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mercoledì 5 agosto 2015

BARLETTA : REGINETTA DI UNA SERA MA CENERENTOLA SEMPRE: ECCO IL DESTINO DI CANNE DELLA BATTAGLIA.

ANCHE DOPO IL 2231° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA DI ANNIBALE… 

Da sempre cenerentola, la cittadella di Canne della Battaglia è stata reginetta di una sola sera per il 2231° anniversario della grande vittoria di Annibale nel 216 avanti Cristo. Un lampo nel buio. Troppo poco. Ci sono voluti ben sedici anni per riavere un evento teatrale da queste parti…

Sovrasta ogni “vis polemica” solo lui, l’attore Michele Placido, designato come Pigmalione dell’evento teatrale dalle voluttà tecnico-assessorili e nelle carte dirigenzial-amministrative: con lo squisito reading letterario, ma fuori tema storico, da Saffo ad Omero sul far del tramonto. Affluenza di pubblico? Superiore alle attese dato il gran caldo ma di poco oltre 500 spettatori (statistica del personale Antiquarium) con biglietto ad ingresso gratuito. Una cinquantina quelli arrivati con le navette disposte dallo IAT, tutti gli altri su mezzi propri. Bravi.

Nei toni autoreferenziali (come sempre capita di circostanza, specie in questi ultimi tempi), peccato che perfino quest’Amministrazione comunale, pur navigando a proprio agio fra tweet e messaggistica social, abbia approvato la delibera di pagamento dei cachet di 6.600 euro alla produzione di Michele Placido, patendo la tipica amnesia del potere di turno: una voluta memoria corta, cioé quel "vizietto" di spacciare ogni (presunta) novità come luminosa idea dell’attimo fuggente, concepita e partorita in quel preciso atto amministrativo nato giusto allora sotto la propria ed esclusiva stella politico-amministrativa.

Spieghiamo questa paradossale amnesia, visto che, gira e volta, i protagonisti della scena (almeno quelli sempre vissuti, anche da elettori e contribuenti, qui a Barletta negli ultimi trent’anni) sono sempre loro. Si, cari amici, vuoto di memoria a comando ed a convenienza. Dimenticare il suggestivo precedente di quell’estate 1999, carica di nuove attese e di fiduciosa speranza: in quell’anno dell’impegnativo protocollo d’intesa Comune di Barletta-Soprintendenza (fresco di firma il 27 febbraio nella sala rossa) e della riapertura (l’undici aprile) dell’Antiquarium dopo ben tre lustri di chiusura al pubblico. Quando il sindaco Francesco Salerno “inventò” una serie di spettacoli proprio nella Cittadella allo scopo di riannodare il dialogo fra il grande pubblico e l’area archeologica bisognosa di visibilità e di visitabilità. Vere come i fondi gestiti: 1 milione di euro.

Spettacoli tenuti dopo il tramonto, nella notte stellata, col fresco dell’archeologia fascinosa e carica di suggestioni: la jam session, il folk etnico dei Bottari di Portici e “la sera prima della Grande Battaglia”, domenica 1° agosto 1999, a cura del Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia, nato nel 1953 ma che esordiva col nuovo statuto e tantissima buona volontà dei propri soci quale organizzazione di volontariato attivo nei beni culturali e turismo.

Ciccio Salerno era si una personalità dal temperamento talvolta ruvido nelle sue esternazioni, ma come sindaco del rilancio pro Canne della Battaglia apparve davvero pragmatico e con uno sguardo al futuro degno di migliore fortuna, che a Barletta e territorio apportava il senso di un futuro a portata di mano: ma solo con la tenacia e la continuità di chi operava davvero.

Domenica 1° agosto 1999: quella sera si offrì (per la prima volta in assoluto nelle rovine della Cittadella) l’archeologia sperimentale come modo ludico di raccontare la storia dal vivo, i giochi gladiatori nell’accampamento romano ricostruito, costumi ed equipaggiamenti militari all’epoca delle Guerre Puniche, e soprattutto le letture teatralizzate fra le rovine della cittadella dei testi classici di Polibio e di Tito Livio. Con sapiente messa in scena e professionalità curate fin nei dettagli dall’indimenticabile Manrico Gammarota, direttore artistico e voce recitante in prima linea della sua compagnia-laboratorio “Gli Argonauti” formata da giovani talenti tutti barlettani amanti del teatro.

Fino a notte fonda, il tempo volò: una performance rievocativa a zero cachet ed ingresso gratuito, pubblico di 3.000 persone, servizio d’ordine dei militari del 47° reggimento allievi volontari Ferrara di stanza alle Casermette (che avevano partecipato all’addestramento in uniforme mimetica sui luoghi stessi della battaglia) agli ordini del colonnello Labianca, oggi generale allo Stato Maggiore, interminabili applausi e coinvolgimento di tutti. E non per assistere ad uno spettacolo per il gusto dello spettacolo, a prescindere e comunque in quello strepitoso scenario, ma una vera e propria performance nello specifico del contesto annibalico.

Oggi tradito nei fatti, lontanissimo come appare dalla stessa coscienza culturale più profonda dei potenti di turno impegnati (ma solo a parole) per il rilancio di Canne della Battaglia. O addirittura assente in quella loro identità di tecnici ed amministratori radical-chic…

Nino Vinella

Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia

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