Il castello di carta costruito in tutti questi anni
dall’ex presidente della provincia Bat, Francesco Ventola, e dal Sindaco di
Andria Giorgino (Presidente dell’OGA) in materia di rifiuti continua a
sgretolarsi.
Dopo il sequestro e
la chiusura della discarica AMIU di Trani per disastro ambientale
aggravato, emissioni in atmosfera non autorizzate e gestione dei rifiuti in
mancanza di autorizzazione, un’altra discarica della provincia Bat chiude i
battenti.
Trattasi della discarica gestita dalla Daneco, sita
ad Andria. In seguito ad un sopralluogo dell’ARPA Puglia infatti in tale
impianto è stato sospeso il conferimento dei rifiuti a causa della presenza di
pericolosi inquinanti fuoriusciti
attraverso il percolato.
Oggi ci ritroviamo di fronte all’ennesima emergenza
in Puglia dovuta ad una gestione dei rifiuti
fallimentare da parte di un governo regionale che ha basato la propria
politica di chiusura del ciclo dei rifiuti sulle discariche, strizzando
l’occhio alla pratica dell’incenerimento.
Se è vero che in questi anni alcuni comuni della provincia
Bat hanno finalmente intrapreso la strada della raccolta differenziata porta a
porta con percentuali importanti, altri Comuni invece, come per esempio
Bisceglie dove è sindaco l’attuale presidente della Bat, Francesco Spina, registrano
percentuali bassissime, quasi da prefisso telefonico.
Il paradosso è che l’emergenza che in queste ore
sta investendo la provincia Bat viene affrontata da chi è responsabile di
questa situazione, con soluzioni tampone come quelle partorite dall’OGA (Organismo
di Gestione Ambito) della Bat e dall’ufficio di gestione dei rifiuti della
regione Puglia.
Nell’ultima riunione dell’OGA, che si è tenuta
presso il Comune di Barletta in seguito all’incontro svoltosi presso l’Ufficio
Gestione Rifiuti della Regione Puglia, si è ipotizzato di portare la frazione secca
residua di quei Comuni che fanno il porta a porta nelle discariche di rifiuti
speciali presenti nella Bat. Questo dopo aver consumato il primo passaggio di
biostabilizzazione presso l’impianto di Foggia, con un notevole aumento dei costi
per la collettività.
Però anche questa soluzione rischia di essere monca
visto perché poggia su un particolare che il Sindaco di Barletta Cascella
dovrebbe conoscere bene. Se fra le discariche di rifiuti speciali non
pericolosi candidate a ricevere il secco residuo dovesse esserci quella presente
a Barletta in località San Procopio ci troveremmo dinanzi all’ennesima scelta
al limite della legalità.
Per tale discarica il Sindaco Cascella chiedeva ad
aprile il rispetto del Piano regionale gestione rifiuti speciali e di quello paesaggistico
territoriale regionale.
Il primo cittadino di Barletta osservava che la
discarica, per la quale gli enti competenti stanno valutando il rinnovo
dell’autorizzazione integrata ambientale, si pone a breve distanza da un ex
discarica per la quale sono state recentemente avanzate e aggiudicate opere di
disinquinamento e recupero, facendo altresì presente che il nuovo impianto è collocato
a una distanza di circa 1300 metri dal Borgo di Montaltino, dove risiedono 73
cittadini, per la cui valorizzazione è stato recentemente sottoscritto un
protocollo di intesa con la Regione Puglia, la Provincia e altri Comuni, che
sancisce il concorde impegno a recuperare e conservare le risorse naturali e
ambientali del luogo, peraltro limitrofo ad aree per usi civici ugualmente
soggette a tutela paesaggistica.
Il rimpallo di responsabilità al quale assistiamo
oggi risulta strumentale e dannoso per la collettività che subisce ancora una
volta l’inefficienza di organismi, come gli ARO (Ambiti di Raccolta Ottimale) e
gli OGA, che raggruppano rappresentanti dei diversi Comuni del territorio
impreparati, lenti, campanilisti e demagoghi.
Amministratori ai quali tuttavia un merito va
riconosciuto: quello di violare sistematicamente il diritto dei cittadini ad
essere coinvolti in tutte le decisioni che riguardano ambiente e salute, in
particolare in quelle legate alla gestione dei rifiuti.
Da anni ormai noi del movimento Legge rifiuti zero,
proponiamo l’adesione e la realizzazione dell’omonima strategia, chiedendo
insistentemente di partecipare alle riunioni in seno agli ARO e OGA.
L’alternativa c’è ed è concreta: realizzazione possibilmente in fronte di discarica
di un impianto di selezione e recupero dei rifiuti residui in modo da recuperare ancora materiali riciclabili
sfuggiti alla raccolta
differenziata, impedire che materiali tossici (vernici, pile, ecc.) possano essere inviati nella discarica transitoria e per stabilizzare la frazione organica residua eventualmente sottoposta
anche a recupero energetico attraverso la digestione anaerobica; tutto ciò perché sia possibile ridurre in quantità e in tossicità
i rifiuti che in via transitoria (in attesa di arrivare a “smaltimento Zero”) si devono ancora inviare a
discarica; in questo quadro anche sistemi di sottoriciclaggio delle plastiche eterogenee, attraverso processi di estrusione possono essere significativamente utili agli scopi di impegnare al minimo le volumetrie di discarica recuperando al contempo
preziosi materiali.
Sabrina Salerno,Alessandro Zagaria-Movimento Legge Rifiuti Zero
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