
MINERVINO : "Prossimi al collasso del settore agricolo"
Intervento a firma del PD e dei Giovani Democratici: "Siamo sull'orlo di una sommossa popolare spinta dalla disperazione dei lavoratori dei campi che non vedono futuro"
"Ieri mattina l'intero comparto agricolo minervinese si è fermato manifestando per il paese lo stato di crisi in cui vessa l'intera agricoltura locale.
Una manifestazione che ha visto per le strade del paese numerosi trattori che hanno smosso la sensibilità pubblica di un paese che rischia il collasso socio-economico a seguito della crisi verticale che vorticosamente sta inghiottendo capitali e speranze dell'intera agricoltura locale.
Manifestazione che segue “l'onda lunga” di altri agricoltori che nella stessa giornata di oggi hanno palesato le loro difficoltà in altri contesti territoriali. Sono scesi in piazza gli agricoltori barlettani bloccando l'attività portuale; gli agricoltori di Cerignola hanno bloccato la ss16 procedendo a passo di formica lungo la carreggiata con i loro trattori.
Agricoltori che, terminata la loro manifestazione per le vie cittadine, alla guida dei loro trattori, si sono recati dal sindaco, Luigi Roccotelli, il quale ha candidamente affermato di non esser stato avvisato tempestivamente della manifestazione odierna, scusa addotta: la comunicazione della manifestazione stessa era giunta alla segreteria comunale nella serata di venerdì quando il comune era chiuso.
Intervento del sindaco pieno di rassicurazioni e vicinanza al mondo agricole prive di sostanza e di proposte di impegno concreto per un supporto istituzionale fattivo per il mondo agricolo locale. Palese la mancanza di dialogo istituzionale tra la giunta e gli organi istituzionali sovra-comunali, come provincia e regione. Uno stallo politico istituzionale davvero disarmante che l'intero paese paga da 2 anni a questa parte e che oggi si è consumato per l'ennesima volta. Ma tralasciando le “palesi incompetenze” della giunta comunale è bene fotografare la situazione attuale del comparto agricolo pugliese.
Siamo prossimi ad un collasso economico finanziario per l'intero settore primario, appunto quello agricolo, di proporzioni enormi. Il rischio è che non si riescano a sopportare i costi per investire sulla produzione del prossimo anno. Moltissimi imprenditori agricoli sono in preda a costi insostenibili. Tutto ciò a seguito dei prezzi imposti dal mercato ai produttori, basti pensare che attualmente le olive vengono vendute ad un prezzo che oscilla tra i 25 e i 32 euro; la campagna dell'uva ha registrato anche un altro record al ribasso con prezzi al produttore di circa 13 euro al quintale per l'uva da vino; il grano venduto a 15 euro al quintale.
Prezzi che non riescono lontanamente nemmeno ad ammortizzare gli investimenti che i produttori annualmente sono chiamati ad affrontare. Urge una presa di posizione del governo italiano nella persona del ministro alle politiche agricole Zaia a che faccia sentire la voce degli agricoltori meridionali in Europa, dichiarando lo “stato di crisi”.
E' solo così facendo, mediante tale dichiarazione esplicita, che possono attivarsi politiche a tutela degli agricoltori. Solo così possono attivarsi tutti quei circuiti politico-finanziari a sostegno dei prodotti agricoli letteralmente svenduti sul mercato internazionale privi di tutela alcuna. E' bene ricordare le politiche del governo Berlusconi, del ministro Tremonti e del ministro Zaia a tutela dei produttori di latte del nord, in quell'occasione tutti gli italiani, meglio l'intero sud, ha sborsato l'intera cifra per pagare le multe che ci sono state comminate dall'Unione Europea, fondi FAS che dovevano essere destinato al nostro sud sono stati utilizzati per riparare le pecche dei nostri connazionali settentrionali. Dove sono finiti quei soldi?! Ritorneranno mai utili per le politiche volte allo sviluppo del nostro sud?! Potranno mai tornare utili per dare una boccata d'ossigeno ad un'agricoltura meridionale al collasso?!
Abbiamo appreso dell'ultima “genialata” dell' Unione Europea che ha abolito i dazi per il grano proveniente dal Canada, una decisione che “gela” senza possibilità d'appello l'intero settore cerealicolo pugliese. Il grano canadese sarà acquistato dalle filiere produttive dei prodotti del grano ( pastifici, biscottifici etc, etc) a scapito della produzione di qualità del nostro grano.
L'olio pugliese, l'olio extravergine d'oliva che allieta le tavole di tutto il mondo, noto per le sue qualità organolettiche salutari, svenduto e letteralmente inquinato da tutte le politiche fraudolente di prodotti soggetti a “sofisticazione” (vedasi aggiunta di coloranti a oli di altro tipo, importazione di oli di nocciola).
Nessuna tutela, nessun supporto economico, nessuna legge a tutela del “made in Puglia”. La colpa è imputabile al nostro governo Berlusconi, al nostro ministro dell'economia Tremonti e “dulcis in fundo”, il noncurante ministro delle politiche agricole Luca Zaia. Necessarie riforme strutturali e sistemiche per fronteggiare la competizione di prodotti che, qualitativamente parlando, non riescono minimamente a sfiorare la qualità che noi minervinesi, noi pugliesi, noi meridionali, con passione, lavoro, sacrificio, forti di una tradizione ereditata da generazioni infondiamo nei nostri prodotti. Ministro Zaia, ministro Tremonti, avete fatto di tutto per dividere l'Italia in due, un nord al cui servizio deve esserci il portafoglio dell'intera nazione, il sud dimenticato da Dio, costretto a pagare le frodi settentrionali create ad arte pagate col sudore di tutti noi.
Meditate, siamo sull'orlo di una sommossa popolare spinta dalla disperazione di quanti lavoratori dei campi non vedono futuro. Si ricordi signor Tremonti e ministro Zaia, l' agricoltura è da sempre annoverata, economicamente parlando come il “settore primario”, attualmente questo primato l'avete calpestato con le vostre politiche".
Nessun commento:
Posta un commento