La situazione finanziaria e contabile del Comune di Trinitapoli è preoccupante e le scelte dell’amministrazione Di Feo sono del tutto irresponsabili e prive di una prospettiva politica di ampio respiro.
Il bilancio di previsione, quest’anno, si chiude “formalmente” in pareggio grazie ad un entrata straordinaria di circa 800.000 € rinveniente dal recupero del gettito ICI arretrato che la Società Ati Sale dovrà versare (non si sa bene come e quando!) nelle casse del Comune di Trinitapoli a seguito di una procedura avviata nel 2002 dall’allora Sindaco Barisciano, costata sacrificio e duro lavoro. Una grande intuizione che ha prodotto un grande risultato che è stato sciupato con grande disprezzo in pochi mesi per la superficialità e il pressappochismo dimostrata dall’Amministrazione Di Feo.
Questo importo, infatti, è stato bruciato dalla maggioranza di centro destra nella spesa corrente che in 60 giorni appena ha “irresponsabilmente” dato fondo ad un bilancio ormai deficitario spendendo circa 200 mila euro per il cartellone estivo e i vari lavori di “somma urgenza” come quelli per la sistemazione dei giochini delle ville comunali e per la pulizia straordinaria del paese non rientranti nella Convenzione con la SIA ( Società che attende alla raccolta e lo smaltimento dei rifiuti) il cui costo, negli ultimi anni, è passato da 800 mila euro a 1 milione e 250 mila euro, importo confermato per il 2011 mentre il servizio peggiora indiscutibilmente.
L’emendamento presentato dal sottoscritto con cui si chiedeva di congelare l’importo in entrata di 800 mila euro del gettito ICI arretrato è stato ridicolizzato in consiglio comunale dagli interventi dell’Assessore Tedesco e De Lillo che hanno gigioneggiato senza capire il senso e l’importanza di un occasione storica che è sfuggita dalle mani di una maggioranza pasticciona.
Una corretta manovra contabile e alcuni anni di austerity, avrebbero consentito di avviare una collaborazione con la Società ATI Sale al fine di rilanciare il progetto di liberalizzazione delle acque madri che avrebbe dato sviluppo al turismo termale diffuso anche nel nostro paese con una ricaduta economica molto rilevante. L’importo dovuto dalla società ATI Sale di 800 mila euro si può incrementare se si avviassero ulteriori verifiche con l’Agenzia del Territorio. Ma la scelta prioritaria dell’Amministrazione Di Feo è stata la politica del “panem et circenses” sperando che non si passi a quella della “Festa, farina e forca” del periodo borbonico: distribuire feste e svago ai cittadini disperati dalla crisi economica con contestuale dissipazione dell’erario a danno delle future generazioni.
Il sistema bilancio del nostro Comune è fragile perché la situazione reale dei conti presenta un disavanzo di circa 900 mila euro che aggiunto ad una crisi di liquidità diventata sistemica e all’impossibilità di effettuare investimenti data la mancata capacità di indebitamento porterà ad una situazione drammatica nei prossimi anni che andrà a riversarsi sulle tasche dei cittadini.
Destano gravi preoccupazioni i crediti residui che il Comune di Trinitapoli non si sa bene quando incasserà data la mancata classificazione tra quelli inesigibili, quelli di dubbia esigibilità e quelli in sofferenza che determina una situazione dei conti non veritiera e non corrispondente alla realtà.
Il pasticcio contabile è evidente a tal punto che dopo lo scivolone del consiglio comunale del 25 luglio sul Piano Generale di Sviluppo (documento obbligatorio non approvato) il revisore dei conti si è limitato ad esprimere un parere favorevole al Bilancio di Previsione senza il giudizio di coerenza interna ed esterna delle previsioni in entrata e uscita e cosa ancor più grave senza il giudizio sull’equilibrio della gestione economica: in poche parole un parere inesistente sul piano sostanziale a causa della superficialità dei dati contabili!
Gravi sono le responsabilità di questa dell’Amministrazione Di Feo che non ha recepito nessuna proposta proveniente dal Gruppo Consiliare Vie Nuove dimostrandosi sorda e superficiale. Ancor più gravi saranno le responsabilità dell’Assessore al Bilancio se, come lui ha, “con cognizione di causa”, sostenuto e poi smentito di aver sostenuto, il credito della Società ATI SALE non sarà riscosso dal nostro Comune.
Nonostante tutto, credo che non valga il detto: “La classe dirigente di una città è lo specchio della propria comunità” che sempre il caro Padre Bernardino mi riferiva.
PASQUALE LAMACCHIA
Consigliere Comunale
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