Concorso di idee "Periferie 2017", promosso da
MiBACT e Consiglio Nazionale Architetti Pianificatori Paesaggisti e
Conservatori.
AREA 02: Comune di Barletta | Percorso delle antiche mura del
Carmine
Mariacristina Agnello, Maio Maria Rosario Bruno, Massimiliano
Cafagna & Vincenzo Salierno
Via mura del Carmine è una cerniera tra il fortino
(“Paraticchio”) e piazza della Marina, tra centro storico e litoranea. Dovuto all'importanza strategica dell'area
d’intervento, si è affrontata la progettazione con uno sguardo più ampio,
riguardante l'intera città storica.
A questo scopo, si è deciso di rinvigorire i punti di forza
dell'ambito attraverso due strategie: riduzione sensibile dell'area carrabile,
favorendo una viabilità dolce (ciclo-pedonale) e la connessione diretta dalle
mura alla litoranea.
In controtendenza rispetto al passato, le amministrazioni regionali spingono verso
la pedonalizzazione dei centri storici.
A proposito di ciò si è compiuto un approfondito studio della viabilità
carrabile su tutto il centro storico di Barletta, ne è scaturita la
proposta di ridurre il traffico su gomma
nell’area di progetto riducendo la carreggiata di via mura del Carmine ad una
corsia e pedonalizzando quasi integralmente piazza della Marina (schema
viabilità tav. 1). Questo intervento prevede che via mura del Carmine sia resa
ad un unico senso di percorrenza, convogliando le auto in maniera perimetrale rispetto a Piazza
della Marina, lungo via Marina, permettendo l'accesso in Via Cialdini e/o riportandole verso il Lungomare Pietro Mennea.
Via mura del Carmine viene affiancata da una pista ciclabile;
tale pista si biforca in corrispondenza della chiesa del Carmine, da un lato
approda al castello Svevo e dall’altro si ricollega a quella preesistente del
lungomare di Ponente.
Tutti gli spazi “di risulta” dati dall’irregolarità
planimetrica dei fabbricati che si attestano sulle mura vengono ricuciti
tramite la pavimentazione e l’arredo urbano creando degli ampi spazi di sosta e
ristoro lungo la passeggiata, dotati di alberature e piccoli chioschi.
Pavimentazione e arredi fungono da connessione visiva e
pratica delle aree frammentate che insistono nell'ambito.
In questo modo si favorisce il futuro impulso spontaneo del
settore commerciale e della ristorazione lungo tutto il fronte mare.
Queste nuove piazze, a cavallo della spina carrabile, vengono
quindi pavimentate con una trama minuta
bocciardata e rialzate (sicurezza e continuità).
La pavimentazione infatti viene trattata per macro aree
omogenee: la strada, le piazze, il percorso ciclabile e l’ampio marciapiede. I
materiali utilizzati sono quelli propri della tradizione pugliese: pietra
basaltica (di recupero), pietra calcarea di varia pezzatura e sampietrini,
anticamente utilizzati nelle vie del centro storico battute dalle crociate;
solo per la pista ciclabile si è scelto il ghiaino a grana fine con una cromia
nei toni del grigio. I trattamenti superficiali utilizzati per la pietra sono
la bocciardatura, la sabbiatura e la rigatura.
Le mura e il fortino verranno messi in sicurezza e verrà
effettuato il consolidamento dei paramenti murari tramite iniezioni di resine
epossidiche e sostituzione dei conci lesionati secondo il principio della
riconoscibilità. Gli interventi di restauro permetteranno la
rifunzionalizzazione degli spazi voltati interni del fortino a sala espositiva
temporanea/ spazio di aggregazione.
Queste sale sono site ai piedi della muraglia difensiva, a
quota zero, e verranno messe in comunicazione con via mura del Carmine tramite
un sistema di rampe esterne a pendenza ridotta (<3 a="" aggregazione="" all="" aperto="" che="" come="" contraltare="" da="" del="" di="" ed="" fanno="" fiancheggiano="" fortino.="" fortino="" il="" interni="" intese="" le="" nbsp="" o:p="" occupano="" quelli="" rampe="" risulta.="" sono="" spazi="" spazio="" uno="">3>
Piazza della Marina viene quasi integralmente pedonalizzata,
il piano di calpestio viene riportato al livello della fontana-pozzo centrale
tramite un piano inclinato. Il dislivello tra il piano stradale e la piazza
viene salvato da una rampa che fiancheggia la facciata laterale della chiesa
del Carmine e da un sistema di gradoni, occasione per realizzare sedute e
corner di verde. In questo modo si delimita efficacemente la strada carrabile
evitando l’aggiunta di dispositivi addizionali.
