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News dalle Città della BAT

venerdì 3 febbraio 2017

ANDRIA : AVVINTI DA CATENE. RECLUSI IN CASA DA AVVISI DI PAGAMENTO

Ci risiamo. Siamo avvinti da maglie di acciaio di cui non sappiamo chi è stato ad incatenarci e noi prigionieri non troviamo risposte. Trovare rimedi per rimediare ai nostri patemi e lai per rimuovere simili catene. A tutt’oggi ogni tentativo è risultato vano. Risme di missive si sono consumate nella speranza di ottener un cenno di risposta ma sino ad oggi nulla. Come se tutte le nostre sacrosante richieste siano state scritte sui sassi e gettate in fondo al mare. Al contrario, i nostri sordomuti acquistano vista, udito e voce molto acuta quando devono farci fare sogni e sogni da incubi.
Tutto ciò succede ogni qualvolta che ci pervengono missive e raccomandate e ingiunzioni di pagamento di tasse e tributi comunali, in particolare Ici e Tari.
Tutto entra nella norma per le casse comunali, mentre noi siamo vittime e colpevoli di aver posto tutti i nostri sacrifici nelle mura e solai delle nostre case quando avevamo gli anni verdi ed i capelli neri. Più volte abbiamo rimarcato nelle nostre lamentele le piccole risorse economiche a nostra disposizione nei lustri passati mentre ora non v’è più nulla. Non possiamo soddisfare le annose e dolorose richieste di denaro contante per onorare i pagamenti anche perché negli ultimi vent’anni le tasse sono aumentate quasi del 400% mentre gli stipendi e pensioni sono rimaste al palo, anzi ci stanno togliendo anche quelle. Mentre in altre città stanno utilizzando tutti i modi, schede e microchips per far pagare di meno, ad Andria con la raccolta differenziata si fa pagare anche la tassa sulla base delle superfici occupate, anche se non utilizzate, che non producono rifiuti. Le nostre case sono diventate carceri e noi siamo i reclusi. Tutta colpa per non aver fatto richiesta ai nostri avi amministratori di assegnarci una casa popolare.
Oggi le case e le pensioni sono diventate banconote che non si possono falsificare e all’occorrenza devono essere sempre disponibili fino a quando l’aver appreso e informato ai mass media che il nostro comune è a credito nei confronti dei contribuenti di oltre 9 milioni di euro. Ci fa preoccupare e temere per il nostro futuro. Col tempo andare vi saranno sempre più difficoltà a reperire fondi attraverso le tasse, considerato che in una famiglia su quattro vivono giovani che non trovano occupazione e sono i genitori che devono sostenere il peso economico per le loro sacrosante esigenze. Ma tutto ciò fino a quando? I nostri diritti acquisiti li abbiamo conquistati con il lavoro e tantissimi sacrifici, non li abbiamo comperati al mercato e non possiamo gettarli sulla strada come fossero dei rifiuti polverosi che si dissolvono al primo vento.
Non dobbiamo vergognarci di nulla e di niente e non dobbiamo chinare il capo. Non possiamo accogliere sotto l’ombra degli alberi della nostra casa a coloro che bussano alle nostre porte chiedendo i nostri voti. Nessuna parola ci viene pronunciata al nostro favore. Siamo tutti evasori? Perché? Al risveglio del primo mattino si ha paura guardandosi allo specchio, osservando nell’oscurità il nostro volto impaurito ci sentiamo stranieri in casa propria. Impossibili sono le nostre speranze, nessuno comprende il nostro linguaggio. Per noi non c’è più spazio per stendere le nostre ali dove prima ci potevamo appollaiare nell’azzurro del cielo. Anche questa gioia ci avete tolto. Come dei disperati viandanti vediamo strade deserte dove non troviamo oasi per un piccolo sorso d’acqua e ristorarci. Alcune missive fatte pervenire ai dirigenti e sindaco della nostra città sono state ignorate senza nessuna risposta. 11 febbraio 2011, 30 marzo 2011, 18 novembre 2011, 19 gennaio 2015 e 5 luglio 2016.
A voi l’ardua sentenza.
A noi i ricatti fiscali non ci piacciono e continueremo a denunciarli.


sig. Vincenzo SANTOVITO

osservatore civico

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