale cui
questa Provincia è chiamata, dalla cementeria di Barletta alla discarica di
Trani, non saranno assunte. E non saranno prese decisioni sul futuro del Centro
Ricerche Bonomo di Andria e dei suoi lavoratori, sulla riorganizzazione del
personale della Provincia entro il 31 gennaio o, ancora, sul garantire servizi
ai cittadini come l’assistenza specialistica scolastica per gli studenti
diversamente abili.
Ricordo inoltre che
i debiti fuori bilancio oggi erano all’ordine del giorno della seduta sono in
parte frutto della precedente amministrazione provinciale; ma sono anche
relativi al settore Lavori Pubblici ed Infrastrutture, di cui il Consigliere
provinciale di Forza Italia (Andrea Minervino), deteneva la delega fino a
questa mattina. Questi debiti fuori bilancio non sono stati riconosciuti perché
il Consigliere di Forza Italia Minervino ha abbandonato l’aula e gli altri
Consiglieri di centrodestra che ne avevano la responsabilità non si sono presentati.
Questa volta non
attenderemo imboscate ai danni dei cittadini, come invece accaduto tre anni fa
a Bisceglie, con gli stessi protagonisti. Chi vuole arrecare danni alle
comunità, con lo scioglimento dell’ente, lo deve fare, come accaduto a Bisceglie,
presentando le proprie dimissioni, accanto alle quali ci sarà la mia, prima
davanti al Segretario Generale poi davanti alla Prefettura competente, in modo
da dirimere la questione e nominare eventualmente un Commissario”.
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