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News dalle Città della BAT

giovedì 17 novembre 2016

L’ANDRIA-TRANI, DI CHE MERAVIGLIARSI? QUESTO E’ UN TERRITORIO CHE NON HA MAI GUARDATO ALLE IMPRESE.

L’ultima vicenda in ordine di tempo è la vicenda tragicomica dell’Andria-Trani. Una vicenda che accade dopo il fallimento e lo spreco di una grandissima opportunità quale fu quella delle Zone Franche Urbane; dopo la mancata costituzione della Camera di Commercio; dopo la vanificazione di strumenti di Sviluppo Economico e Sociale quali il Patto territoriale Nord Barese Ofantino e delle sue Agenzie collegate; dopo la disgregazione dell’unico strumento di coordinamento e promozione turistica territoriale cioè Puglia Imperiale; dopo il maldestro utilizzo dei Gal ridotti a bancomat per i comuni; dopo la malagestione di Piani Strategici come Vision 2020 e dopo tutte le tantissime altre opportunità vanificate da dirigenti, politici, sindacalisti e burocrati che non hanno saputo minimamente rendersi conto del valore di tali opportunità e le hanno asservite alla sete di potere finalizzato a vere e proprie spartizioni scientifiche che nulla hanno prodotto se non vantaggi personali e di lobbies. Eppure oggi, anche nel caso dell’Andria-Trani, si ripete il balletto dello scaricabarile, come se stessimo parlando di una zona sperduta in Pennsylvania o in qualche area desertica degli stati Uniti d’America dove le auto che vi circolano si contano sulle dita di una mano. Invece stiamo parlando di una strada tra le più frequentate e percorse dell’intero territorio e dove anche quei burocrati, politici, tecnici e amministratori che oggi non sanno dare risposte al caso ridicolo vi passano ogni giorno, per più volte al giorno.
Un’altra beffa che non si esaurisce al solo aspetto logistico o al fatto che un’azienda che prima era raggiungibile percorrendo due soli chilometri oggi ne servono quattordici dovendo fare il girotondo delle città ed incrementando paurosamente quel traffico che si sarebbe voluto invece smaltire. Una beffa se si pensa allo spreco di denaro pubblico giustificato sempre da quella schiera di non risponditori con la necessità di salvare le vite umane ma senza convinzione visto che la situazione di rimedio che si sta prospettando risulterebbe di lunga peggiore del male, al costo modico di venticinque milioni di euro in tempi in cui la gente quella strada non la percorrerà più perché le auto sono rimaste senza benzina e senza assicurazione.
Una beffa che continua a generare stolti sorrisini mentre gli imprenditori sono arrabbiati ed incazzati. Lo sono gli imprenditori che insistono con le loro aziende su quelle arterie, ora occluse, come lo sono coloro che continuano a scappar via, spaventati da queste assurde condizioni di arretratezza culturale e gestionale mostrata da Enti Pubblici incapaci di ascoltare e di tenere conto delle istanze del territorio e della sua base produttiva sempre più discriminata quando non è asservita.
Se anche in questa circostanza nuovi investitori decidono di impiegare i loro capitali e di produrre forza occupazionale altrove allora di che meravigliarsi?
I soldi per il ponte? Li troveremo, dicono, ma dove? Quando? La lotta per appuntarsi le medaglie sul petto è già cominciata?
Alla fine di quest’altra ridicola vicenda una cosa è e rimane certa: i tempi della politica, della malapolitica, della burocrazia e dei burocrati sono sempre più lontani e distanti dai tempi dell’imprenditoria e se gli imprenditori scappano via, se questo territorio registra il 57% di disoccupazione e se ogni giorno la gente si affolla sotto i municipi a chiedere l’elemosina al politico di turno allora la domanda torna ricorrente: di che meravigliarsi?
All’incapacità, è a quella che bisogna trovare rimedio ma anche il “ricambio” è diventata merce rara. Infatti sono sempre di più coloro che decidono di partecipare comodamente al banchetto restando in silenzio.
Anche l’Andria-Trani ha la sua bella storiella da raccontare, peccato che come i muri di gomma anche l’asfalto non parla.

3^ Consulta Attività Produttive

Città di Andria

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