E’ curioso il
susseguirsi di episodi, accadimenti e situazioni che rendono la città di Andria
un “caso” da studiare e da analizzare nei minimi dettagli. In genere le azioni
amministrative, quando hanno alle spalle solide e costruttive basi politiche,
mirano a creare condizioni di attrattiva e di progresso. Nella città
federiciana a volte sembra che tutto venga concepito in modo che si realizzi
esattamente l’opposto: la desertificazione sociale, l’emarginazione culturale,
l’isolamento istituzionale.
Il continuo e
progressivo trasferimento di uffici di interesse provinciale in altre città è
un primo, significativo esempio. Svanito il “sogno” di Andria quale Polo della
Sicurezza, come stabilito nell’idea costituente del Cerbero Bat e nel suo
stesso Statuto, frettolosamente e strumentalmente modificato da sottili menti
strateghe, anche gli uffici amministrativi e governativi, pian piano, stanno
traslocando altrove. A questi uffici burocratici si aggiungano i Presidi di
Sicurezza, quelli fiscali, tributari e servizi pubblici. Recentemente anche lo
Sportello della Camera di Commercio di Bari è stato chiuso in un’indifferenza
degna delle migliori saghe siciliane, calabresi o napoletane. Tutto questo ha
significato un’inevitabile, enorme migrazione dei cittadini andriesi verso
altre città per il disbrigo delle pratiche ma anche minor afflusso di avventori
nella nostra città, avendo perso motivazioni prima invece esistenti. Dagli
uffici alla viabilità Andria ha deciso di reggere una sostanziale fetta delle
proprie entrate comunali sulle multe e sulle sanzioni. Con la scusante dello
scarso numero di operatori in servizio, enorme in proporzione ad altre realtà
vicine, la città di Andria si dota di strumenti tecnologicamente avanzatissimi
per il controllo del traffico, delle infrazioni e delle violazioni. Non
bastavano telecamere sparse dappertutto, ad ogni angolo di strada, ora ci si
mette anche un marchingegno capace di dimostrare ciò che già era ampiamente noto
in città cioè che un’enorme percentuale di veicoli non è coperta da polizza
assicurativa e che gli andriesi, alla guida, sono indisciplinati, come lo sono
pure coloro che dovrebbero essere di esempio in tale buona pratica. Il
marchingegno contribuirà ad alimentare le casse comunali in una città dove il
blu non è solo il colore della politica che “avanza” ma anche delle indicazioni
di soste a pagamento con il costo del ticket che è il doppio rispetto a quello
di grandi città della Cultura qual è, ad esempio, quella di Matera ma anche
rispetto alle città dirimpettaie,
Se è vero come è
vero che nel bilancio comunale le entrate di questa natura sfiorano i due
milioni di euro l’anno allora ci si chiede: ma la prevenzione la si vuole
oppure no? Se un’amministrazione comunale inserisce nel suo bilancio cifre così
significative rivenienti dalle trasgressioni e violazioni al codice della circolazione
stradale vuole fare prevenzione o vuole fare solo cassa? Allora “spera” ed
“auspica” che le infrazioni ci siano? Vuole attratte turisti, visitatori,
utenti e consumatori in città o vuole disincentivarli con il terrore della
sanzione dietro ogni angolo?
Altro elemento di
grande riflessione è quello relativo agli spettacoli.
In genere
un’amministrazione comunale decide di sostenere iniziative popolari per
consentire un notevole afflusso di persone in città, soprattutto provenienti da
altri luoghi, quindi sceglie o indica o comunque sostiene location in grado di
rappresentare un’attrattiva, un valore aggiunto. Invece no. Spettacoli che
attraggono decine e decine di migliaia di persone devono essere svolti in
piazze che ne conterrebbero solo qualche migliaio, al netto dello spazio per le
attrezzature sceniche così come altri spettacoli, che pesano in modo
considerevole sul bilancio pubblico, vengono relegati in luoghi angusti qual è
il Palazzo Ducale fatiscente e pericolante. Sulla mancanza di un vero Teatro in
città ci sarebbe da scrivere un capitolo intero.
Di esempi di
leggerezze, spesso frettolosità e, a volte, anche la premeditata distrazione o
altri condizionamento ne potremmo fare tantissimi altri, a cominciare dalla
facilità con la quale si “accompagnano” verso altri territori, altre nazioni le
nostre imprese, i nostri giovani, i nostri lavoratori. Basti vedere il calendario
degli incontri con Delegazioni straniere che invitano a delocalizzare per
rendersi conto di cosa ci sia dietro quegli incontri che appaiono promozionali
ma sono di vero e puro sperpero di denaro pubblico con i soliti
“accompagnatori” in giacchetta e cravattino.
Andria piace ma non
attrae, se non per “approvvigionamenti” di massa con consumo sul posto.
Andria attrae ma non
troppo. Andria affascina ma solo un pochino.
Andria c’è, gli
andriesi pure, il resto va molto, molto perfezionato se non costruito da zero.
*Presidente
UNIBAT
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