Dall’Emilia
Romagna al Veneto sembra che ormai i rifiuti siano gli unici in
grado, vista la crisi economica, di permettersi ancora il lusso di
viaggiare. Ma chi paga? Una domanda tanto semplice quanto
inquietante. Dopo l’Emilia Romagna sarebbe il Veneto a venire in
soccorso della Puglia accogliendo la sua immondizia. Dopo altri
comuni pugliesi anche la Provincia di Barletta Andria Trani farà la
sua parte quindi da martedì 12 luglio saranno messi in viaggio, su
enormi e costosissimi Tir, preziosi carichi di quel materiale che
tante soddisfazioni procura a molti soggetti e club organizzati:
l’immondizia.
Un’estate
quindi all’insegna dei lunghi e costosi viaggi ma a spostarsi non
sono i cittadini e gli imprenditori che ormai le ferie se le sognano
ma i loro rifiuti. Quei rifiuti differenziati con tanta cura e con
tanto amore al punto da consentire a privilegiati e sempre sorridenti
amministratori di ritirare ambiti premi elargiti con disinvoltura e
generosità da parte degli amici.
Comuni
della Bat dunque pronti a far partire la loro immondizia proprio
mentre ad Andria, con ritardo ingiustificato, continuano ancora in
queste ore a giungere le cartelle di pagamento della Tassa già
scaduta. La frazione organica dovrebbe rappresentare un business di
ritorno con vantaggi in termini di sgravi economici ma per questo
territorio rappresenta, invece, un altro onere.
Una
Provincia che dipendeva da un piccolissimo comune chiamato Lucera
oggi deve far traslocare i propri rifiuti e lo fa verso il ricco e
civile Veneto che di quei rifiuti sa certamente farne tesoro come lo
fanno altri comuni ove viene svolto l’identico servizio svolto
nella città di Andria, da parte della stessa Società, con le
identiche modalità ma con una tariffa che è la metà di quella
pagata nella città di Federico. Loro, anche a Monza, dei rifiuti
sanno bene cosa farne e, come si suol volgarmente dire, non buttano
via niente.
Parre
che oltre 100 tonnellate giornaliere di rifiuti organici entreranno
nel Nord-Est pagando una tariffa che dovrebbe aggirarsi attorno ai 90
euro ogni mille chili. Come opportunamente fatto anche notare da
alcuni attenti osservatori sarà il peso legato al trasporto quello
che influirà maggiormente sui costi generali, sempre e comunque a
carico dei contribuenti. Se è vero che si calcola la bella somma di
quasi 130 euro per soli dieci quintali la batosta peserà moltissimo
sui contribuenti, cittadini, famiglie ed imprese.
Gli
attenti amici di Legambiente hanno stimato un aumento delle tariffe
fra il 30 e il 50%. Praticamente significherebbe prendere la bolletta
ricevuta qualche giorno fa, aggiungerci il 50% in più, confrontarla
con quanto ad Andria si pagava fino a qualche anno fa, cioè meno
della metà di oggi, e riflettere sul da farsi.
Da
parte nostra potremmo rispolverare tutte le tante pagine e parole che
promettevano sgravi per i comuni cosiddetti ricicloni che avessero
raggiunto le percentuali di differenziata previste ma nei fatti le
cose stanno andando ben diversamente anche se Andria quelle
percentuali le ha sempre abbondantemente superate e solo grazie
all’impegno dei cittadini.
Le
tariffe hanno continuato ad aumentare. Sgravi e premialità non li
hanno ancora visti nessuno ed ora oltre agli imprenditori delusi,
oltre ai giovani che scappano via a gambe levate da questa terra
inospitale e matrigna, oltre ai pensionati che vanno a godersi le
loro minime pensioni dove esiste un po’ di umanità e buongoverno
si è riusciti a mettere su gomma anche i rifiuti mettendoli in
viaggio verso altre mete senza capire quanto potessero essere
preziosi.
La
tempesta perfetta dell’immondizia si è scatenata ad Andria, anzi,
non si è ancora scatenata.
Non si
è ancora scatenata, la tempesta.
*Coordinatore “Comitato Quartiere Europa”
Membro Eletto 4^ Consulta Ambiente della Città di Andria
Nessun commento:
Posta un commento