La connessione centro storico – litoranea avviene attraverso
tre cordonate, scalinate a 12° di pendenza, in asse con le tre principali
arterie che sboccano su via mura del Carmine. I materiali utilizzati sono il
legno per la struttura principale e l’acciaio per le pedate, le lamelle
verticali e le piastre di ancoraggio al suolo.
La scelta progettuale delle cordonate così configurate è
figlia della memoria storica: negli anni ’30 il mare lambiva i piedi delle mura
e ad una cinquantina di metri di distanza vi era una lingua sabbiosa dove erano
montate le cabine per i bagnanti. Allora per salvare quella distanza venivano
montate delle passerelle in legno che collegavano le mura alla spiaggia.
Ai piedi delle cordonate si sviluppa un parco lineare che si
attesta a ovest al parco “Pietro Mennea” e si estende verso est per 650 m
costeggiando le mura. Le essenze scelte per il parco sono le tipiche della
macchia mediterranea: il carrubo, il pino marittimo, l’euforbia arborea,
corbezzolo, alloro, piante aromatiche in forma di grandi cuscini… I percorsi
del parco si diramano proseguendo le assialità delle cordonate e trasversalmente ad esse lungo una linea
longitudinale spezzata che si conclude nelle “corti del gusto” intese come
luoghi di commercio e ristorazione improntati sui prodotti tipici pugliesi.
Questi lotti ad oggi sono occupati da fabbricati per lo più fatiscenti con
coperture di lamiera o amianto, si è deciso per l’abbattimento di alcuni di
essi studiando “caso per caso” il da farsi. L’attestazione su strada e lo
spazio della corte sono definiti da una serie di porticati leggeri in acciaio
che cuciono i vuoti ammorsando i fabbricati esistenti.
Tale sistema costruttivo, il trilite in acciaio, diventa quasi
un leitmotiv presente in tutto il progetto: nelle cordonate, nel parco, nelle
corti del gusto e in Piazza della Marina, proprio allo scopo di creare una
continuità di intervento.
Mariacristina
Agnello, classe 1988 (Bari), si
laurea al Politecnico di Bari con il massimo dei voti (110 cum laude), la
carriera universitaria è stata arricchita dal progetto Socrates Erasmus presso
l'Escuola Tecnica superiore di Arquitectura_Madrid (nel 2014). Vince una
menzione d'onore all'Holcim award insieme allo studio Kaudesign. Esperienze
lavorative: studio AceboXAlonso (Madrid)_borsa di studio "Leonardo da
Vinci", studio OMA di Rem Kolhas_progetto "Fondazione Prada" di
Milano, studio Virseda Vila arquitectos (Madrid). Nel gennaio 2017 apre il suo proprio
studio di architettura e design.
Maria Rosario
Bruno, classe 1988 (Bari), si
laurea al Politecnico di Bari. Menzione d'onore durante il workshop NIB
"Riuso dei buchi neri", Salerno 2013. Esperienze lavorative:
collabora con l'architetto Antonella Mari (Bari), redattrice con il web-zine
Artwort, studio In House Design Associates Architects (Londra), studio 3C+M
(Bari) con cui partecipa al concorso "Mani-futura"(2016) vincendo il
primo premio. Si classifica al secondo posto nel concorso
"Riqualificazione dell'area circoscritta dall'ex cementeria_Modugno".
Dal 2016 cura diversi progetti di architettura e design.
Massimiliano
Cafagna, classe 1988
(Barletta), si laurea al Politecnico di Bari, la carriera universitaria è stata
arricchita dal progetto Socrates Erasmus presso l'Escuola Tecnica superiore di
Arquitectura_Madrid (nel 2014). Vince il concorso Art Stop Monti con il
progetto Stratificazione (Roma, 06/2017). Menzione d'onore premio NIB under
30_Tesi di laurea in progettazione, Menzione d'onere concorso di idee_Bergamo Ospedale
"Pimp", Menzione d'onore Archiprix (Ahmedabad 2017). Esperienze
lavorative: studio L. Galofaro & S. Manna (LGSMA_Roma). Dal 2017 cura
diversi progetti di architettura.
Vincenzo Salierno, classe 1987 (Bitonto), si laurea al Politecnico di Bari con il
massimo dei voti (110 cum laude). Vince il Premio Architettura Sostenibile con
la sua tesi di laurea sul recupero delle saline di Cagliari e del capannone
Nervi. Viene selezionato per il Premio Maggia 2013 promosso da CasabellaLab.
Dopo gli studi si trasferisce a Berlino dove collabora prima con lo studio
Barkow Leibinger a diversi progetti internazionali come la Biennale di Venezia
o la Summer House per la Serpentine Galleries a Londra. Dal 2017 lavora sempre
a Berlino presso Francis Kéré.
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