Nella riunione del 23
maggio c.a., il Comitato dei residenti del centro storico di Andria,
letta la proposta di protocollo d’intesa per il miglioramento delle
condizioni di vivibilità e sicurezza nelle aree interessate dalla
“movida” nella città di Andria, ha deliberato di:
- condividere lo
spirito dell’iniziativa nella parte in cui richiama l’esigenza di
una “fattiva collaborazione” tra i soggetti che vivono e operano
nel centro storico;
- ritenere inadeguati
metodo e tempi della consultazione posto che la gravità e la
complessità dei problemi che la c.d. “movida” pone ai residenti
– sui quali si scaricano sotto ogni profilo e senza alcuna
contropartita gli effetti anche devastanti del fenomeno –
non possono essere affrontate e risolte con tavoli di incerta
convocazione e non meno incerto “statuto”, dove di sicuro c’è
solo che la presenza degli esercenti è del tutto prevalente e
l’affannosa ricerca di una “controparte” tra i residenti appare
meramente strumentale all’obiettivo di approvare un documento che
chiede agli stessi residenti ulteriori sacrifici senza riconoscere
loro alcuna specifica, attuale, concreta tutela/contropartita;
- affermare senza
esitazioni che, in queste condizioni, l’unico e il migliore
protocollo possibile non può che corrispondere al chiaro ed
inequivocabile impegno degli esercenti e dell’amministrazione di
rispettare e far rispettare rigorosamente le regole in vigore,
prevenire e se necessario reprimere le violazioni;
In particolare, il
Comitato:
- considera impraticabile
e comunque assolutamente inaccettabile l’ipotizzata deroga
permanente (per l’intera stagione estiva!!!) degli inderogabili
limiti di emissione acustica previsti dalle norme richiamate
nello stesso preambolo del protocollo (ovvero 55 decibel fino alle
22 e 45 decibel dalle 22 fino alle 8);
- osserva, a scanso di
equivoci, che la soglia di 65 decibel, che si vorrebbe imporre fino
alle 24 tutti i giorni e fino alle ore 2 nei weekend (dal venerdì
alla domenica) sarebbe del tutto illegittima e non potrebbe, in ogni
caso, esonerare nessuno (esercenti e amministrazione) dalle
conseguenze sanzionatore e risarcitorie di eventuali trasgressioni
dei limiti appena richiamati;
- osserva ancora che
la stessa soglia (20 db maggiore rispetto al limite della fascia
oraria 22-8 !!!), inderogabile, illegittima e comunque inaccettabile,
peraltro, non tiene conto dell’effetto cumulativo delle fonti
sonore vicine (es. due locali) e del sommarsi alle emissioni
acustiche del rumore antropico (di cui sono responsabili i locali e
l’amministrazione);
- ammonisce che la
normativa in materia di rumore è inderogabile mediante accordi
tra privati anche perché è posta a tutela del
fondamentale e preminente valore della salute;
- ricorda che
l’Organizzazione mondiale della Sanità in
un documento ufficiale che può essere scaricato liberamente dalla
rete
(http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0017/43316/E92845.pdf)
ha stabilito che il livello di sicurezza dell’inquinamento
acustico la notte è 30 decibel poiché oltre i 40 dB si registrano
disturbi del sonno, insonnia ambientale e maggiore
utilizzazione di sonniferi e farmaci sedativi e oltre i 55 dB
si registrano effetti cardiovascolari e cresce il rischio di malattie
cardiovascolari (!!!).
- conclude,
quindi, che non parteciperà agli eventuali ulteriori incontri di
discussione del protocollo, che non lo sottoscriverà e quindi che
dev’essere eliminato il riferimento al comitato dalla premessa
dell’atto;
- invita i
competenti uffici dell’Asl ad esprimere parere contrario sui punti
del protocollo appena richiamati.
Il Comitato, infine:
- invita
l’amministrazione e tutte le forze politiche ad assumere una
visione meno unilaterale e più complessa del fenomeno movida;
- invita, in particolare,
l’amministrazione e tutte le forze politiche ad assumere
consapevolezza che il bilancio della c.d. “movida” è tutt’altro
che positivo. Se pure si è creata un po’ di ricchezza ed è stato
generato qualche posto di lavoro si sono, al contempo, determinati
costi sociali ed economici altissimi: un endemico contenzioso anche
giudiziario tra residenti ed esercenti; gravi e diffusi pregiudizi
alla salute dei residenti, un massiccio esodo verso altri quartieri
(basta vedere quante sono le case in vendita), devastanti conseguenze
economiche dannose per chi ha investito acquistando e ristrutturando
immobili residenziali nel centro storico (la cui “ripresa”,
peraltro, viene ricostruita senza apprezzare il ruolo insostituibile
dei cittadini-pionieri che molti anni fa hanno deciso di trasferirsi
in questa area);
- torna a sollecitare
(per la nona volta) l’amministrazione ad esercitare tutti i poteri
di cui dispone (e sono molti) per ripristinare il pieno godimento dei
diritti fondamentali dei residenti contrastando tutte le forme di
fruizione dell’area che dannose e/o illegittime:
- assembramenti vietati
nei pressi dei locali, emissioni sonore oltre i limiti, feste e
festeggiamenti privati sul suolo pubblico, smaltimento dei fumi delle
cucine in violazione di legge, mancanza di uno standard comune per la
realizzazione dei dehors, vendita di alcolici in violazione di legge;
grida e schiamazzi fino all’alba, un traffico veicolare
congestionato e disordinato che sta letteralmente soffocando con i
gas di scarico residenti e utenti dell’area, sosta selvaggia,
maleducazione di abbandonare per strada i piccoli rifiuti (tappeti di
cicche di sigarette, di bicchieri di cocktail, di bottiglie di
birra), abusivo abbandono dei bidoni della differenziata sulla sede
stradale in violazione dell’obbligo di ricoverare gli stessi
contenitori nei locali, ciclo della raccolta dei rifiuti rumoroso,
inefficiente oltre che pericoloso anche per la salute, sia per
l’inquinamento acustico che produce (oltre i 90 db alle ore 6
della mattina !!!) nei confronti di una popolazione già stremata
da tutte le “negatività” appena indicate, sia per l’uso
soffione motorizzato (in luogo dello spazzamento manuale) che
disperde nell’ambiente grandi quantità di insidiose polveri
sottili.
La portavoce del Comitato
Avv. Antonietta di Lernia
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