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lunedì 22 agosto 2011

TRINITAPOLI :Il clientelismo forse è inevitabile, ma il problema si ridimensionerebbe con regole comuni per tutti i partiti.

Lotta al clientelismo: questo il concetto ripreso più volte da che quasi tutti i giovani candidati al rinnovo del consiglio comunale cittadino.

Il sindaco Di Feo durante la campagna elettorale sosteneva: «Chiedere il voto e presentarsi all'elezioni senza promettere nulla e senza cavalcare logiche di gestione del potere è difficile, ma noi riteniamo che per poter dare un futuro e un'idea di sviluppo alla città bisogna sganciarsi da questi schemi mentali che negli anni ha portato ad una gestione del potere che non ha prodotto nulla di utile per la città».
Il programma era semplice: temi importanti in merito ai quali fare proposte concrete, tenendo conto dell'aspetto economico e della copertura finanziaria della proposta avanzata.
Programmazione e bilancio, servizi sociali e cultura unita al patrimonio storico cittadino (ipogei) erano i primi argomenti trattati all'interno del programma di Rinascita trinitapolese.
Trasparenza e chiarezza venivano visti come gli elementi costitutivi di una sana programmazione, la famiglia al centro dell'azione amministrativa e la propria storia e cultura come basi per lo sviluppo, questi in sintesi i concetti espressi durante la campagna elettorale.
In questi giorni invece vediamo una dura opposizione da parte del centro-sinistra in cui si rinfaccia al sindaco eletto circa 3 mesi fa, di non aver rispettato il programma. Il sindaco viene accusato di praticare in maniera spregiudicata il clientelismo, in particolare si fa riferimento a nomine di legali “vicini” al sindaco,  oppure di parenti di consiglieri eletti nel centro-destra.
Chiariamo subito per dovere di cronaca che la legge consente ad un qualsiasi sindaco (anche a Trinitapoli a quanto pare !!!) di nominare i legali a cui affidare l’incarico di difendere il comune da cause in cui viene chiamato in giudizio. Il problema si sposta sull’opportunità morale di nominare gente “vicina” o di fiducia del sindaco, questo per noi è molto curioso infatti se queste persone sono stimate dal sindaco come professionisti , diventa consequenziale affidare tali incarichi di responsabilità, proprio in virtù della reciproca stima professionale e personale . Sempre che il tutto sia legale , questo atteggiamento dovrebbe essere secondo ragione moralmente accettabile, diverso sarebbe se il sindaco nominasse gente da lui non stimata in ruoli di responsabilità; Questo si, che sarebbe moralmente inaccettabile , infatti quale buon padre di famiglia consegna i beni della sua famiglia a gente poco raccomandabile solo perché gli viene indicata da gente estranea alla stessa ?    
Il problema come sempre è di fondo, la politica nostrana è da sempre abituata a vedere il comune più come fonte di clientelismo e assistenzialismo, che come una “cosa comune” da valorizzare e difendere dagli sprechi. Infatti notiamo bene che tra i moralisti più integerrimi di oggi troviamo gente che non ha esitato un attimo a nominare famigliari come scrutatori, anziché scegliere come la legge gli consentiva un più equo sorteggio , questo è molto indicativo perché ci fa ricordare un detto che dice “Chi è fedele nel piccolo, è fedele nel grande”. La nostra proposta per uscire da questa palude è che tutti i partiti di maggioranza e opposizione si impegnino a discutere in consiglio comunale regole comuni per rinnegare in maniera bi-partizan qualsiasi forma di clientelismo e favoritismo. Partendo dalla gestione degli impianti sportivi per arrivare al sorteggio dei scrutatori. Sappiamo di chiedere l’impossibile ma ci proviamo chiedendo ai consiglieri di approvare anche una mozione in cui il comune di Trinitapoli ritiene immorale e criminoso l’intromissione della politica nella sanità, nella RAI e in tutte le grandi e piccole aziende a partecipazione statale. Infatti noi crediamo che il male della politica è che molti giovani si avvicinano ad essa non per servire la comunità ma con la speranza di arricchirsi o di trovare un lavoro questo oltre ad essere profondamente immorale e anche tecnicamente impossibile visto i tempi che corrono. Quindi chiediamo ai giovani trinitapolesi di seguire il dibattito politico locale ed approfittare del momento per spingere la politica da destra a sinistra ad aprire alla trasparenza e alla meritocrazia e rinnegare pubblicamente quei giovani faccendieri che dalla politica vorrebbero solo trovare una sistemazione per loro e per le loro famiglie numerose. L’invito che facciamo al sindaco e a tutto il consiglio comunale è quello di dare segnali forti in tal senso , discutendone all’interno dei propri partiti e del consiglio comunale affinchè la politica non venga più vista come una cosa sporca ma come una pratica nobile a cui tutti i cittadini possono accedere.

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