La valorizzazione dei luoghi, anche dal punto di vista commerciale, produttivo e turistico/ricettivo nelle più avanzate e moderne realtà territoriali di tutta Europa, soprattutto del Nord Europa ma anche di moltissimi comuni italiani, passa attraverso la mobilità alternativa e la valorizzazione dei luoghi attraverso collegamenti che mettano in positiva sinergia lo sfruttamento naturale dei paesaggi di maggiore attrattiva con la necessità sempre più richiesta di vivere in un ambiente salubre e curato.
Questo accade in quelle realtà avanzate e questo deve accadere anche nella città di Trani che, per molti versi, è senza ombra di dubbio molto più in là.
Alla luce di queste minime, semplici riflessioni che possono trovare approfondimenti in trattati di marketing territoriale e politiche dell’attrattiva turistica, la discussione in atto nella città di Trani circa la paventata possibilità (che diventerebbe quasi naturale e conseguenziale rispetto al doppio senso di marcia) di rimozione della pista ciclabile assume un valore del tutto sterile, specie se la discussione viene alimentata in evidente modalità “strumental” da prese di posizione opportunistiche e di bandiera.
Affrontare un delicato tema come questo, in questo particolare momento storico per la città di Trani, rischia seriamente di essere un boomerang in quanto il tentativo di distrarre l’attenzione dei problemi seri e reali della città “rischia” di veder nascere un dibattito non solo politico ma anche sociale che necessiterebbe di una risposta non in termini di voti ed alzate di mani ma di programmazione, di visione strategica del territorio e di reale capacità programmatica di guardare allo sviluppo di Trani per i prossimi venti/trent’anni.
Farsi distrarre in questa riflessione dalla foga della difesa del pesce fritto senza andare un pochino oltre significa asservire il proprio pensiero in modo asettico ed acritico e questo non dovrebbe essere prerogativa dei “professionisti” acculturati.
Il consiglio comunale del 12 febbraio a Trani quindi dia un segnale fortissimo di svolta culturale e trasformi l’ordine del giorno in un Progetto che parta da un concorso di idee aperto a tutti i portatori di interessi generali e collettivi affinché ognuno dia spunti di riflessione, suggerimenti e proposte operative per la valorizzazione dell’intera area lungomare dove proprio l’esistente pista ciclabile segni un punto di forza come di fatto lo è e non di debolezza come lo si vorrebbe far apparire.
Se il consiglio comunale riparte dall’analisi della conoscenza del territorio e soprattutto se si prenda coscienza del valore rappresentato da quello che era e rimane un lungomare invidiabile e che necessita solo di chi lo consideri tale allora significherebbe da subito attivare quelle politiche concertative tanto agognate e tanto attese ma mai sostenute realmente.
L’analisi dei mutamenti avvenuti nell’area salentina proprio dal punto di vista della viabilità urbana e della valorizzazione dei punti di osservazione, ad esempio, ci dicono tanto e ci dicono pure che quel tipo di sviluppo turistico, così rapido ed a fortissimo positivo impatto è stato sostenuto anche da queste lungimiranti politiche ambientali ed urbanistiche.
Scelte coraggiose che hanno pagato e portato vantaggi all’intero territorio, ben oltre quello concepito e pensato.
Se qualcuno quindi, a Trani, pensa ancora con la spina del pesce infilata nella testa allora il lungomare di Trani, lo splendido lungomare di Trani, forse, è seriamente in pericolo.
Quel lungomare chiede pulizia, arredo urbano, manutenzione ordinaria, attenzione e valorizzazione. Chi invece chiede altro in realtà non si pone l’obiettivo di valorizzarlo ma semmai per renderlo un semplice, comune, inquinato e poco ospitale stradone che corre accanto al mare.
Uno dei tanti stradoni ma Trani è ben altra cosa e merita di più, molto di più.
UNIMPRESA Bat
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