Quando le “istituzioni” commettono azioni
discutibili ed assumono provvedimenti di natura pubblica senza il consenso
popolare e degli utenti la cosa è deplorevole ma diventa diabolica quando
quelle stesse istituzioni, a quegli stessi utenti pubblici, non danno concrete
risposte.
Ad Andria la vicenda della locazione del capannone
Asl, previa mutazione di destinazione d’uso, nell’estrema periferia cittadina,
con un costo esorbitante di molti milioni di euro che, rispetto all’acquisto
del bene in proprietà risulterebbero oltremodo ingiustificati, ha suscitato un
dibattito che si è spento nell’arco della fumata di una sigaretta con tante
apparenti prese di posizione che poi hanno partorito il nulla. La ASL BT è
andata avanti per la sua strada ignorando umori, contestazioni e persino prese
di posizione politico-amministrative di rilievo. Tutto caduto nel vuoto.
Peccato che quella stessa Asl così solerte a
“difendere” il bene privato non accenni a risolvere con la stessa solerzia i
tantissimi problemi reali della sanità locale.
L’ultima lamentela, ma solo in ordine di tempo, non
proviene da uno dei tanti utenti che, in migliaia, ogni giorno sperimentano
sulla propria pelle i disservizi ed i disagi della sanità locale ma addirittura
da parte della presidente AVIS di Andria, Mariagrazia Iannuzzi.
La presidente dell’Associazione Volontari Italiani
del Sangue, con la quale associazione noi di “Io Ci Sono!” abbiamo un ottimo
rapporto non mancando di sollecitare i soci alla donazione che, puntualmente,
avviene nelle autoemoteche dislocate nei vari quartieri cittadini, lamenterebbe
la mancanza di personale nel centro trasfusionale di Andria.
L’appello dei donatori Avis è drammatico: “fateci
donare sangue!”. Già, non i soliti appelli: “fateci lavorare”, “dateci
privilegi o benefici”. No, l’appello è molto più significativo e drammatico:
“fateci donare sangue!”.
L’appello è sconcertante, specie se rivolto ad un
mondo avido ed egoistico, qual è quello della politica, della burocrazia e del
mondo poliasservito.
Non sappiamo se sia vero che la sanità non stia
attraversando un bel momento a causa di paventati tagli o altre sciocchezze del
genere, sta di fatto che i milioni di euro, quando si tratta di sollecitare e
sostenere talune azioni, si trovano e si sperperano.
Cosa sta accadendo dunque al centro trasfusionale
dell’ospedale di Andria? Non è una domanda con risposta a piacere ma con
risposta obbligatoria.
Decremento di personale che influirebbe sulle
donazioni? Orrendo. Sarebbe semplicemente orrendo. Se fosse vero sarebbe la
dimostrazione della fatuità dei messaggi lanciati da politici e burocrati su
paventate Giornate della Donazione ed altre strumentalizzazioni di drammi
reali, qual è stata la tragedia del 12 luglio 2016.
Se la presidente Avis è preoccupata noi siamo
terrorizzati da quanto leggiamo quindi invitiamo chi ha responsabilità a
riprendere in mano il timone della situazione e a smentire immediatamente che
ci siano carenze in tal senso, ripristinando subito la totale e piena
operatività del servizio.
Le attese devono esserci ma per i favoritismi e per
il clientelismo non per le donazioni perché se veramente fossimo arrivati a
questo punto allora non basterebbe mandarli tutti a casa ma bisognerebbe
mandarli tutti in esilio senza i loro stratosferici stipendi forse mai neppure
pienamente meritati.
*Presidente Associazione
“IO CI SONO!” - Andria
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