“Io credo che rispetto alla SIA ci sia qualcuno che crea situazioni pericolose ad hoc per i sindaci. Non si può convocare un’assemblea con le parti sociali e dire che chi non firma è contro i lavoratori, innescando paure o aggressioni".
E ancora: "Ho sentito i sindaci che hanno partecipato all’ultimo incontro a Cerignola, erano sotto shock e traumatizzati per quanto è successo a causa dei momenti di tensione. Mi auguro che intervenga il Prefetto, non so nemmeno se quelle firme siano valide o solamente frutto di paura”.
Il sindaco di Trinitapoli, Francesco Di Feo, attacca a testa bassa e rivendica la scelta di non partecipare ai lavori del CIA Fg4 di cui Franco Metta è presidente. Nell’ultimo incontro presso i locali dell’ex tribunale di Cerignola i toni si sono alzati, tanto che è servito l’intervento delle forze dell’ordine per sedare gli animi di una rappresentanza di lavoratori che, ad oggi, rischiano sulla propria pelle errori del passato ma anche indecisioni incomprensibili del presente. Tra gli assenti i sindaci dei comuni della Bat, compreso Di Feo. La sua città, unica insieme a Margherita di Savoia ad aver sottoscritto regolare contratto con SIA, è tra le osservate speciali che hanno rifiutato di firmare l’adeguamento di contratto perché ritengono che le cause del tracollo della società in house sia addebitabile ad altre circostanze e risolvibile attraverso altre vie.
Prima di tutto, il recupero dei crediti: “Cerignola ha un debito di oltre 4 milioni con l’azienda e non vedo perché non debba versare quanto spetta. Inoltre- aggiunge il primo cittadino appena rieletto- è necessario verificare la situazione finanziaria, se c’è o meno fabbisogno di unità lavorative (visto che sul groppone abbiamo i 150 lavoratori della fallita ASIA), bisogna risparmiare sugli straordinari incontrollati e sulle enormi spese di manutenzione. È la KPMG a indicarci la via, ma Metta fa finta di non ascoltare”.
Trinitapoli, che già nel 2014 ha ritoccato al rialzo il contratto di servizio con un’aggiunta di 400 mila euro, secondo il management – inaudita altera parte- oggi dovrebbe nuovamente mettere mano al contratto con una ulteriore spesa di 800 mila euro. Di Feo non ci sta, anche perché quando due anni fa le tasse sull’immondizia sono aumentate è servita l’antisommossa per placare le proteste dei cittadini: “Prima bisogna mettere mano agli sprechi e al recupero dei crediti, poi non ci sottrarremo alla valutazione dei contratti, che deve avvenire con i nostri tecnici e non per decisioni calate dall’alto da Devenuto, da Metta o da Centola. Sulla mia città non lascio comandare loro”.
La direzione e il cda di SIA srl starebbe compiendo delle scelte misteriose, secondo il primo cittadino della BAT: “Noi vogliamo un contratto unico. Mi si spieghi perché Cerignola, città di 60 mila abitanti, ha un costo pro-capite di 100 euro e noi a Trinitapoli dovremmo avercelo di 160 euro; o mi si deve spiegare perché Orta Nova ha dovuto spendere 500 mila euro annui con 18mila abitanti e noi tre volte tanto. Che senso ha?”, chiede di Feo, che ha convocato il presidente del Consorzio Devenuto, il dg Centola per fare un punto della situazione solo ed esclusivamente con i comuni della BAT.
“Noi rimaniamo in SIA, se dovessero avviare azioni legali contro di noi chiederemo al Presidente Emiliano di andare nell’Oga Bt. Ma non posso essere accusato di danno erariale – prosegue Di Feo- per coprire i debiti di SIA srl. Per non parlare del VI lotto. Franco Metta ha bloccato tutto immotivatamente per un anno, nonostante avesse tutte le autorizzazioni, e adesso i costi di quelle scelte sbagliate ricadono su tutti i cittadini con aumento di costi”.
Entro il 31 luglio i comuni dovranno andare nei rispettivi consigli comunali per aggiungere liquidità alla SIA attraverso i bilanci comunali: “Noi non ci andremo, e su questa posizione sono anche Margherita di Savoia e San Ferdinando di Puglia. Paura di rappresaglie da parte dei lavoratori SIA? No, li aspetteremo davanti al Comune insieme a 14 mila cittadini di Trinitapoli e dovranno spiegarci perché dovremmo pagare di più e se a loro pare giusto che con una mano gli garantiamo lo stipendio e con l’altra glielo togliamo aumentando le tasse”, conclude Francesco Di Feo. Saranno trenta giorni di fuoco. Il Prefetto Maria Tirone è già avvisata.
Michele Cirulli
Fonte L'Attacco
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